PHENOMENA
Come ogni giorno l'insegnante arriva in classe per affiancare quella che da mesi è la sua piccola piaga: Phenomena.
Phenomena se ne sta seduta da sola con il capo chino sul suo banco a disegnare piccoli capolavori che a volte vengono sottovalutati.
Mai dal suo insegnante. L'insegnante adesso si avvicina per accostare una sedia al suo banco e farle compagnia intanto che si attende la fine della ricreazione. Phenomena è oggettivamente una bella bambina. Bella e sana. Sana si ma dispettosa. Ok, dispettosa è troppo poco. E' una piccola carogna. Ma ci si abitua a tutto nella vita, anche ai nemici. Si arriva al punto che senza accorgersene ci si affeziona anche al peggiore dei nostri nemici. Disegna Phenomena. Ha 9 anni e disegna senza fermarsi. Usa tutti i colori che ha nell'astuccio e guai a chi le suggerisce di usare i pennarelli per comodità. Lei odia i pennarelli. Solo ed esclusivamente pastelli colorati. La sua mamma li ha già ricomprati almeno 4 volte, mentre i suoi compagni hanno ancora quelli acquistati all'inizio dell'anno scolastico. L'insegnante sta per sedersi accanto a lei come fa sempre e lei, che continua a starsene china sul banco, le dà subito il suo usuale e cordiale benvenuto continuando a colorare le sue bambine con la testa rotonda e senza mai guardarlo in faccia.
Phenomena: Oh No!!! Vattene! Non ti sopporto più!!! Vattene!!!
Insegnante: Buongiorno e per tutto il giorno anche a te.
Phenomena: Io non ti voglio! Ridammi la maestra dell'anno scorso. Mi fai schifo! Mi fai schifo vattene!!!
Insegnante: In effetti anch'io non posso lamentarmi.
L'insegnante dà un occhio al mucchietto di fogli sparsi sul banco di Phenomena. Lei continua a colorare e intanto superata la fase iniziale del rigetto, comincia, sempre con il capo chino sulla sua opera, a raccontare strane storie sull'insegnante che aveva l'anno precedente, sul fatto che avesse 35 gemelle e si sofferma di tanto in tanto sui capelli dell'insegnante attuale, che proprio non le piacciono. Intanto il suo insegnante fa finta di seguirla e accenna qualche parola a caso durante le pause che la bambina fa di tanto in tanto. A lei non importa sapere se lui è attento o no. A lei importa che lui stia lì con lei, anche se il suo atteggiamento è estremamente antipatico, si capisce benissimo che si è affezionata pure lei. Lui invece, il suo insegnante, non riesce a staccarsi da quei disegni. Proprio non ce la fa oggi. Non vede in quei piccoli gioielli disegnati a matita nè le solite compagne di scuola, nè l'altra sua maestra che Phenomena ama disegnare nelle situazioni più strane nè i soliti bellissimi fiori o le grandi farfalle.
Il protagonista di oggi è un bambino che non si era mai visto prima tra i vari foglietti di carta che continuano ad aumentare di giorno in giorno. No. Oggi il protagonista è Sandro. Ed è morto.
In un disegno il corpo di Sandro è steso sul suolo e di fianco a lui c'è la piccola Phenomena che tiene fiera la testa del piccolo bimbo tra le sue mani. Lei gli ha tagliato la testa e quindi è naturale che ci sia sangue ovunque. Lo ha disegnato sul pavimento, accanto al suo corpo, sui suoi vestiti perchè, ovvio, sta tenendo la sua testa e da quella testa esce il sangue che le ha macchiato la maglietta e i pantaloni. Lo ha disegnato sulle pareti di quella ipotetica camera che ospita i due protagonisti dell'opera pittorica, perchè mentre lei tagliava la testa naturalmente il sangue ha sporcato tutti i muri. Ma questo è solo il primo di una vera e propria serie. L'insegnante, prima di iniziare la piccola intervista alla sua adorata, continua a visionare gli altri disegni.
In uno c'è Sandro morto e la sua mamma di fianco a lui che piange disperata. In un altro c'è solo la tomba di Sandro e la sua mamma che vi dispone su dei fiori. E ancora Sandro sgozzato, Sandro con il corpo pieno di tagli. Sandro. Sandro e sangue. Sandro e sangue ovunque.
Insegnante: Scusa ma chi è questo bambino?
Phenomena: E' Sandro.
Insegnante: Ma è un tuo amico? E' un bambino che conosci o lo hai inventanto tu?
Phenomena: Certo che esiste!!! Cosa credi? Senti non ti sopporto più, vattene!!! Vattene via per sempre!!!
Insegnante: Ma perchè lo stai conciando così? Non ti fa pena poverino... guarda come lo hai ridotto...
Phenomena: Non m'importa! - ora ha alzato il capo e sta guardando l'insegnante con la solita aria di sfida - Non m'importa niente!
Insegnante: Ok, ho capito... ma ti rendi conto di quanto siano brutti questi disegni? Ma cosa succede? Chi è Sandro?
Phenomena: E' un bambino che veniva a scuola con me. Nell'altra scuola. Hai capito adesso???
Insegnante: Ma era un bambino cattivo? Ti ha fatto dei dispetti? Ti ha fatto del male? Come mai stai disegnando queste brutte cose?
Phenomena: Perchè io voglio ucciderlo!
Insegnante: Addirittura dai... cosa avrà mai fatto sto' povero Sandro, dai a me puoi dirlo, no? Perchè vuoi ucciderlo?
Phenomena: Perchè io lo amavo... ma lui non mi amava.
A questo punto l'insegnante non sa cosa dire. Phenomena riabbassa il capo continuando a disegnare. Nella classe tutti gli alunni continuano a giocare in attesa della campanella che annuncia la fine della ricreazione ma... a lui sembra che sia calato il gelo in quell'aula. Riflette su Phenomena, su Sandro e su tutto.
Phenomena ha 9 anni.
Questa è l'ennesima storia vera. Vera quanto è vero che il suo insegnate da circa 35 anni si fa delle domande.
Oggi finalmente ha trovato una risposta.
ci sono davvero molti modi per uccidere qualcuno, il suo e' stato creativo.
RispondiEliminaamore ma lei... ce la fa! :)
RispondiEliminalei ce la fa un sacco.
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