sabato 30 aprile 2011

BEDTIME STORIES NUMBER 1.

Ok. Siccome sono fradicio e non riesco a dormire, dopo le performance live di ieri notte e di questa, ho appena deciso di dar vita a quella che è, e sarà, la mia personale rubrica su Tumblr.
Quindi, ecco a voi:

"BEDTIMES STORIES" by DAVID BLISS!
NUMBER ONE.
C’era una volta un bambino. Questo bambino andò in un noto locale della sua città e disse al proprietario: “Ale! Dammi un rum!”. E allora il proprietario rispose: ”Bambino, che rum vuoi?”. E così il bambino disse: “Un rum ben invecchiato, che abbia un gusto deciso e sappia di rum. Un buon rum, come quello che mi hai dato la volta scorsa…”. E il proprietario del locale a sua volta disse: “Ah, ok vuoi il rum da 14 euro?”. Così il bambino si rivolse al proprietario con uno sguardo languido e spaventato, ma con voce decisa, e lo zittì definitivamente dicendogli: “Cosa??? 14 euro per un rum??? Ma ti sei ammattito? No, dico, ma… vedi di inginocchiarti e succhiarmi il cazzo forte forte, ma stiamo scherzando??? Ma vedi di andartene un attimo affanculo Ale!!!”.


Questo bambino ha 30 anni. Si chiama Sergio e vive un po’ nella mia città e un po' in un altra.




THE QUEER BEE!


Seduta sul divano in preda ad un attacco di bulimia compulsiva... mi ritrovo con una coppetta di gelato in mano e la tv di fronte,  che come già sapete, non fa altro che mandare su tutti i canali, le immagini del matrimonio dell’anno. 
Ho capito, ho capito…
Ho capito che Kate sarà una gran brava ragazza per meritarsi tutto questo.
Ma anche noi, ragazze, non siamo mica cattive?


martedì 26 aprile 2011

MY LIFE

In questi giorni ho semplicemente accantonato un paio di cose. Ho accantonato l'idea malsana di poter esporre un giorno al MOMA. L'idea che sarei diventato un grande scrittore pur sapendo benissimo che di scrittore in me c'è ben poco. Quanti sogni ho buttato nel cesso stamattina. La casa insieme. Box doppio e piccolo giardino per il mio Gaytano (*). La suocera a pranzo tutte le domeniche e le ore passate, il sabato sera, a preparare il mio ragù. La sorella ex-Top Model alcolizzata e sfranta, in rehab, che avrei ospitato a casa 2 giorni la settimana. Il lavaggio a 60° delle mutande di mio marito con l'aggiunta del Napisan. Le corse in Guatemala per riuscire ad adottare la nostra primogenita Molly. Il sogno di boicottare i turni per portare fuori l'umido, così sarei riuscito a raggiungere il mio diabolico scopo, e cioè che sarebbe sempre toccato a lui andare fuori la sera. Che poi, voglio dire, non ci doveva manco provare a lamentarsi perchè avremmo avuto un gatto e non un cane, quindi si sarebbe pure risparmiato la sbatta giornaliera di "scenderlo" e "pisciarlo". Si, lo confesso. Avevo proprio pensato a tutto. Ho accantonato anche l'idea dell'adozione del nostro secondogenito cingalese Brandon. L'immagine raggiante e soddisfatta di me che  mi faccio ingessare la gamba sinistra durante l'adozione di Molly e quella destra quando sarebbe arrivato Brandon solo per il gusto, leggermente country, di poter dire ai nostri vicini di casa che "Si, sono a casa in maternità!". I loro compleanni e le domeniche in Ikea. Il mal di testa e io che non faccio altro che lamentarmi. Che ingrasso a dismisura. Lui che mi cornifica a destra e a manca ed io che bevo come una spugna. 
Si, però anche voi ragazzi... fate qualcosa! Fermatemi, ve ne  prego, perchè io sono in grado di andare avanti all'infinito!!! OK?
Niente. Basta. Niente di tutto ciò. Ormai ho preso tutto e l'ho messo in una scatola. L'ho chiusa e non se ne parla più. La cosa più bella però, e che sono riuscito a chiuderlo con un fiocco che è di sicuro il più gay che io abbia mai fatto. 
Bene. Credo che uno debba scegliere la vita che vuole ed io adesso ho deciso. Al momento c'è veramente poco da scegliere. Si, perchè essendo italiano e vivendo in Italia che cazzo vuoi fare? Se non sei russa non puoi sposare un miliardario. Se non sei brasiliana non scopi con nessuno. Se non sei cinese... col cazzo che ti fanno aprire un negozio. E allora?
E allora voglio assolutamente, con tutto me stesso, che da oggi in poi la mia vita somigli ad un film di David Lynch con Loredana Bertè. Ed è quello che accadrà. Vuoi vedere? 
Ad ogni modo rimane un ultimo dilemma. 
Adesso, io... mi faccio un goccino o mi faccio uno spino?



Rolf Christopher Lorenz


(*) Gaytano. 
E' il nome del mio gatto. Perchè?

venerdì 22 aprile 2011

E' ARRIVATA LA QUEER BEE!!!

IN ESCLUSIVA ASSOLUTA PER "CHECCHE... NE DICANO!"
E' arrivata finalmente la Regina di tutte le ricchiette nostrane.
Bella, bionda, spregiudicata, accessoriata e tanto signora... 
ma non fatela bere!!!

"THE QUEER BEE!"

“Ragazze io di uomini non ho mai capito un cazzo, ma di vini si! E non mi batte nessuno, ve lo assicuro!”
(riferito ad un vinello bianco che sapeva di tappo)



giovedì 21 aprile 2011

SEI D'ACCORDO?

Quando realizzi che la cosa più difficile da affrontare e gestire è quella di far capire a qualcuno che "volere bene" è senza dubbio una cosa difficile, complessa da spiegare e soprattutto da vivere e che è una cosa che non puoi decidere di fare, è così e basta e non ha nulla a che vedere con il fatto che si è uomini o donne o che ancora peggio, nonostante i tuoi atteggiamenti non fanno altro che evidenziare il contrario, il tutto non è per niente finalizzato ad un pompino. Insomma quando capisci questo... e che probabilmente adesso che l'hai capito non cambierà assolutamente nulla, mi sa che sei arrivato. 
Dicesi "alla frutta".
Meno male che dopo c'è il caffè.
Ovvio che parlo di me. 
Sono veramente stanco.
Veramente.



Canestra di frutta (Fiscella) 
 1594/1597 
 Caravaggio

sabato 2 aprile 2011

ME AND MADONNA.

A gay man can tell a thousand lies.
I've learned my lesson well.


I LOVE MY JOB 2.

PHENOMENA
Come ogni giorno l'insegnante arriva in classe per affiancare quella che da mesi è la sua piccola piaga: Phenomena.
Phenomena se ne sta seduta da sola con il capo chino sul suo banco a disegnare piccoli capolavori che a volte vengono sottovalutati.
Mai dal suo insegnante. L'insegnante adesso si avvicina per accostare una sedia al suo banco e farle compagnia intanto che si attende la fine della ricreazione. Phenomena è oggettivamente una bella bambina. Bella e sana. Sana si ma dispettosa. Ok, dispettosa è troppo poco. E' una piccola carogna. Ma ci si abitua a tutto nella vita, anche ai nemici. Si arriva al punto che senza accorgersene ci si affeziona anche al peggiore dei nostri nemici. Disegna Phenomena. Ha 9 anni e disegna senza fermarsi. Usa tutti i colori che ha nell'astuccio e guai a chi le suggerisce di usare i pennarelli per comodità. Lei odia i pennarelli. Solo ed esclusivamente pastelli colorati. La sua mamma li ha già ricomprati almeno 4 volte, mentre i suoi compagni hanno ancora quelli acquistati all'inizio dell'anno scolastico. L'insegnante sta per sedersi accanto a lei come fa sempre e lei, che continua a starsene china sul banco, le dà subito il suo usuale e cordiale benvenuto continuando a colorare le sue bambine con la testa rotonda e senza mai guardarlo in faccia.


Phenomena: Oh No!!! Vattene! Non ti sopporto più!!! Vattene!!!
Insegnante: Buongiorno e per tutto il giorno anche a te.
Phenomena: Io non ti voglio! Ridammi la maestra dell'anno scorso. Mi fai schifo! Mi fai schifo vattene!!!
Insegnante: In effetti anch'io non posso lamentarmi.


L'insegnante dà un occhio al mucchietto di fogli sparsi sul banco di Phenomena. Lei continua a colorare e intanto superata la fase iniziale del rigetto, comincia, sempre con il capo chino sulla sua opera, a raccontare strane storie sull'insegnante che aveva l'anno precedente, sul fatto che avesse 35 gemelle e si sofferma di tanto in tanto sui capelli dell'insegnante attuale, che proprio non le piacciono. Intanto il suo insegnante fa finta di seguirla e accenna qualche parola a caso durante le pause che la bambina fa di tanto in tanto. A lei non importa sapere se lui è attento o no. A lei importa che lui stia lì con lei, anche se il suo atteggiamento è estremamente antipatico, si capisce benissimo che si è affezionata pure lei. Lui invece, il suo insegnante, non riesce a staccarsi da quei disegni. Proprio non ce la fa oggi. Non vede in quei piccoli gioielli disegnati a matita nè le solite compagne di scuola, nè l'altra sua maestra che Phenomena ama disegnare nelle situazioni più strane nè i soliti bellissimi fiori o le grandi farfalle.
Il protagonista di oggi è un bambino che non si era mai visto prima tra i vari foglietti di carta che continuano ad aumentare di giorno in giorno. No. Oggi il protagonista è Sandro. Ed è morto.
In un disegno il corpo di Sandro è steso sul suolo e di fianco a lui c'è la piccola Phenomena che tiene fiera la testa del piccolo bimbo tra le sue mani. Lei gli ha tagliato la testa e quindi è naturale che ci sia sangue ovunque. Lo ha disegnato sul pavimento, accanto al suo corpo, sui suoi vestiti perchè, ovvio, sta tenendo la sua testa e da quella testa esce il sangue che le ha macchiato la maglietta e i pantaloni. Lo ha disegnato sulle pareti di quella ipotetica camera che ospita i due protagonisti dell'opera pittorica, perchè mentre lei tagliava la testa naturalmente il sangue ha sporcato tutti i muri. Ma questo è solo il primo di una vera e propria serie. L'insegnante, prima di iniziare la piccola intervista alla sua adorata, continua a visionare gli altri disegni.
In uno c'è Sandro morto e la sua mamma di fianco a lui che piange disperata. In un altro c'è solo la tomba di Sandro e la sua mamma che vi dispone su dei fiori. E ancora Sandro sgozzato, Sandro con il corpo pieno di tagli. Sandro. Sandro e sangue. Sandro e sangue ovunque.


Insegnante: Scusa ma chi è questo bambino?
Phenomena: E' Sandro.
Insegnante: Ma è un tuo amico? E' un bambino che conosci o lo hai inventanto tu?
Phenomena: Certo che esiste!!! Cosa credi? Senti non ti sopporto più, vattene!!! Vattene via per sempre!!!
Insegnante: Ma perchè lo stai conciando così? Non ti fa pena poverino... guarda come lo hai ridotto...
Phenomena: Non m'importa! - ora ha alzato il capo e sta guardando l'insegnante con la solita aria di sfida -  Non m'importa niente!
Insegnante: Ok, ho capito... ma ti rendi conto di quanto siano brutti questi disegni? Ma cosa succede? Chi è Sandro?
Phenomena: E' un bambino che veniva a scuola con me. Nell'altra scuola. Hai capito adesso???
Insegnante: Ma era un bambino cattivo? Ti ha fatto dei dispetti? Ti ha fatto del male? Come mai stai disegnando queste brutte cose?
Phenomena: Perchè io voglio ucciderlo!
Insegnante: Addirittura dai... cosa avrà mai fatto sto' povero Sandro, dai a me puoi dirlo, no? Perchè vuoi ucciderlo?
Phenomena: Perchè io lo amavo... ma lui non mi amava.


A questo punto l'insegnante non sa cosa dire. Phenomena riabbassa il capo continuando a disegnare. Nella classe tutti gli alunni continuano a giocare in attesa della campanella che annuncia la fine della ricreazione ma... a lui sembra che sia calato il gelo in quell'aula. Riflette su Phenomena, su Sandro e su tutto. 
Phenomena ha 9 anni.
Questa è l'ennesima storia vera. Vera quanto è vero che il suo insegnate da circa 35 anni si fa delle domande.
Oggi finalmente ha trovato una risposta.