lunedì 13 giugno 2011

HO UCCISO MIO MARITO (SOGNO)

Ho fatto un sogno. Sono le 16.50 ed io ho fatto un sogno dopo essermi addormentato sul divano in questa umida giornata pre-estiva. Sapevi che i sogni, anche se in realtà sembrano infiniti, durano pochissimo? Tipo una manciata di secondi? Sapevi che ci sono addirittura delle tecniche che possono aiutarti a gestire il sogno che fai come meglio credi? Una volta lessi di questo bimbo che continuava a sognare sto cazzo di squalo che lo inseguiva in fondo al mar e se lo voleva mangiare. Il bambino dopo mesi e mesi in cui continuava a fare ogni notte lo stesso sogno ed a svegliarsi sempre disperato e in preda al panico, fu portato dai suoi genitori da questo dottore bravissimo che, appunto, insegnò al bimbo queste tecniche, che poi a quanto pare sono anche molto semplici, e dopo un po' riuscì non solo a far si che lo squalo diventasse (nel suo sogno) un delfino, ma diventarono amici e il delfino tutte le volte che appariva nei sogni del bimbo lo portava con sè alla scoperta di una marea di meravigliosi luoghi incantati e un sacco di altre minchiate del genere. Te lo immagini? Come se io sognassi di fare un aperitivo con Donatella Versace e, a na' certa, mi scoccio, voglio al suo posto Bianca Balti e puff, in un attimo lo scambio è fatto. Non è fantastico tutto ciò?
Io, comunque, di mio ho fatto un sogno. Adesso son qui che scrivo ma ho ancora gli occhi gonfi e una stranissima sensazione che mi prende la gola. Ho sognato che le mie sorelle volevano a tutti i costi portarmi con loro a far spese. Niente di più noioso... grazie al cielo mi son ricordato, nel sogno, di quel fottuto bambino, del fottuto squalo, del fottuto delfino e di tutto il fottuto ambaradam. Ecco, grazie al cielo no. Non l'avessi mai fatto. Archiviate le sorelle, mi ritrovo con una bici rossa e sto salendo per una collinetta che mi ricorda tanto un posto della mia infanzia. Sono quasi in cima alla strada, precisamente mi sto avvicinando all'ultima curva che poi porta al punto più alto della collina. Continuo ad avvicinarmi e mi accorgo che proprio in curva c'è una specie di piccolissimo piazzale dove trovo un tavolo da bar, quelli che mettono all'esterno per intenderci, e seduti attorno a quel tavolo ci sono: mio marito, un amico comune, una amica comune. Adesso però non chiedermi chi cazzo fossero gli amici comuni, queste son cose che sai solo nei sogni...
Ad ogni modo mi fermo, mi siedo con loro dopo aver lasciato la bici insieme alle atre bici, le loro, giusto pochi metri più lontano dalla posizione in cui si trovavano. Ricordo solo che sembravamo intenti in chissà quale discussione filosofica fino a che mio marito mi guarda e mi dice:
"Adesso vi lascio, vado al cinema."
"Con chi?" rispondo io. Lui continua a guardarmi fisso negli occhi e ripete il nome della persona. Io però non sento la sua voce e continuo a chiedere all'infinito "Con chi?" ed ovvio che dopo un po' questo sclera. Perchè lui, non sembra, ma sclera. Bona, finalmente torna l'audio e sento il nome della persona con cui lui andrà al cinema. Una sua collega. Apriti cielo. Sono lì che innanzi tutto non riesco a credere che questo va al cinema con quella cazzo di scopa metallica dopo tutte le volte che io mi son sempre sentito dire no ad ogni invito fatto anche solo per una semplice bevuta, e seconda cosa capisco che l'audio sia arrivato solo nel momento in cui lui ha realmente pronunciato il nome di questa persona e che precedentemente, quando non lo sentivo, in realtà stava dicendomi delle cose e pure importanti che però io non sentivo. Cazzo che nervi!!! Vedi che non tutto passa da Facebook? Comunque una volta appurata sta' cosa mi alzo e vado via. Incazzato nero ma sempre con addosso una massiccia dose di nonchalance. Faccio per prendere la mia bici e mi accorgo di averla messa di fianco alla sua. La sua bici aveva un sacchetto attaccato al manubrio che conteneva un paio o due di quanti invernali e due pashmine. Prendo tutto. Lui non se ne accorge. Io me ne vado e invece di fare la discesa mi infilo in una stradina che mi avrebbe portato in un posticono imboscato che a sua volta mi avrebbe permesso poi di vederli passare sotto di me, cazzo non so spiegarmi ma, si insomma, arrivo in questo posto e faccio una specie di fagotto con le cose trovate nel sacchetto. Loro vanno via e mi passano sotto. Io allora mi accorgo che mio marito ha con sè un cane nero e mi faccio a riguardo un paio di domande. Nulla di rilevante. Lo chiamo. Urlo il suo nome un paio di volte. Gli amici comuni mi sentono e lui no. Gli amici comuni lo chiamano ed io lancio il fagotto. Lui e il cane vanno a prenderlo e poi via. Stanno scendendo giù tutti insieme. Aspetto un attimo per assicurarmi di non beccarli e decido di andarmene. Mi avvicino alla mia bici rossa e d'un tratto la vedo enorme. Non so come ma riesco a salirci su. Inizio la discesa. Mi sentivo il Re del Mondo. Per qualche attimo ero onnipotente. Poi mi accorgo che ho alle calcagna una bici guidata da un ragazzo che però ha anche un altro ragazzo, come sdraiato sul manubrio. Come un morto. Capirò dopo. La cosa bella dei sogni è che te ne capitano di tutti i colori. Cose inverosimili che poi se cerchi di spiegarle ti accorgi che nessuno avrebbe torto a darti del coglione. Niente, penso che i due vogliano rubarmi il cellulare e decido disseminarli. Ci riesco. Una volta spariti però mi ritrovo immediatamente di fronte una piccola folla di persone. Non capisco. Mi fermo e vedo un ragazzo in mezzo alla folla che ha su la stessa maglietta che aveva mio marito, e sta portando via il cane che aveva prima con sè mio marito. Strano... sarà lui il proprietario? Mio marito non ha un cane, si ma... perchè piange? Perchè sta piangendo. Oddio perchè tutti piangono ed urlano? 
Ma cosa cazzo sta succedendo?
Si avvicina un ragazzo biondo, disperato anche lui e mi chiede se sto cercando mio marito. Fa il suo nome. Io dico:
"Si, si è qui? Dov'è? Che succede!??"
Lui mi guarda, cattivissimo, per un secondo e poi rivolgendosi alla folla urla disperato:
"Bene! Eccolo! Eccolo! Abbiamo con noi il colpevole!"
La folla tutta si mette ad urlarmi contro:
"Assassino! Assassino! Assassino!!!"
Io ho un nodo alla gola e non riesco veramente a gestire tutto sto' casino. Non capisco un cazzo. Io non ho fatto niente. Com'è possibile? Scappo. Ho capito adesso.
E' morto. L'ho ucciso io? E' colpa mia?
Corro via per la discesa e scoppio a piangere perchè io non volevo. O forse perchè sì, volevo.
Mi manca il respiro. Quasi soffoco. E' puro panico.
Così comincio anche io ad urlare perchè non ce la faccio più. Io proprio non ce la faccio più!
Io non ce la faccio più!
Io non ce la faccio più!
Io non ce la faccio più!
"PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI LIBERAMI DAL MALE! LIBERAMI DAL MALE! LIBERAMI DAL MALE!".
 

Sai che c'è? Che mi son svegliato con una paura che fa paura. Non so che cazzo è, ma cazzo... c'è. Ho notato una cosa. Sul divano il mio corpo ha piegato il tessuto in modo da formare un disegno. Come mi son alzato per bere è stata la prima cosa di cui mi sono accorto. Era un volto. Disperato. Talmente disperato che riuscivo pure a vedere le sue lacrime.
Amen.

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