mercoledì 8 febbraio 2012

IL MIO COLLEGA CHUCK

Pensavo a quanto fortunato io possa ritenermi. Quanto? Tantissimo!!! Tantissimo, veramente. Cosa mi manca? Nulla!Ho, mhhh... Beh, tanto per cominciare ho il dono dell'ubiquità, che non mi sembra poco, ecco. Si, riesco ad essere presente sul posto di lavoro la mattina e su un altro posto di lavoro la sera nello stesso identico giorno. Poi ho un migliore amico che mi riempie di cose che a me non piacciono e un'immagine che è sempre a favore delle mie azioni. No, aspè, qualcosa non quadra...
Insomma, la mia vita così com'è piace tantissimo e sai perchè? Perchè non mi va di dire pubblicamente che mi fa schifo dalla prima alla ultima cosa (DVD a parte). Ho una casa, due lavori, tante scarpe, tante borse, tanti amanti, tanti amici, tanti debiti... che altro? AH!!! Si! E poi c'è la ciliegina su questa enorme torta! Io ho la fortuna di lavorare in un team che credo sia in assoluto il più bello del mondo! Si, lavoro con gente altamente qualificata, con una vita sentimentalmente alquanto improbabile e, a tratti, veramente noiosa! Lo so, sono stato buono. Fin troppo buono. Me lo dico da solo.Vi parlo di lui, il mio collega? Mi riuscirà difficile trovare le parole giuste per descriverlo perchè, credetemi, non si può. Lui è il top, la creme de la creme, la PERFEZIONE ASSOLUTA e non sto affatto esagerando. E' alto, bello (ricordiamoci però che la bellezza è soggettiva e che, come dire, un opera d'arte può essere considerata tale solo nel momento in cui una singola coscienza la ritiene tale quindi... no, cioè, per dire...), pieno zeppo ti tatuaggi bellissimi (e non!) e quando, poverino, è sotto stress soffre di una leggera forma di forfora... ma non sempre, ecco. Conosce un sacco, due sacchi.... ma che dico, una marea di parole. Le conosce tutte e ne conosce anche i significati. E' un genio, solo che non capisco a cosa cazzo gli serva tutta questa conoscenza se poi non apre mai bocca. Non parla e se parla... ok, lasciamo perdere. Le mie colleghe tutte (tranne le lesbiche, ovvio...) sono pazze, pazze, pazze di lui. Tutte!!! Non è catalogabile il numero di cagate che ho sentito con queste mie piccole orecchie gay nel corso degli ultimi anni. Cagate che a sentirle sembrano sempre normalissime richieste di aiuto o collaborazione ma che in realtà nascondono la più torbida, sporca e voluttuosa richiesta sessuale. Tutto questo, a mio avviso, con l'unico, vero, nascosto scopo di fargli una corte sfrenata...
"Chuck! Oh, saresti capace di "Infilare" la nuova "Cartuccia" nella "Stampante"?
"Chuck! Oh, Chuck... ti scoccia farmi il disegno di una "piccola e fragile foglia" che cade da un "Grosso e robusto ramo" dopo una tempesta? Sai per dare l'idea ai bambini di cosa significa "Cadere al suolo"..."
"Chuck! Oh, Chuck... non va più il pc in aula computer... Ti spiacerebbe dare un occhio e "Metterlo a posto"?
Ecco, questi ovviamente sono solo alcuni esempi. Sono stato chiaro? No, mi sembra di non esserlo stato abbastanza. Riprovo.

Chuck Gallazzi è il mio sole, la mia luna, le stelle! Eternity! Eternity! Sarei disposto a vendere l'ultimo rene buono che ho per farmi fare un pompino da lui. 
Qualche settimana fa lui, l'unico uomo in grado di salvare il mondo, mi incontra all'uscita dell'edificio scolastico dove io ho la fortuna di lavorare insieme al sopraccitato. Si avvicina, sembra sempre impaurito. Mi guarda col suo faccino da Chuck e candidamente...


Mi dice "Andiamo a mangiare?"
Gli dico "No."
Mi ri-dice "No?"
Gli ri-dico "No, vado in banca e poi vengo."


Ecco, adesso proverò nella mia semplicità, riconosciuta ormai a livello mondiale, a spiegarvi in realtà come si sono svolti i fatti e vi dimostrerò per l'ennesima volta che, non solo io non dico mai bugie ma che in fondo la verità non serve a granchè perchè, come ho sempre sostenuto, nel momento in cui dici la verità nessuno ti crede. Ma vediamo nello specifico cosa accadde... 
Alle ore 12:32 lascio quell'adone del mio collega. 
Mi dirigo in banca. Faccio un prelievo. Esco dalla banca. Mi dirigo verso il bar dove lui e gli altri colleghi mangiano, bevono, e parlano di cose per lo più poco interessanti. Mi fermo vicino al bar. Faccio un paio di riflessioni. Mi rendo conto che non serve a nulla fare riflessioni alle 12 e 56. Giro i tacchi e vado al parco. Incontro un tipo verso le 13 e 05/10. Faccio due chiacchiere col tipo. Alla terza chiacchiera avevamo entrambi i piselli al vento. Il tipo ha un anello al cazzo. Nero. Di gomma. Gli dico "Che carino!". Mi dice "Grazie mille!" Si rimette al lavoro. Alle 13 e 20 il tipo era già inginocchiato e mi stava facendo un check-up completo con la lingua. Alle 13 e 21 squilla il telefono. Mi stava chiamando Chuck. Che carino. Decido di non rispondere. Perchè no. Alle 13 e 26 vengo. Vengo in bocca al tipo. Alle 13 e 27 il tipo sputa. Ancora due chiacchiere e poi ci rivestiamo. Alle 13 e 47 mi stavo già incamminando verso l'uscita del parco.

 
Ricapitoliamo: 
Chuck mi chiede di andare a mangiare al bar con lui.
Io dico che prima devo andare in banca e che poi sarei "venuto". 
Chuck chiama perchè io non sono "venuto" al bar. 
Chuck crede che io sia un bugiardo. 
Io non sono un bugiardo perchè come avevo anticipato prima, sono veramente andato in banca e poi sono veramente "venuto".
La verità non fa male. Perchè la verità non serve a nulla.
Caso chiuso. 
Però... è vero che la lingua del tipo e la lingua italiana sono un vero spettacolo!


VENIRE
Verbo intransitivo (ausiliare essere)della III coniugazione
Presente        
io vengo                                
tu vieni                                
egli viene                              
noi veniamo                              
voi venite                               
essi vengono                             
Passato prossimo
io sono venuto
tu sei venuto
egli è venuto
noi siamo venuti
voi siete venuti
essi sono venuti

Quello che però mi piace di più in assoluto è il Participio Presente:
"venente".
Dillo a me! :)

Ah! Che sciocco! Eccovi una nuova foto del mio collega!




Tra i molti problemi che affliggono l’umanità e che soprattutto non ci fanno dormire troviamo indubbiamente la misteriosa origine della lanugine ombelicale, l’irraggiungibile cura alle doppie punte e la sempreverde questione della differenza tra nerd e geek.
Indubbiamente sia i “nerd” che i “geek” hanno in comune la forte passione per la tecnologia. Poi ci sono una marea di definizioni e di guide per distinguere le due figure e a classificarle positivamente (come titani delle scienze) o negativamente (come tecnologicamente sfigati). In generale i geek si autodefiniscono tali e con un certo orgoglio. I nerd sono definiti così dagli altri e spesso non proprio come un complimento (almeno in Italia).
Ci sono correnti di pensiero che vedono un geek più settoriale rispetto ad un nerd; vale a dire che mentre un geek ha sicuramente più propensioni verso la matematica e l’informatica, un nerd può essere un talento delle scienze in generale e quindi anche della chimica, biologia e astrofisica.
Curiosando in rete è possibile trovare una strana origine del termine geek: geek risale al termine dialettale inglese geck (sciocco), termine che indicava una persona che inghiottiva animali vivi, insetti, etc., come forma di spettacolo nell’ambito di fiere e feste.
La mia concezione vede in un geek una persona meno esperta di tecnicismi e smanettonamenti da hacker, ma una figura più interessata ai gadget alla moda e alle tendenze tecnologiche: in altre parole un geek è più fighetto tecnologico e meno nerd.
In ambito sociale probabilmente è facile riconoscere un nerd da un geek: il primo ha difficoltà a socializzare e se lo fa appare timido ed impicciato, mentre l’altro può essere anche molto attivo e socialmente famoso nonché opinion leader nel proprio campo di conoscenza.
Per chi ha dimestichezza di serie TV: i nerd sono i protagonisti (soprattutto maschili) di The Big Bang Theory, mentre un geek è Chuck Bartowski del telefilm Chuck.
(fonte: un po' Wikipedia e un po' non ricordo). 



Nessun commento:

Posta un commento