giovedì 7 luglio 2011

HAIR (DARCI UN TAGLIO)



Qualche giorno fa mi son messo davanti allo specchio ed ho tagliato i capelli. Rasati. A zero. Mi guardavo ed ero serio. Serissimo. Credevo che non avrei mai potuto interpretare una parte simile nella mia vita. E mentre la scena andava non mi accorgevo che ero io il protagonista e una volta che il ciak era scattato non potevo più fermarmi. Nessun Soldato Jane da salvare ovviamente e, nessun salvatore.... il che è molto peggio, perchè rende il finale ancora più triste. Ma lo stupore arriva a metà dell'opera quando, per un attimo mi fermo e decido di accostare i pensieri che si rincorrevano e... scoppio a piangere. Dignitosamente, ma scoppio a piangere. Non va bene. Meno male che per la fretta di finire il lavoro mi sono ripreso ed ho voluto analizzare per bene tutto l'accaduto. Ho fatto 1 più 1 e finalmente ho ottenuto un 2 come risultato. E intanto continuavo a ripetere nella mia mente le battute di questo personaggio che ho voluto con tutto me stesso.

PRIMA TELEFONATA
Io: Pronto?
Lui: ...
Io: Pronto?
Lui: Perchè mi hai lasciato?
Io: Perchè amavo un altro.
Lui: Lo ami ancora?
Io: Si.
Lui: Sta facendo di tutto affinchè che tu possa amarlo ancora?
Io: Si.
Lui: Cosa fa per meritarti? Dimmi cosa sta facendo lui che io non ho fatto? Ti ha dato tutto quello di cui hai bisogno come ho fatto io? Vorrà darti tutto quello di cui avrai bisogno come avrei voluto io? Ti ha stretto a se senza mai lasciarti? Ti ha accudito come ho fatto? Sente il bisogno inarrestabile di stare al tuo fianco fregandosene delle distanze, si, come ho fatto io?
Io: No. Nulla di tutto questo.
Lui: Allora perchè lo ami?
Io: Perchè lui non mi ama.
Lui: Questa è la tua vergognosa verità???
Io: Lo è.
Lui: A me non pensi?
Io: Ogni fottuto giorno... e non riesco a perdonarmi.
Lui: Ti auguro solo di continuare così all'infinito! Di vedere il suo volto ovunque! Di sognarlo, di star male, di soffrire perchè non potrai toccarlo, vederlo, baciarlo, di morire ogni giorno e rinascere il giorno dopo aspettando ancora la morte. Questo ti auguro. Quello che è stato ed il mio personale calvario. Tu.
Io: Per l'amor del cielo perchè non vuoi lasciarmi in pace?
Lui: Come speri di aver pace dopo che la mia di pace l'hai uccisa senza pietà?
Io: Ti supplico...
Lui: Non ti servirà a nulla piangere per lui.
Io: Non piango per lui ma per voi...
Lui: Che coraggio!
Io: Questo è dunque il conto? La mia pena da scontare?
Lui: Questo è solo ciò che ti meriti!
Io: Entrambi...
Lui: Cosa?
Io: Forse ce lo meritiamo entrambi.
Lui: No. Se c'è una verità è questa, io non merito questo castigo.
Io: Tutti hanno una croce da portare sulle proprie spalle. Tutti tranne me. Io ne ho due.

1 + 1 = 2
 Ho pianto. Come quando piansi al telefono con il fidato amico, qualche tempo fà, dopo il crollo. Ho pianto perchè ho voluto, ho dovuto lasciare andare quella "cosa" che ero. Ho detto addio al vecchio me e nello stesso tempo ho salutato quello nuovo, anzi no, non l'ho saluto. No, gli ho dato la vita. Pensaci bene. Non sono due ottimi motivi per piangere questi? L'addio e la nascita. Piangere durante un addio per la maggior parte di noi è naturale come è altrettanto naturale piangere quando vieni al mondo. Tutti abbiamo pianto appena siamo arrivati qui, appena siamo venuti fuori da quella porticina, quella piccola fessura si, proprio quella che ho deciso di non rivedere mai più. Perchè nel momento in cui si viene al mondo, è vero, non ci resta che piangere e piangere è la prima cosa che facciamo, ancor prima di capire che ci siamo.

SECONDA TELEFONATA
La mia immagine: Tu veramente lo hai mollato così per uno che manco sa che esisti?
Io: Si.
La mia immagine: Quindi adesso?
Io: Vuole rivedermi un'ultima volta.
La mia immagine: Quando?
Io: Settimana prossima. 
La mia immagine: Tu che intenzioni hai? Non andrai spero?
Io: No, andrò, è il minimo che posso fare. Devo parlare con lui, spiegargli tutto, non voglio che rimanga con delle domande in testa  perchè alle sue domande solo io posso rispondere ed è giusto. E' un diritto sacrosanto, mi sembra il minimo.
La mia immagine: Si, ok, ma non lo fa nessuno, dai ormai lo hai mollato e punto, non andare. Poi credo che sia pure peggio per lui, no? Dico... nel senso che almeno capisce che è finita e se ne fa una ragione...
Io: Certo, è opinione comune questa, ma non credo sia onesto nei confronti di chi ti ha voluto e ti vuole ancora così bene. Io la penso così. 
La mia immagine: Fai un po' come credi a sto' punto.
Io: E' quello che farò...
La mia immagine: Se ti chiede di andare da lui lunedì?

Io: No, lunedì non vado. Ho un funerale.
La mia immagine: Oh Cristo Santo!!! Chi è morto???
Io: Non lo so, ancora nessuno. Pensavo di uccidere qualcuno a caso, giusto questo sabato... in modo da avere la scusa del funerale per lunedì, che dici?

1 commento:

  1. quella donna non e' una donna: quella donna e'un miracolo, per il modo che ha di morire e poi rinascere.

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