"Allora io sono già qui. Esattamente sono di fronte la banca"
L'orso bruno è arrivato. L'ho beccato oggi in un sito per gay pelosi in calore. Uno dei tanti.
"Bene - dico io - sei a 100 metri da casa mia. Io sono al 22, quindi aspetto che suoni il citofono."
Arriva. Non è niente di che ma sa di orso. Grosso, enorme.
Mi guarda dalla testa ai piedi e poi esclama:
"Però! Carino sei carino. Ho fatto bene a passare? Beh, adesso lo scopriremo..."
Scontato come la peggio merce invenduta....
Io lo invito ad accomodarsi e lui mi fa subito:
"Ti spiace se prima faccio una doccia? Sai arrivo dal lavoro e quindi... Ah dimenticavo..." - apre la sua borsa tutto sorridente e mi passa un pacchetto invitandomi a metterlo in frigo.
"Fai pure, il bagno è di quà" - io rispondo in maniera automatica.
Non so, mi sento come se stessi facendo la fila in posta o aspettando in clinica per un prelievo.
Tutto è automatico.
Ovvio che ho di fronte una persona che non mi piace affatto.
Ma è sesso. Non si guarda in faccia nessuno.
Si spoglia.
Entra nel box doccia e sento che l'acqua comincia a scorrere.
Non so neanche perchè.
Io non sto pensando a lui.
Sto pensando al mio lui.
Il mio lui non sa nemmeno che io lo stia pensando così ardentemente, non immagina neanche di noi. Perchè non c'è un noi. E convivo ormai da mesi con il pensiero fisso ad un miraggio.
Ma non importa adesso.
Mi spoglio.
"Ti scoccia se ne approfitto?" dico a lui entrando in doccia con il cazzo che è già durissimo.
Figurarsi se per lui è un problema.
Ci insaponiamo.
Lingua mia.
Lingua sua.
Mi tocca ovunque.
Continuiamo a Toccarci e masturbarci insieme sotto il getto di acqua calda e la sua lingua arriva in ogni posto disponibile del mio corpo insaponato.
Poi decidiamo di passare al letto e tutti bagnati ci dirigiamo in camera. Li comincia il match. Non si scopa però. Mi spiego meglio, non mi scopa però. Mi abbraccia forte e continua a ravanare il mio buchetto.
"Che bel culo! Che bel culo!!!"
Tu cosa ti aspetti?
Scordatelo non va affatto come credi.
Essere scopati da un gay dichiarato di questi tempi è una vera utopia. E ci credo a ciò che dico. Ciecamente.
Il futuro? I bisessuali.
Mi rigira, afferra il mio cazzo e se lo schiaffa tutto in bocca.
Geme. Succhia. Succhia e geme. Poi per un secondo si stacca e mi fa:
"Cazzo io non ho molto tempo! Dai fai fare a me!"
Inghiotte ancora tutto il mio cazzo e comincia a farsi strada con la sua mano in direzione retto. Lo allarga e tenta di farci entrare un dito. Adesso sono io che gemo. Lui spinge e succhia. Io vengo. Esplodo dentro la sua bocca grande, talmente grande che non vedo il mio cazzo mentre erutta. Sta bevendo tutto. Non ho mai visto uno godere così tanto nell'ingoiare il mio seme. Ha finito adesso. Si siede su di me e comincia a masturbarsi velocemente pregandomi di strizzargli i capezzoli. Solito clichè. Non sopporto i clichè.
Ma tra i due è lui che sopporto meno adesso.
Voglio che se ne vada prima possibile e strizzo più forte che posso.
Viene sul mio petto.
Lo mollo li e ritorno in doccia.
Al mio ritorno lui è già vestito e tutto contento perchè crede che ritornerà qui uno di sti giorni. Faccio in modo che ci creda. Lo accompagno e rimango qui da solo. Ancora.
Con ancora in mente il viso di lui. Il mio lui.
Poi penso al pacchetto in frigo.
Lo prendo e lo scarto.
E' una torta sacher, ed è buonissima.
La sera per me continua al telefono.
Ho sempre in testa il mio lui.
Domani lo chiamerò, con una scusa banale e cercherò di rallegrarmi di quei pochi minuti che avrò a disposizione per parlare con lui. Solo che io continuo a non aver pace. Da quando ho immaginato questa storia non trovo pace.
Non trovo il coraggio di fargli sapere di me.
Non vedo una soluzione. Vedo solo una grande scatola che deve essere riempita per sopprimere il pensiero di lui che continua a sbattere all'impazzata nelle fragili pareti di cartone. Non ce la faccio più.
Ne a vivere in questo limbo, ne a rinunciarci. Ho deciso che andrò fuori.
Cercherò ancora un po' di amore nelle strade di notte.
Faccio una lunga sosta su un marciapiede dove ho deciso di accasciarmi mentre passo le ultime informazioni della mia vita all'amico fidato che è dall'altra parte della città, ma è vicinissimo a me adesso. Questa invenzione si chiama telefono cellulare. In alcuni casi è proprio indispensabile.
Le macchine vanno e vengono.
Io sono un ragazzo normale.
Non mi prostituisco.
Diciamo che mi rallegro della compagnia di uomini che ad un certo orario sono li a gironzolare per la città.
Non so perchè, riesco sempre a beccare qualcuno.
Fa così strano vedere un ragazzo solo di notte? Si, a dire il vero si, e questa città sotto sotto è così sporca che non posso meravigliarmi quando chi si accosta con una scusa banale poi sembra già sapere cosa voglio.
Stasera a quanto pare è il turno di un 22enne. Si ferma.
Mai visto. Sta fermo con la macchina davanti a me. Basta.
Mi fissa. Lo faccio anch'io. Alla fine si decide e mi chiede se voglio un passaggio. Sono le 3.00 adesso. Non è il passaggio quello che voglio.
"Volevi forse chiedermi se ho voglia di fare un giro con te?"
"Beh, si è lo stesso" - e accenna un sorriso.
Sono già sulla macchina.
Mi dice qualcosa.
Nome, età, lavoro.
"Poi ho questo!" - alza la polo bianca che gli copre il pacco, Il suo cazzo, enorme, era li fuori ed eretto fin da prima che io salissi in macchina ed io non me ne ero accorto. Eppure non mi si addice la parte dello sprovveduto, strano.
"Scusa, se è così accostiamoci invece di girare a vuoto..."
"Hehehe... certo, certo. Fammi trovare un posto tranquillo."
La mia mano comincia ad accarezzare il cazzo che è duro come il marmo. Grande, perfetto.
"Io trovo sempre qualcuno a quest'ora"- mi dice.
Deja vu? Sono io che uso queste parole di solito...
Quindi non sono l'unico a pensarla in questo modo.
E' più facile scopare in questa città che trovare un euro a terra... l'ho sempre detto io.
"Ma scusa vista la direzione da cui sei arrivato, scopi anche con le trans?" - io chiedo, le trans sostano vicinissime alla zona dove di solito mi metto a gironzolare. Indisturbate per altro. Sono esaurite, ma mi stanno simpatiche, e poi di qualcosa dovrò pure parlare visto che un posticino ancora non lo troviamo.
"No no!" - sembra pure scocciato-
"Per favore, non vado a trans io, assolutamente... che schifo!!! Dai toccalo un po', che aspetti?"
Oramai siamo fermi. E' veramente grande, a fatica riesco a farlo stare in bocca. Lui, ovvio, come da copione con una mano asseconda i movimenti della mia testa con l'altra cerca di far entrare il suo dito medio dentro di me.
"Io voglio scoparti. Ti faccio divertire stasera prometto!"
Questa frase è talmente rara oggi giorno che detta così suona quasi come una minaccia. Non ho un preservativo.
Non dovrei. Ma mi lascio girare e lui dopo aver ispezionato accuratamente il mio buchetto con la sua lingua comincia a massaggiarlo e poi mi punta l'arma dietro.
Tanto lo so che non riuscirò a prenderlo. Faccio quattro fusa nella speranza di aumentare la sua eccitazione e di fatti questo succede. Adesso sta cercando di scoparmi.
E' un illuso non sa di avere a che fare con un professionista.
Invece per pochi secondi riesce ad entrare.
Piano piano. ma è dentro.
Sono in pericolo ma non posso fermarmi.
Non voglio, ecco.
A tratti riesce anche a farmi male, è letteralmente incollato a me, crede di scoparmi seriamente ed invece non e tutto dentro. Non lo è sempre e le sue mani menano il mio membro.
Io sono fuori di me. No, non lo sono.
Ma fingo e appena mi accorgo che l'atto sta per concludersi lo prego con una voce affannata e goduriosa:
"Non venire dentro, ti prego non venire dentro, non venire dentro, ahhh non venire..."
"Sono venuto"- sussurra.
La sua sborra scende sulle mie chiappe. E' uscito e mi ha irradiato di caldo seme. Sbatte il suo membro tra le mie cosce e sento la sborra scendere.
Sono un porco.
Sono sporco.
Ci rimettiamo apposto.
Lui continua a seguire il copione.
Un copione che so a memoria.
In fretta e furia è già sistemato ed ha già acceso la macchina.
Corre.
Si dirige velocemente verso la strada dove mi ha beccato. Non parla. Non mi aspettavo lo facesse e non lo faccio manco io.
Accendo una sigaretta. Arriviamo.
Sforza un semisorriso, si ferma e mi dice:
"Ciao bello e grazie."
Rimango fermo vicino alla mia bici aspettando di finire la sigaretta e con le mutante tutte bagnate.
Devo andare a casa.
Rivedo il volto del mio uomo, mentre sto fermo lì.
Sono le quattro.
Devo rifare un'altra doccia.
Questa casa diventa ancora più vuota quando ci metto piede.
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