martedì 28 febbraio 2012

THE COUCH

Per anni la mia principale attività è stata quella di "Supporter Psicologico" per le persone che, nei vari periodi di questa mia vita, si sono affiancate a me durante il cammino. La gente va e viene. La mia però non è mai stata una scelta voluta. E' capitato, basta, ed io non mi sono mai tirato indietro. Dentro di me però ho sempre nutrito la timida speranza di poter essere io, prima o poi, quello che un giorno sarebbe stato coccolato, spronato e più semplicemente capito e a volte, perchè no, anche giustificato. Niente. Ho semplicemente aspettato in vano. Ho perso tempo? No. No, perchè quando hai sempre una parola buona per le persone a cui vuoi bene non perdi mai tempo. Però, forse si, ho tolto del tempo a me stesso... ma in un certo senso ne sono anche felice. L'esperienza è sempre stata di entrambi, nel bene e anche nel male, quindi anche la mia. Quando qualcuno ti fa dono delle proprie angosce  come se ti mettesse in mano le chiavi della propria casa. Ammetto che alcune di queste case erano veramente invivibili, ma alla fine siamo sempre riusciti a sopravvivere, entrambi. Prima dicevo che ho aspettato in vano, ma pazienza. Alle grandi attese son stato sempre abituato. Se faccio due conti così, a mente, è pur vero che sto ancora aspettando il mio principe azzurro... da ben 35 anni!!! Tu l'hai visto? Io manco in cartolina! Tutta questa apprensione però non è farina del mio sacco, no. Tutta questa mia ansia per la sua venuta non è altro che il risultato di una strana chiacchierata fatta anni fa con l'astrologa. Ecco, giusto per rimanere in tema di "attese vane", "ansia" e "case"...
L'astrologa la incontrai ai tempi in cui mi procuravo da vivere arredando le case di persone più o meno benestanti con gusto per l'arredamento orrendo. Ricordo che un giorno mi trovavo in negozio e una signora, molto carina e disponibile, si avvicinò chiedendomi di darle un consiglio su un divano che avrebbe dovuto comprare. Io un po' per innata professionalità (questa è bella!), un po' per far vedere che sapevo il fatto mio, cominciai a tirar fuori qualsiasi tipo di tessuto e a dir la mia su tutte le possibili varianti, le nuance, i cuscini e parlavo, parlavo, parlavo senza mai fermarmi. Volevo che tutto fosse chiarissimo per lei e non avrei mai accettato un "Ci penso..." da parte della signora anche perchè, se non ricordo male, il prezzo di quel divano era pari al doppio del valore che ha oggi un mio rene sul mercato degli organi clandestini. Quel divano ai suoi occhi doveva essere "IL DIVANO". Lei doveva comprarlo! Lei doveva comprarlo e io sapevo già che non si sarebbe mai lamentata. Per un attimo mentre parlavo, parlavo e parlavo, feci un breve viaggio nel futuro e mi ritrovai al suo funerale, tanti e tanti anni dopo. stavo piangendo insieme a tutti gli altri, ma non per il dolore. Piangevo di gioia al vedere la scritta sulla sua lapide che recitava:


TIZIA ASTROLOGA MILANESE (1956/2043)
 "Madre devota, appassionata di giardinaggio ed eternamente devota al sig. David Bliss che nel lontano 2003 le fece comprare un divano meraviglioso".

Capisci? Fatto sta che intanto che avevo questa visione io continuavo a parlare, parlare e ancora parlare fino a che lei mi interrompe dicendomi:

- Che bella voce che hai?"
- Bella, nè?
- Si. Mi rilassa ascoltarti...
- Ma, veramente?
- Si si, lo giuro!
- Meno male... almeno adesso so che il tipo con cui faccio sesso telefonico non racconta balle!

Le risposi davvero in questo modo ed era vero che in quel periodo avevo una liason di puro sesso sporco ed esclusivamente telefonico con un tale U. Era (é) un noto professore di matematica extra-porco, ma questa è un'altra storia... 
La signora intanto rideva di cuore della mia risposta e non appena si riprese mi chiese:

- Di che segno sei?
- Ariete.
- Bel segno l'Ariete. Se vi mettete una cosa in testa non vi ferma nessuno, eh?
- Già, così si dice in giro.
- Sai anche qual'è il tuo ascendente?
- Scherza? Certo che lo so! Non mi sarei mai trasferito in questa grande città dal mio piccolo paesello se non avessi saputo il mio ascendente!
- Davvero?
- Si si! Pensavo facesse curriculum...
- Ahahahahahahahahah!!! Che tipo! Scommetto che sei ascendente leone.
- No! (italiano)
- Sagittario? - Nope! (slang americano)
- Non mi dire... Ariete ascendente Ariete???
- None!!! (dialetto barese)
- Allora sei...
- Scorpione.
- COSA!!!??? (quasi urlava, che cazzo!!!)
- Scorpione.
- Ariete ascendente Scorpione???"
- Beh, si... perchè?
- Oh povero! Fatico a crederci, non può essere!
- Ma perchè!!! (che paura!)
- Ma perchè sono due segni troppo, troppo forti per convivere, tu non puoi capire. Quanti anni hai, tesoro?
- 25. 25 o 24... o 26, non so, adesso non ricordo...
- E non sei ancora impazzito???
- Dio, non ne sarei poi così certo, sai...

Insomma, ci siamo amati subito. Si capisce, vero? Ci siamo talmente amati che lei, subito mi disse che le avrebbe fatto tanto piacere farmi un quadro astrale su misura e assolutamente gratis, consegna inclusa. A GRATIS??? (Amore ma mi inviti a nozze!!!) Sia ben chiaro, rifiutare è la più grande forma di maleducazione. Lo sapevi? Ora lo sai. Per questo accettai. Lei, puntualissima, la settimana dopo si presentò in negozio ed io non mi dimenticherò mai del suo arrivo. In quel periodo stavo inzigando con un ragazzo che lavorava con me e lo avevo invitato per un drink fuori. Non avevo la minima speranza con lui ed ero depresso. Lo invitai giusto un secondo prima che arrivasse lei e sapevo che mi avrebbe dato buca. Infatti accetto, uscimmo, poi uscimmo ancora, poi ancora, poi lui era etero, poi io ero gay, poi lo portai ad una pizzata con una 40ina di gay ultimo modello, poi gli confessai il mio amore davanti a tutti e poi lui mi disse di provare la stessa cosa per me e ci appartammo a limonare senza mai mangiare la pizza che ordinammo e poi per due anni siamo stati insieme. Lui era bello e felice. Anche io ero solo felice, ovvio. Ero molto felice con lui... fino a quando non capii che non era lui che volevo e quindi non ero felice con lui e... lo mollai. Lui tornò etero e si mise con una modella russa ed io ripresi a battere.
Ok, credo che anche questa però sia un'altra storia...
Ma la signora? Ah, si, eccola che arriva mentre il mio collega mi saluta ricordandomi che sarebbe passato alle 21 nel bar dove gli diedi appuntamento. Io la vedo e penso che non è un buon segno, siccome non comprò mai il divano, per me la signora portava sfiga. Pensai "Ok, lui ha accettato il mio invito e si presenta questa proprio ora? Vuoi vedere che un camion lo mette sotto non appena usciamo dal lavoro? Ma grazie a Dio tutto questo non accadde. La signora arriva, mi saluta, dice di avere molta fretta e mi consegna questa specie di relazione fatta a mano dicendomi che aveva un appuntamento e che sarebbe passata un altro giorno.

"Mi raccomando, leggila con attenzione perchè è di te che si parla, e anche perchè potresti trovare delle risposte a domande che ti fai da una vita".


Scappò via ed io iniziai a leggere il mio tema astrale. Ricordo che la prima cosa che mi colpì fu questo gran parlare di una certa Lilith (LA LUNA NERA!). Lilith nel mio tema astrale era ovunque, pure nei titoli di coda. Stava combinando un casino tra i pianeti e le stelle fin dal primo giorno che ho messo piede su questo strambo mondo. Grandi, enormi casini a causa sua, specialmente nella sfera sessuale (GRANDE LILITH!) e su tutto quello che concerne la creatività, la salute, il lavoro, i debiti e non dimentichiamolo: l'Amore! (AHAHAHAHAHAHAHA!!!)
Carramba! Senti un po' cosa mi scrisse:

"L'uomo della tua vita ha appena intrapreso un viaggio che ha come tappa finale l'arrivo al tuo cospetto. E' più vicino di quanto tu possa immaginare e ti dirò di più... sta per raggiungerti!"

A parte il fatto che una che si presenta con una mappa astrale che si conclude con una nota del genere non deve essere molto "in bolla" ma vabbè... 
Era il 2002. Questo vuol dire che son passati 10 anni o sono veramente pazzo? E' cosa risaputa che in Italia le ferrovie dello stato sono diventate, a livello mondiale, l'emblema del ritardo. Ok. Sempre che questo sia partito in treno, ovvio. No, perche in effetti l'astrologa non ha accennato al mezzo di trasporto. Spero solo non abbia preso la nave visto quello che è successo qualche settimana fa. Mi chiedo, sulla base di una tema astrologico che ha come punti di riferimento massimi la mia data di nascita, io che diritti ho?  Posso sempre e comunque considerarlo mio marito? Ricordi? Sono il maggior esperto che conosco per quanto riguarda i mariti immaginari. E ancora, a livello legale, che succede? Se per caso fosse veramente morto durante il tragitto, io oggi posso o no considerarmi il vedovo ufficiale? Quindi i suoi averi dovrebbero spettare a me di diritto, no? E se non fosse morto? Oddio! La mia mente non la smette mai di pensare! Se non fosse morto e durante il lungo esodo affrontato per venire da ME abbia deciso che si poteva permettere una pausa? Magari si è fermato un attimo in autogrill per un caffè. E se dopo il caffè fosse andato nei cessi dell'autogrill a pisciare e avesse incontrato uno di quei froci moderni con le sopracciglia a gabbiano che, senza pensarci su un attimo, lo abbia circuito distogliendolo dal suo scopo primordiale, cioè ME!? Si, lo sai benissimo di cosa sto parlando. Parlo della classica ricchia con quelle sopracciglia scolpite da uno dei tanti studenti di architettura fuoricorso, quelle che scelgono il modello gabbiano non si fanno tanti scrupoli, non guardano in faccia nessuno e prima che tu te ne renda conto tutta la tua vita è andata. Ora però, se fosse proprio così, come immagino nella mia ultima ipotesi... dove vado io a fare la denuncia per abbandono di futuro tetto coniugale? E lui, in qualità di ignoto, ti sembra si stia comportando bene nei miei confronti? No. Immagino di no. E' questo il brutto dell'indipendenza assoluta. Non c'è mai nessuno che ti dia un consiglio quando ne hai più bisogno.
Ma da oggi le cose cambieranno e tutte in meglio!
Ho deciso che assumerò un "Life Coach". Si, io ho assolutamente bisogno di un Life Coach, e visto quello che offre oggi il mercato ho deciso di assumere il migliore in assoluto, colui che non conosce la parola "errore" neanche a livello show tv nazional-popolare/musicale (Loredana? Ah, si si Loredana...) e che non si  mai concesso di perdere o anche solo pareggiare in una qualche minima sfida, colui che ha fatto del sorriso e del savoir faire un'arma pericolosissima e che con essa è riuscito a sterminare milioni e milioni di checche deboli, convinte e con un pessimo gusto in fatto di accessori. Assumerò la persona più geniale che io conosca, l'unico al mondo che è capace di stare 50 minuti sul tapis roulant a 60 km l'ora per 3 giorni alla settimana senza riuscire a perdere un solo grammo (se non è un'impresa impossibile questa...), l'unico che rischia una mega denuncia da parte dell'Enel perchè non riesce a controllare l'eccessiva emanazione della propria luce interiore causando all'azienda un'invidia sfrenata! cattiva pubblicità: IO!!!
Si, ho deciso di assumere me stesso come mio personalissimo "Life Coach" (anche perchè così, a pensarci bene, non dovrò mai pagarmi, giusto?).
Adesso sono cazzi amari. Per tutti...
Ma riflettendo bene su tutta questa sporca faccenda e visto che l'ho appena presa questa importante decisione bisogna che io dica una cosa: ci sono delle tempistiche da rispettare per una qualsiasi tipo di assunzione fatta con i sacri crismi, e con il Governo Monti è meglio non sgarrare quindi, posso ancora ritenermi un frocio senza life coach, suppongo. E siccome non ho ancora un life coach che possa aiutarmi a finire in maniera eccellente questo mio "intervento" grammaticalmente eco-insostenibile, posso solo dirvi che in questo preciso momento non so come finire questo post. Però so il perchè. 
Perchè non è ancora finito, i guess...  :)



venerdì 24 febbraio 2012

SUCCHIA! SUCCHIA! SUCCHIA! SUCCHIA!

Sono mesi che ho in testa di scrivere due o tre cosette sul mio amico Copi (R.I.P.). Il fatto è che in testa, oltre a quello, ho anche un sacco di altra roba. Poi, ancora, vorrei ricordare a tutti che il fatto di avere: un marito, due figli adottati, una casa, un cane, un gatto, quattro pesciolini rossi, un'iguana, due macchine (io la Mini), una tata, una suocera e tutto quello di cui avete sempre letto qui, seppur immaginarie come cose, hanno sempre un certo peso. Almeno per me, perchè io... mi applico! Comunque per tornare al caro Copi, prima o poi lo faccio sto benedetto post. Lo giuro. Intanto godetevi questa striscia... 








sabato 18 febbraio 2012

I LOVE MY PART-TIME JOB



Oggi mi son reso conto di una cosa molto importante. E cioè che è da un po’ di tempo che non do il mio contributo al sociale, al mondo, all’umanità. A voi insomma. Siccome non posso dare nessun consiglio a chi decide di fare il mio primo lavoro (la maestra elementare) solo per il semplice e validissimo motivo che io, il mio primo lavoro, non lo so affatto fare… direi che potrei dare delle dritte molto efficaci, potenti, assolutamente professionali a tutti coloro che decidono o decideranno di buttarsi a capo fitto in quello che di fatto è il mio secondo lavoro: la cameriera ai tavoli in un pub. Essendo io una persona molto semplice, umile e sinceramente sincera, ho pensato che sicuramente questo potrebbe essere un modo per:

1 Dare una mano a tutti quei giovani che sono confusi sul proprio futuro.
2 Dare una mano a tutti quei giovani che se ne fottono del proprio futuro.
3 Dare una mano e basta. La mia destra in genere, per chi non avesse ancora capito…
Bene, sarò breve e conciso se no la mia collega dice che sono logorroico… ed io lo sono. Solo che a me, sinceramente, non piace sentirmi dire le cose in faccia. Chiamiamola abitutine. (Che ridere!)
Quando si decide di lavorare in un locale (decisione che io non ho mai preso!!!) bisogna osservare poche semplici regole. Prima di tutto dovete essere belle, sempre belle, bellissime. Se non lo siete… non è un problema perchè se il gestore del locale è in merda vi prende lo stesso. Secondo poi dovete fare un piccolo esame di coscienza e chiedervi:
“Ma io, sarò in grado di: servire ai tavoli, gestire milioni e milioni di clienti, correre come una pazza da una parte all’altra del locale, sclerare con il mio capo, sclerare con i miei colleghi, sopportare le angherie dei clienti, pulire il bagno, cambiare le candele, portare fuori l’immondizia alle 4 del mattino con 10 gradi sotto zero, mostrare sempre una perfetta educazione, sottomettermi a tutto e tutti e, soprattutto, non bere mentre sono sul posto di lavoro senza che questo possa in nessun modo attaccare la mia integrità? E poi questo lavoro non scalfirà, esaurendomi, la mia eterna bellezza interna, visto che di quella esterna non se ne vuole occupare nessuno?”
Fermatevi un attimo.
Inspirate profondamente. Ora siete pronti.
Purtroppo, se la risposta è un secco, impaurito, angosciato: “NO! Mai e poi mai!!!”, come dire, siete la persona giusta. No, volevo dire, quello è il lavoro giusto per voi che siete la persona giusta! (Che giusto!). Ora l’unica cosa che ci vuole e imparare i trucchetti del mestiere, ma basterà seguire i miei preziosi consigli e in men che non si dica sarete la futura Jennifer Lopez nel periodo che va dal 1994, credo, al … Non mi ricordo, cazzo! Si, prima della comparsata che fece nel video di “That’s the way love goes” di Janet Jackson, per intenderci. Ragazze è inutile fare quella faccia schifata perchè abbiamo tutte, come Jennifer, cominciato così: chi non ha mai fatto la cameriera ai tavoli scagli la prima pietra! Ma torniamo a noi. Innanzitutto dovrete lasciare tutti i problemi personali a casa vostra, fuori dal lavoro quindi. Perchè fidatevi di me (cit. Misery non deve morire) dopo pochi giorni dal vostro ingresso come nuova cameriera del locale, i problemi sul lavoro saranno sempre in crescita e non lasceranno spazio alla vostra mente per le cose passate. Ricorderete i problemi lasciati a casa come “Lunghissime vacanze a Sharm El Sheik”. Poi dovete ricordarvi la prima ed unica cosa, la più importante in assoluto, quello che veramente conta per fare carriera in questo spietato mondo della ristorazione:”Il cliente ha sempre ragione”. In questo lavoro la frase Il cliente ha sempre ragione equivale al Primo dei Dieci comandamenti Io sono il Signore Dio tuo: 1. Non avrai altro Dio fuori di me…”. Il cliente è tutto e voi in nessun modo dovrete mai mancargli di rispetto o deludere le sue (ENORMI) aspettative.
Esempio
“Scusa?”
“Si, dimmi…”
“Si, scusami tanto se ti disturbo ma… io vorrei prendere un vino dolce che però non sia un passito. Cioè, vorrei, se c’è, un rosso dolce che però sia più un rosato da accompagnare con quei biscotti alla cannella buonissimi che servite qui insieme ai vini dolci. Però non posso prendere il Sangue di “Judas”, solo che io non ci capisco nulla e vorrei chiederti un consiglio, nel senso che io credo che…”
“Senti amore, io non ci capisco un cazzo di vini, li bevo e basta!”
“Ok, ma è solo che io volev…”
“Oh! Sei sorda o che???”
Ci siamo capiti? Il cliente prima di tutto. Sempre e comunque, mi raccomando! Una volta che avrete metabolizzato questo concetto sarete già a metà dell’opera. A questo punto è bene che io vi parli di quello che nello specifico è il primo passo da fare in questo lavoro. Lavoro che vi riempirà, giorno dopo giorno, di immense soddisfazioni. La prima cosa da fare, dicevo, ovviamente dopo aver fatto si che il locale sia pronto ad accogliere i suoi amati clienti, è quella di mettersi in cassa con la faccia da idiota, fingere di essere la persona più fortunata del mondo e sfoggiare il sorriso più falso ed ipocrita che avete. Non guardatemi così!!! Tutti abbiamo un sorriso falsissimo in tasca e lo tiriamo sempre fuori all’occorrenza. In alternativa potete sempre fingere una grave paralisi facciale. Come vedete c’è sempre una soluzione. A tutto. Ok, lasciamo perdere…
Ora siete pronti ad accogliere i clienti ed accompagnarli al tavolo consegnando loro le liste. Ovvio che prima di accompagnarli questi, avvicinandosi, vi chiederanno una serie di cose e voi dovrete sempre avere una risposta convincente, sincera e appropriata per qualsiasi situazione. Prima di tutto organizzare gli spazi. Si, non tutti hanno avuto la fortuna di poter vantare nel proprio curriculum tre o quattro anni di esperienza come arredatore d’interni come il sottoscritto, quindi di seguito vi elencherò una serie di situazioni “tipo” con relativa soluzione. Credetemi, seguendo alla lettera i miei consigli… farete un figurone! Mettiamo che arrivino i primi clienti, e voi accogliendoli esclamiate:
“Ciao, quanti siete?”
Questa frase la ripeterete così tante volte che con il passare del tempo lo chiederete anche a voi stessi la mattina appena alzati, davanti allo specchio mentre vi accingerete a lavarvi i denti. “Ciao, quanti siete?” sarà da oggi in poi il vostro personale Status Symbol.
Quindi: “Ciao, quanti siete?”
se la risposta sarà:
“Siamo in due…”
dovrete rispondere:
“Volete un tavolo da due? No, perchè mi è rimasto solo un tavolo da sei, ma se mi date un attimo posso prendere la sega in cantina e tagliarlo in tre parti uguali… uhm?”
Se invece, avvicinadosi a voi, diranno una cosa tipo:
“Siamo in due barra tre…”
dovrete rispondere:
“Ah! Sei incinta!”
(in questo caso fate anche una faccia da “Auguri, figli maschi e gay!” e portate dei cioccolatini al tavolo insieme al conto)
Alla risposta:
“Siamo in quattro!”
voi prontamente:
“Ah, si? E che siete venuti a fare qui? Il “Mulino a vino” è chiuso?”
Se, sfortunatamente, la risposta dovesse essere:
“Siamo in dodici…”
voi, cordialmente, risponderete:
“Volete un tavolo a testa o vi strigete?
Una risposta al “quanti siete?” potrebbe essere:
“Siamo in sedici, dove possiamo sederci?”
Ecco, in questo caso è sempre bene rispondere:
“Amore, sulle sedie!”
Spesso e volentieri vi capiterà di sentirvi dire:
“Ciao! Noi siamo in tre, ma dovrebbero raggiungerci altri cinque amici, dopo…”
Non state lì a pensarci su. L’unica risposta adatta ad una situazione di questo tipo è:
“Amore, non è un problema mio!!!”
Vi capiterà, certamente il venerdì o sabato che sono i giorni più pesanti per qualsiasi locale, anche una risposta del genere:
“Ciao! Siamo in ventidue!”
Non abbiate paura. Allora, per prima cosa, dovrete rivolgervi al capobranco ed indicare con il dito indice della vostra mano destra la porta d’ingresso del locale. Non appena i ventidue sfigati si saranno tutti girati verso il punto che voi starete indicando, non dovrete fare altro che schiarire la voce, assumere il tono più professionale che potete ed esclamare con tono deciso:
“Ragazzi, quella è l’uscita! Sulla vostra destra, a 300 metri circa, c’è il Turnè! Buona serata!”
Probabilmente le prime volte vi confonderete sulla distanza effettiva che c’è tra il locale in cui lavorate ed il locale rivale. Tipo che potreste dire 700 o 100 invece di 300, ma vi assicuro che con la pratica e la tenacia, supererete questo inghippo molto prima di quanto voi stessi vi aspettiate.
Per concludere questa, che potrebbe essere la prima puntata di “How to be the perfect waitress”, volevo solo ricordarvi una cosa. Nelle serate “paiiiura”, quelle cioè in cui il locale è pieno zeppo e, nonostante tutto, continuerà ad arrivare gente, vi capiterà spessissimo di sentire una domanda da parte di tutti i clienti in attesa, quelli che formano una fila interminabile di fianco alla cassa. La domanda è un pugno nell’occhio, ha veramente lo stesso potere che ha un secchio d’acqua fredda in faccia, tipo un 24 dicembre qualsiasi alle 3 di notte, ed è inutile trasciverla è basta. Bisogna che vi faccia un esempio pratico di quello che è il dialogo per intero, al fine di farvi capire bene l’essenza malvagia del quesito finale:
“Ciao, noi siamo in sette, c’è posto?”
Ecco io di solito rispondo in due modi differenti ma molto efficaci entrambi:
“Posto? Qui? Stasera? Figa, ma sei cieco???”
oppure:
“Si, amore di posto c’è ne… solo che è tutto occupato!”
Anche se a volte, per citare ancora il famoso locale rivale, mi è capitato di rispondere:
“Posto? Si si. Al Turnè c’è tutto lo spazio che vuoi!!!”
(Ovvio che potrete gestire voi la conversazione optando per la risposta che più si addirà al vostro stato d’animo, insomma siamo qui per lavorare, non siamo dei fondamentalisti…).
Ecco, a questo punto entra in gioco la famosa domanda “ghiaccio” di cui vi parlavo prima, si, perchè voi sarete sicuramente convinti che una delle educatissime risposte che avrete dato sia bastata a calmare il tipo che aspetta in fila, ma no. Lui vi richiamerà chiedendovi dolcemente:
“Ah, ok. Sai quanto c’è da aspettare?”
Ok. Posso fare un piccolo sfogo personale? Non me ne vorrete, vero?
PICCOLO SFOGO PERSONALE
Io non capisco certa gente come cazzo sta? Ma cosa ho scritto in fronte “Mago Otelma”??? Ma mi vedono in giro per la città con la sfera di cristallo? Con i tarocchi? Come cazzo faccio io a sapere quando andranno via i clienti? La gente, mi chiedo, è veramente convinta che di solito uno vada in un locale e dica: “Ciao, siamo in due e staremo qui 45 minuti?”. Qualcuno, cazzo, vuole aiutarmi??? 
Ho finito, dai. Ritorniamo a noi.                              Dicevo, io in casi come questo, vorrei solo morire o trovarmi su una sdraio al sole dall’altra parte del mondo con in una mano buon cocktail e nell’altra un libro di Edmund White, ma siccome non si può, riprendo il controllo di me e rispondo con molta gentilezza:
“Tredici minuti e nove secondi!”
Siccome lui, a sua volta, risponderà subito e alquanto incredulo:
“Veramente???”
Voi dovrete immediatamente dire:
“Si. Mi ci vogliono tredici minuti e nove secondi esatti per fare il giro completo del locale e chiedere a tutti i clienti ai tavoli quando hanno intenzione di andare fuori dai coglioni per far sedere te e quelle sei mummie egizie che ti porti dietro. Ti fidi?”
Tranquilli. Se mentre lo dite inarcate leggermente le sopracciglia intanto che corrugate la fronte facendo uscire del fumo dalle vostre narici e aumentate man mano il tono della vostra voce, a lui non resterà che rispondervi:
“Ok ok. Mi fido, mi fido…”
Infine, colgo l’occasione per introdurre quello che potrebbe essere l’argomento di un’eventuale prossima puntata di “How to be the perfect waitress”, sempre che ci sia una prossima puntata, ecco. Come spesso capita, all’ora di chiusura del locale vi troverete ad avere a che fare con insolite bande di: Skinheads, Emo, Emosessuali, Spacciatori e via dicendo. Si, insomma, gli ultimi clienti che nonostante voi stiate lì, con i vostri colleghi, stremati, a cercare di pulire tutto in fretta per scappare a casa quanto prima, imperterriti rimangono seduti anche se voi avete già ripetuto più di una volta la famosissima frase:
Ragazzi, scusate ma noi tra 10 minuti chiudiamo…
Questa credo sia la più grande piaga sociale di tutti i tempi. Loro non capiscono e voi vi incazzate, ma non riuscirete a mandarli via perchè, ricordate? Il cliente ha sempre ragione, giusto? Io però ho messo a punto un paio di stratagemmi infallibili che faranno andar via i clienti che tardano ad alzarsi dopo l’orario di chiusura… senza recare loro nè danni nè offese di alcun genere. Alla Prossima!!!
No, non ce la faccio! Devo darvi un assaggio!
Supponiamo che sia tardi, molto tardi. Il locale a quest’ora dovrebbe essere già chiuso e voi insieme ai vostri colleghi dovreste già essere vicini alla fine di tutti i lavori ma, c’è ancora un tavolo di 10 ragazzetti ciucchi. Parliamo di bimbetti, di quelli che si affacciano da pochissimo alle serate, di 16enni bavosi del cazzo. Volete sapere che si fa?
- Ciao Bambini! Scusate ma noi tra 10 minuti chiudiamo…
- Dai, figa! L’ultimo drink e andiamo, figa!!!
- Va bene…
Questa scena si ripeterà un paio di volte e loro faranno sempre e comunque finta di nulla. Ora tocca a voi porre rimedio a questa estenuante situazione. Allora, vi affaccerete alla porta della saletta del locale dove è situato il loro tavolo. Non dovrete avvicinarvi, dovrete improvvisamente fingere sgomento e iniziae ad urlare come delle povere pazze (è facilissimo ve lo assicuro) la più terribile delle frasi:
“Bambini scappate a casa!!!! C’è la Franzoni in giro!!!”
Non è geniale tutto questo?
Ah, dimenticavo! Se in una fredda notte d’inverno dovesse arrivare Luisa Corna con tutto il suo enturage o Fausto Leali con suo figlio e una squadra di giovani DJ… fate dire loro, da un vostro collega, che voi quella sera… non state lavorando!!!

LA STANGA!
Wine Bar/Live Bar
Via Bergamo 32 - Monza (MB)
Luci soffuse e musica soft per rilassarsi e chiacchierare in tranquillità. La Stanga è un locale adatto per una serata romantica (i tavoli sono tutti rischiarati a lume di candela) come per un’uscita fra amici. Le etichette della carta dei vini ne fanno un’enoteca di tutto rispetto, ma c'è anche una discreta scelta di birre, cocktail.. e tisane!!! La cucina propone stuzzichini e qualche piatto cucinato con cura. Imperdibile il brunch domenicale dalle 12 alle 15.

Turnè: A Monza, un ristorante di qualità, un’enoteca dinamica e un bistrot accogliente: abbiamo creato tre ambienti in un unico spazio per garantire un’offerta completa, tutti i giorni della settimana. Uno spazio che diventa una scatola, da riempire di eventi, concerti, mostre, incontri e appuntamenti. Questo spazio si chiama Turnè. (Via Bergamo, 3 20900 Monza MB)
Mulino a vino: Il wine bar Mulino a vino nasce sulle sponde del fiume Lambro che taglia il centro della città di Monza, l'edificio che lo ospita era proprio un vecchio Mulino ed infatti adiacente al wine bar esiste un magnifico museo visibile anche da una sala del locale, una vista suggestiva piena di fascino e storia. (Via Edmondo De Amicis, 21 20052 Monza MB)

martedì 14 febbraio 2012

DANCER IN THE PARK (INEDITO 5)

"SONO LA TUA PUTTANA!"
Devo dire due cose. La prima è che secondo me "Queer" di William Burroughs doveva essere tradotto come "Frocio" e non "Checcha". La seconda invece e che, ecco è veramente scomodo scrivere da questa postazione. Oh! Finalmente l'ho detto e posso dire altro. Normale. E' normale lamentarsi quando non si ha un cazzo da fare, come in questo caso.... come è altrettanto normale, quando giri per il parco senza meta, imbattersi in personaggi che definire strani non fa che sminuire al massimo la totalità e la potenza dei loro poteri magici... è normale, ecco. Normale. Extreme Makeover? Roba da bimbi dell'asilo. Questo tizio è SuperFasciaTop! Mi si presenta davanti all'improvviso. Un angelo. Un vero angelo. Infatti non l'avevo mai visto prima. Lo so che adesso sembra strano, ma io quando sono al parco mi sento come se fossi all'inferno. E' li che espio le mie colpe quotidiane (si si, ridi...). Il tipo era alto, biondo soap-opera, avrà avuto qualche anno in più di me, delle mani meravigliose, un corpo da statua e due occhi azzurri che dicevano felici e alternandosi, uno "Succhia" e l'altro "Melo". Ecco, devo fermarmi un secondo. Ho già detto che era bello, ok. Ma a me la bellezza non ha mai provocato spasmi di questo genere. Sono letteralmente fuori di me, eccitatissimo e il mio cazzo sta tirando così forte dentro le mie mutante che tra poco verrà fuori da solo e mi prenderà a sberle. Ad ogni modo lui è troppo "Maschio". Era dai tempi del Festivalbar del 91 a Napoli che non vedevo un "Maschio" così "Maschio". E' ancora qui vicino a me e non se ne va. E' perfetto a parte quei cazzo di occhi azzurri... Ok, vi ho mai detto quello che penso delle persone con gli occhi azzurri? No, certo che no, se no non ve lo avrei chiesto. Comunque quelli con gli occhi azzurri a me non piacciono. Aspè! Non ho detto che non me li faccio!!! Non mi piacciono a pelle, non mi fido, non mi trasmettono energie positive, non mi fanno sentire a mio agio si, insomma, mi fanno cagare!!! Questo però si è presentato tutto d'un tratto, così uomo, maschio, sapeva di porco e quindi ho pensato "Oggi che giorno è? Mercoledì. Mhhh! Mercoledì... ok, oggi che è mercoledì sono daltonico!". Visto? Risolvere i problemi? Io ci metto un attimo. Ad ogni modo non ho dubbi. Questo è ad una trentina di centimetri da me ormai ed il dubbio che voglia chiedermi se ho mai sentito parlare della "Torre di Guardia" ce lo siamo tolti. La sua mano comincia ad avvicinarsi a me sfiorandomi la cintura. Giuro, sono sensibilmente emozionato. Finalmente un "MASCHIO" e non un uomo. Il mio caro amico Walter usava dirmi spesso "Che non bisogna mai preoccuparsi di come si è, e che è inutile cambiare per gli altri perchè in questo mondo ce ne per tutti". Aveva ragione. Ma aveva ancor più ragione quando mi diceva "E' vero che uno può anche essere versatile a letto, ma rimane il fatto che ognuno di noi ha le sue preferenze...". Walter ha sempre avuto ragione. Io non mi faccio scopare. Perchè sono tutti passivi!!! E' vero! Giusto ieri dicevo alla mia immagine che è l'epoca in cui viviamo ad essere sbagliata e lei prontamente mi ha risposto...

- Si, hai ragione. Questo è un periodaccio!
- Certo! Sono tutti passivi!
- Dovevamo approdare in questo mondo almeno tra una cinquantina di anni!
- Eh, no! Saremmo dovuti nascere al tempo in cui i froci li bruciavano in piazza, davanti a tutti, cara mia! Perchè è vero che li bruciavano e certe cose non si fanno, per carità! Io poi, come prossima candidata a Miss Italia non posso che volere la pace nel mondo e a tutti i costi, ma sono sempre stato convinto che a quei tempi, prima di bruciarli, li facessero divertire un casino!!! E' normale! A quei tempi le passive non esistevano e se ti beccavano comunque, anche se fossi stato un attivo, te lo avrebbero messo nel culo per forza!!!
- Bah! ...

Certo che ho anch'io le mie preferenze e vedi un pò dove son finito! Ma oggi finalmente posso dare sfogo alle mie più intime, nascoste, represse fantasie sessuali perchè quest'angelo di Dio è venuto per salvarmi! Si lo so lui oggi vorrà scoparmi ed io cederò perchè non è possibile che un "Maschio" come lui non voglia montarmi a dovere. Lui ora mi scoperà. Potrei giocarmi la casa. Giuro! Ecco, sta aprendo piano piano la mia patta mentre continua a fissarmi e siamo quasi al punto "limone". No, si avvicina al mio orecchio mentre prende la mia mano e se la infila nelle mutande. Mutante molto capienti... Mi sta leccando l'orecchio e sento il suo cazzo diventare sempre più grande. E' inglese. E' inglese!!! Un cazzo di maschio e pure inglese ed è solo mercoledì!!! Adesso lui è dietro di me intanto che con una mano ravana il mio bel pisellino e da dietro me lo appoggia
"Vuoi essere la mia Puttana?"
Signori miei la voce in un rapporto è la prima cosa. Per un nano secondo ho creduto fosse lo spirito di Paris Hilton a parlare attraverso la sua bocca. Questo che cazzo di voce ha??? Me lo chiede soavemente ma io non rispondo. Chiedo troppo? Tutto mi aspettavo ma non una boiata del genere. Signori miei ho capito che è "Maschio" ma ora che so che è pure inglese con la vocina di Farinelli, scherziamo? Anche no!!! Comincio a sentire un certo campanellino d'allarme. Il mio cazzo, in automatico, si è spento. Kaput. Morte. Catastrofe. LA LUNA NERA!!! La mia maledettissima esperienza decennale nel campo non mi lascerà mai in pace. Ho già capito tutto. Questa è la cronaca di una morte mai annunciata. Povero me!
"Vuoi essere la mia puttana?"
Ancora? Con quella voce e soprattutto quell'accento? Io non ce la faccio e senza pensarci su rispondo in automatico un bel "No!" secco. Ok. Così lo capisce, e magari se ne va. Si, adesso faccio la checca pazza e questo sfigato inglese se ne va! Tu ci credi? Non appena sente il mio delizioso "No" accade quello che mai mi sarei aspettato. O forse si.
"NO!!!!" dico con voce seccata e a lui sembra il pretesto per diventare pazzo, mettersi davanti a me, ficcarmi la lingua in bocca e urlare come un isterico inglese:
"It's perfect! It's perfect!!! Allora sono io tua puttana! Sono io tua puttana! Si, sono io tua puttana!!!". Non faccio in tempo a realizzare quello che si sta svolgendo davanti ai miei occhi che questo non si abbassa i boxer e mi da il culo? Il mondo va a rotoli ed io sono sicurissimo che siamo ad un passo dalla fine e non solo per il fatto che una volta avevamo Janis Joplin ed ora al suo posto impazzano le varie Britney, Cristina e Gaga (nessuno si azzardi a nominare Madonna Ciccone!!!). Così ho dovuto tirarmi su le maniche, intanto che tiravo giù i pantaloni,  e buttarglielo dentro. Come sempre. Ricordiamoci che ho un etica professionale che mi impone (come anche il bon ton del resto) di non rifiutare mai ne tanto meno di lasciar che un povero gay non trovi i suoi 5 minuti di puro piacere per colpa mia. Dico la verità, mi sono mentalmente isolato in quel momento. Sentivo i suoi versi che pian piano sparivano ed io entravo nel mio mondo dove in quello stesso momento avevo deciso di chiamare Diana. Si, proprio lei. Avevo troppo bisogno di parlare con qualcuno che potesse capirmi e lei sarebbe stata la mia "persona adatta di oggi". Non so perchè.

"Pronto? Diana?"
"Si? Sono io, chi parla?"
"Sono David. David Bliss il ragazzo del Blog, ricordi?"
"Si si! Ciao David! Certo che mi ricordo, come stai?"
"No, aspè! Ma tu non sei Diana! La tua voce... che... Ahhh!!! Ok, ho sbagliato! Sei Diana della nuova serie dei Visitors?"
"Si, esattamente! Perchè?"
"Oh! Scusa. Scusami tanto. Io volevo parlare con la prima Diana dei Visitors, quella che era Diana nella serie che andò in onda negli anni 80. Quella che usava la lacca Splendor, per intenderci. Perdonami, colpa mia devo aver sbagliato numero..."
"Tranquillo! Capita. Il numero è sempre quello ma l'interno diverso quindi non devi fare altro che mettere il 7 al posto dell'ultima cifra, ok?"
"Bene, ci provo dai... saluti!"
"Ma va! Stai in linea ti metto in attesa e ti passo io l'interno! Ciao!"

Sono in attesa. Pure nel mio mondo immaginario mi tengono in attesa... e sempre con canzoni del genere? Io cosa cazzo ho fatto per meritarmi questo quando non sono neanche Carmen Maura?
"I've been loving you a little bit too long I don't wanna stop now. No, no, no..."

Eccola!
"Pronto?"
"Diana!!!"
"David!"
"Era ora! Tutto bene?"
"Si si, scusa tesoro ma con il fatto che abbiamo dovuto fare un remake qui hanno aggiunto nuove postazioni per i nuovi interpreti. Tu?"
"Vediamo.... io bene, si bene. Sai mi è venuta in mente una domanda e subito dopo ho visto il tuo viso mentre stavi per ingozzarti di topolini cavia e così ho pensato che forse tu sei una di quelle poche esaurite che può darmi una mano a risolvere questo mio personale dramma... mhhh?"
"Bene sono lusingata. Sentiamo dai..."
"Ecco, semplicemente... tu di Mariah Carey che ne pensi???"
"Eh???"
"No, seriamente. Secondo te ce la fa?"
"E' uno scherzo vero?"
"No no. Affatto! Dai, spara!"
"Ma, non so, cosa vuoi che ti dica? Non so se ce la fa, credo che però ce l'abbia fatta, no?"
"Sbagliato!"
"Allora non ce la fa... io che ne so?"
"Oh, dai Diana, per favore! Non voglio farne una questione di etica. Tu ce l'hai fatta mangiando dei topolini bianchi, dai! Qui si parla di cose inutili per arrivare ad un più importante argomento e cioè capire come mai Mariah Carey ce l'ha fatta ed io sono ancora qui! Puoi almeno fare uno sforzo ed aiutarmi nella ricerca di una risposta sensata? Dopotutto sei un'aliena, no? Dovresti saperne un po' di più..."
"David, non lo so... Per me Mariah Carey puo' schiattare sotto un treno a dirla tutta!"
"Bene, almeno su una cosa siamo d'accordo!"
"Durerà tanto questa visione? No, perchè dovrei pulire le gabbiette ai miei gerbilli desserts..."
 - No, mi sa che vado. Anzi... mi sa che vengo..."

Ok, son venuto. L'inglesina me la son scopata e, come sempre succede, adesso mi rimetto in sesto e me ve vado. Invece no. Ci siam messi a chiacchierare un po' ed io non me lo aspettavo, per niente. In inglese. Ovvio. Quella pazza in italiano sapeva dire solo il titolo di questo post. Ci siam fumati un paio di sigarette colloquiando di tutto: lavoro, sport, lavoro, amicizia, lavoro e poi...

"Sei sposato?"
"Si sono sposato da 10 anni."
"Ah... mi chiedo sempre come vivrebbero le vostre mogli se sapessero che passate i pomeriggi qui a strusciarvi con altri uomini..."
"Mia moglie lo sa."
"Cosa?"
"Che mi piace il cazzo..."
"Ah si?
"Si si, lo sa..."
"Io le ho detto tutto."
"E lei?"
“Lei mi dice di andare avanti."
"Avanti?"
"Si, di continuare. Di andare avanti."
"Sti cattolicissimi cazzi!!!"
"Cosa?"
"Ma ti rendi conto?"
"Cosa???"
"No, non è strano che tu sia sposato, che ti sia riscoperto gay, che ne hai parlato con tua moglie che, invece di sclerare, ti consiglia pure di andare avanti... e poi capisci che adesso, per andare avanti, dovrai sempre usare il didietro?!!".

Ah, vorrei ringraziare me stesso per la traduzione e, in attesa di un vostro cordiale riscontro, colgo l'occasione per inviare a tutti voi che mi seguite da casa, i miei più cordiali saluti.


DAVID BLISS
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