martedì 25 settembre 2012

POST-IT N°2

Ieri la mia vita era tante cose. Era la sensazione di stare in famiglia. Poi ho capito che quando uno non si sente in famiglia neanche nella sua di famiglia, è inutile che cerchi di ricrearne una altrove. Era mangiare con le persone che facevano parte del mio quotidiano. Era ridere e scherzare. Era la vita di un docente sfigato che mai arriverà al traguardo. Era la vita di un eterno Peter Pan che non si accorge di crescere e intanto cresce. Era la vita di notti in bianco, data dalla naturale conseguenza dell'aver scambiato una sorta di tumore, che cresceva lentamente, per qualcosa di bello, un qualcosa di bello che coraggiosamente, peccando,  chiamava "Amore". Ah, l'Amore. Adoro l'Amore, si. Ed è  anche questo Amore. Amore è rendersi conto che le cose che più adoro in assoluto al mondo sono proprio quelle che non posso avere. Ecco, non è che sia il massimo... 


IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO...


OGGI

- Tu mi hai promesso che  mi avresti fatto fare la casetta se finivo il lavoro!
- Eh, hai finito il lavoro?
- No!
- Lo vedi? Quindi niente casetta. Almeno per il momento...
- Il mondo è convinto che io sia stupido!
- Ma non è vero dai, su. Fai il bravo e finisci il lavoro...
- No, io lo so che il mondo è convinto che io sia stupido!
- Secondo me non è così, comunque, se ti può consolare sappi che il mondo è anche convinto che io sia grasso...
- Ma tu non sei grasso. Tu sei bellissimo! Sei il mio migliore amico!
- Di già? 
- Si, sei il mio migliore amico ti ho detto.
- Ok ok. Come vuoi. Il lavoro che dovevi finire?
- Aspetta! Tu rimanerai con me fino a che finchè la scuola non finirà, vero?
- Mmm... allora, a dire il vero si dice: "rimarrai con me fino alla fine della scuola?". Testina...
- Va bene, va bene... ma tu rimanerai con me fino alla fine della scuola?
- Rimarrai! Rimarraiiiii!!! Ok?
- Ok, rimarrai. Rimarrai?
- Questo non lo so. Ma, perché? Non eri tu che volevi far ritornare la tua vecchia maestra?
- No!!!
- Come no? Lo hai detto tu che era bellissima e bravissima... mi hai anche detto che la chiamavi "bambolina", giusto?
- Si è giusto ma tu mi piaci di più e voglio che rimani con me e anche il mio papà e la mia mamma vogliono che rimani con me me l'hanno detto ieri.
- Mmmm... non mi fido di te, hai la faccia di chi vuole conquistarti per evitare di finire un lavoro di italiano. Non lo so, mi fido delle mie sensazioni...
- No! Non è vero!!!
- Allora spiegami perchè dovrei rimanere qui con un bimbo che non vuole fare nemmeno i compiti e, per di più, fino a quando la scuola non finirà?
- Perchè mi piacciono le tue guanciotte, la tua faccia, il tuo ciuffo lungo e i tuoi capelli tutti, i tuoi vestiti e la tua bella barba. Mi piacciono anche i tuoi occhiali secondo me.
- Ah, capisco... hai finito il lavoro di italiano? 
- No!
- Facciamo la casetta?



lunedì 24 settembre 2012

SPERIAMO SIA UN CUORE...



Vorrei essere breve perchè preferisco andare a dormire. Preferisco dormire a volte piuttosto che vivere in balia di certe dinamiche. Vorrei essere breve stasera, ma so che non lo sarò. Sembra che, da quello che mi fanno intuire, io stia al mondo aspettando una sorta di premio. Sembra che, mi fanno intuire, negli ultimi anni io abbia sbagliato ad aspettare una sorta di premio, un applauso meritato 
solo sulla base di ciò che sono e che ho fatto. Quando si dice leccare il culo... se uno non riesce, se non riesce? Volevate farmene una colpa? Uno aspetta un autobus, un taxi, uno aspetta un figlio. Uno aspetta e nello stesso momento si dispera. Ma i premi non si aspettano: si meritano. Ho vissuto questi anni senza mai aspettarmi nulla. Ma il semplice fatto che io non abbia mai aspettato un premio da parte loro non giustifica che quel premio a me non sia mai toccato, anzi, da gente che si professa seria, preparata, sincera, onesta ecco, neanche questo mi aspettavo. Se la vita è un susseguirsi di cicli è bene chiudere il ciclo per aprirne uno nuovo di zecca. Almeno so che non dovrò più vedere chi si è sempre messo in competizione senza nessun motivo. Chi ha fatto finta di volermi bene e poi, se non ero presente rabbrividiva solo a sentire il mio nome, chi urlava di gioia a saper che ho scelto altro e poi vedendomi casualmente in giro mi pregava di ritornare. Senza la minima vergogna. Chiudo questo capitolo dicendo solo che non mi interessa di chi legge né tantomeno di chi poi, da quello che legge, farà un rapporto privato senza alcuna connessione con l'essenza del mio discorso, sempre e comunque a mio sfavore. Avevo investito su alcune persone ed avevo investito in sentimenti, che sono ciò che più costa. Peccato accorgersi che sarebbe stato meglio investirle e basta. Non riuscirò a far finta, come loro, quindi se non hanno saputo rispettare una privacy, una confidenza o più semplicemente "una persona" ecco, da quella persona non si aspettino la stessa falsa moneta. Preferisco morire senza soldi a questo punto. Io vado. Vado a dormire perchè non si sa mai, magari mi sveglierò domattina e senza aspettarmi nulla riceverò un premio. Se me lo meriterò, se no, pazienza. Lascio i premi a chi li aspetta. Io sicuramente domani mattina cercherò di meritarlo un premio. Anzi no, prenderò ancora tutto quello che arriva, come ho sempre fatto e continuerò a fregarmene dei premi. Sia mai, dovesse arrivare un cuore.
"Speriamo sia un cuore..."

sabato 8 settembre 2012

AVEVO IN TESTA QUESTO DISCORSO.



FATICO AD ADDORMENTARMI PER COLPA DI QUESTA COSA.
Quello che più vorrei evitare non è tanto l'incontro e la naturale sensazione di imbarazzo che ne scaturirebbe, no. La cosa che più mi fa paura è la certezza del regalo. Il regalo che di lì a pochi mesi mi farebbe, lo stesso regalo che per un paio d'anni ho aspettato come gesto di amore incondizionato non capendo invece, anzi non volendo a tutti i costi capire, che si trattava solo ed esclusivamente di un gesto rituale, di cortesia o forse abitudine. Cosa mai dovrei fare io a quel punto per rimanere coerente con la mia linea? Prendere l'inutile regalo, perchè quello è, scartarlo davanti a lui e poi ridarglielo subito dicendogli chiaramente in faccia, con il tono più antipatico che riesco ad esprimere: "Grazie ma non so che farmene. Tienitelo. Riciclalo. Si trova sempre l'occasione per riciclare un regalo fatto con tanta attenzione ma privo di emozione. Non ho bisogno di cose che arrivino da te. Ne ho già abbastanza. Di te, delle tue cose. Sono anni oramai che mi sforzo con tutto me stesso di eliminare il pensiero di te dalla mia mente e se non ti spiace preferire continuare fino a che quel pensiero non troverà spazio neanche tra i più remoti ricordi. E tu, in tutto questo tempo, che hai fatto? Cosa fai? Mentre io divento pazzo tu... Corri. Beh, continua così, corri. Si, corri. Almeno una sola cosa finalmente è chiara. Adesso sappiamo tra noi due chi è quello che riuscirà, prima o poi, ad arrivare da qualche parte.