sabato 1 dicembre 2012

AD ESSER SINCERI...

Io faccio una fatica enorme a memorizzare, nella mia testa, il numero del mio cellulare. Ne ho cambiati diversi negli ultimi anni. Di numeri, non di cellulari... si, vabbè, anche di cellulari. Perchè a me li rubano. Quattro cellulari in un anno. Quattro biciclette l'anno prima. Ma non è importante. Oggi ho finalmente capito una cosa importantissima. Nella mia mente sono stampati, marchiati a fuoco, cinque numeri di cellulare. Solo quelli. Non riesco a far entrare più nulla: neanche il mio. Questo me la dice lunga. Le persone a cui appartengono quei 5 numeri sono le persone a cui voglio più bene in assoluto in questo mondo. E se il tuo numero, come il numero di quello che c'era prima di te, non riesco proprio a ricordarlo... è solo perché alla fine di tutto questo monologo ci sono, non una morale, ma tre.

Morale N° 1: Riesco a far si che la gente mi rubi qualsiasi cosa. Anche se non è di gran valore.
Morale N° 2: Non riesco mai a ricordarmi di giocare il numero 4.
Morale N° 3: Tu e quello che c'era prima di te, per me non siete importanti.






domenica 28 ottobre 2012

THE LOOK OF LOVE

Amo il mio lavoro. Non ho ancora ben capito quale dei due sia ma, ripeto, amo il mio lavoro. Amo il locale dove lavoro la sera con tutto il cuore, perchè mi da sempre la possibilità di conoscere nuove persone, interagire e dimostrare a tutti quanto io sia realmente simpatico, spiritoso e intelligente, seppur molto umile e soprattutto rispettoso. Soprattutto rispettoso. A questo proposito mi è venuta in mente questa cosa che mi è successa giovedì scorso....

- Ciao!!!
- Ciao.
- Siamo in due!
- Si, ci vedo!
- C'è un tavolo per due?
- No, mi spiace.
- Ah, quindi?
- Vabbè, dai! Seguitemi! Io però, come vi ho già detto non ho un tavolo per due. Se volete posso mettervi in un tavolo grande, qui nella saletta. Però se arriva una coppia poi li faccio sedere con voi, ok?
- Si si. Va benissimo!
- Oppure... aspè! Che stupido! Potrei mettervi fuori, di la, c'è già un tavolo grande occupato da un'altra coppia. Lì, vedete? Sono anche loro una coppia gay...
- Scusa? Ma come ti permetti? Chi ti ha detto che siamo gay?
- Amore, e chi doveva dirmelo? Te lo ripeto: IO CI VEDO!!!
- O_0 !!!
- Prego, "ragazze". Vi accompagno...

Amo il mio lavoro. Qualunque esso sia...



domenica 21 ottobre 2012

BIPOLARISMO DOMENICALE

Non devo più fumare. Devo smetterla di fumare. Non devo più fumare. Devo smetterla di fumare. Dove sono le mie sigarette? Finite? Scendo giù a prenderle. Fammi scendere a prendere le sigarette. Non posso stare senza sigarette! Ecco. Fammi chiudere la porta. Odio questo palazzo. Odio queste scale. Odio questa ringhiera, questo portone, il giardino, l'atrio e odio da morire la mia casa!

Vicino del secondo piano - Hey! Buona domenica!
Io: Mollami Johnny 

Boy!
Vicino del secondo piano: Ma?
Io: Ma un amato cazzo! Mollami!

Odio fumare. Il fumo mi uccide. Mi ha reso schiavo. Io devo smettere di fumare. Se non fossi un fumatore sarei già qualcuno. Ho perso troppo tempo dietro a queste fottute sigarette. Ho perso troppo tempo in fumo. Io non devo fumare più! Cazzo! Ho solo un dieci e questo distributore del cazzo non da resto superiore a 2 euro? Bene, vorrà dire che ne prenderò 2 pacchetti! Ah! Eccole! Le mie biondine! Posso tornare a casa. Ne posso anche accendere una, tanto da qui a casa sarà finita e potrò poi godermene una sul divano. Ecco. Ci sono. Rieccolo! Sono cambiate una marea di cose dall'ultima volta che l'ho visto...

Io: Ciao Jhonny Boy! Buona domenica!
Vicino del secondo piano: Eh???
Io: Cos'è quella faccia?
Vicino del secondo piano: Ma, David? Stai bene?
Io: Io? Bene? Benissimo direi Johnny Boy! E sorridi!! La vita è bella!!!

Amo questo palazzo. Amo questo cortile, questo portone, l'atrio, la ringhiera e amo la mia casa.



martedì 25 settembre 2012

POST-IT N°2

Ieri la mia vita era tante cose. Era la sensazione di stare in famiglia. Poi ho capito che quando uno non si sente in famiglia neanche nella sua di famiglia, è inutile che cerchi di ricrearne una altrove. Era mangiare con le persone che facevano parte del mio quotidiano. Era ridere e scherzare. Era la vita di un docente sfigato che mai arriverà al traguardo. Era la vita di un eterno Peter Pan che non si accorge di crescere e intanto cresce. Era la vita di notti in bianco, data dalla naturale conseguenza dell'aver scambiato una sorta di tumore, che cresceva lentamente, per qualcosa di bello, un qualcosa di bello che coraggiosamente, peccando,  chiamava "Amore". Ah, l'Amore. Adoro l'Amore, si. Ed è  anche questo Amore. Amore è rendersi conto che le cose che più adoro in assoluto al mondo sono proprio quelle che non posso avere. Ecco, non è che sia il massimo... 


IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO...


OGGI

- Tu mi hai promesso che  mi avresti fatto fare la casetta se finivo il lavoro!
- Eh, hai finito il lavoro?
- No!
- Lo vedi? Quindi niente casetta. Almeno per il momento...
- Il mondo è convinto che io sia stupido!
- Ma non è vero dai, su. Fai il bravo e finisci il lavoro...
- No, io lo so che il mondo è convinto che io sia stupido!
- Secondo me non è così, comunque, se ti può consolare sappi che il mondo è anche convinto che io sia grasso...
- Ma tu non sei grasso. Tu sei bellissimo! Sei il mio migliore amico!
- Di già? 
- Si, sei il mio migliore amico ti ho detto.
- Ok ok. Come vuoi. Il lavoro che dovevi finire?
- Aspetta! Tu rimanerai con me fino a che finchè la scuola non finirà, vero?
- Mmm... allora, a dire il vero si dice: "rimarrai con me fino alla fine della scuola?". Testina...
- Va bene, va bene... ma tu rimanerai con me fino alla fine della scuola?
- Rimarrai! Rimarraiiiii!!! Ok?
- Ok, rimarrai. Rimarrai?
- Questo non lo so. Ma, perché? Non eri tu che volevi far ritornare la tua vecchia maestra?
- No!!!
- Come no? Lo hai detto tu che era bellissima e bravissima... mi hai anche detto che la chiamavi "bambolina", giusto?
- Si è giusto ma tu mi piaci di più e voglio che rimani con me e anche il mio papà e la mia mamma vogliono che rimani con me me l'hanno detto ieri.
- Mmmm... non mi fido di te, hai la faccia di chi vuole conquistarti per evitare di finire un lavoro di italiano. Non lo so, mi fido delle mie sensazioni...
- No! Non è vero!!!
- Allora spiegami perchè dovrei rimanere qui con un bimbo che non vuole fare nemmeno i compiti e, per di più, fino a quando la scuola non finirà?
- Perchè mi piacciono le tue guanciotte, la tua faccia, il tuo ciuffo lungo e i tuoi capelli tutti, i tuoi vestiti e la tua bella barba. Mi piacciono anche i tuoi occhiali secondo me.
- Ah, capisco... hai finito il lavoro di italiano? 
- No!
- Facciamo la casetta?



lunedì 24 settembre 2012

SPERIAMO SIA UN CUORE...



Vorrei essere breve perchè preferisco andare a dormire. Preferisco dormire a volte piuttosto che vivere in balia di certe dinamiche. Vorrei essere breve stasera, ma so che non lo sarò. Sembra che, da quello che mi fanno intuire, io stia al mondo aspettando una sorta di premio. Sembra che, mi fanno intuire, negli ultimi anni io abbia sbagliato ad aspettare una sorta di premio, un applauso meritato 
solo sulla base di ciò che sono e che ho fatto. Quando si dice leccare il culo... se uno non riesce, se non riesce? Volevate farmene una colpa? Uno aspetta un autobus, un taxi, uno aspetta un figlio. Uno aspetta e nello stesso momento si dispera. Ma i premi non si aspettano: si meritano. Ho vissuto questi anni senza mai aspettarmi nulla. Ma il semplice fatto che io non abbia mai aspettato un premio da parte loro non giustifica che quel premio a me non sia mai toccato, anzi, da gente che si professa seria, preparata, sincera, onesta ecco, neanche questo mi aspettavo. Se la vita è un susseguirsi di cicli è bene chiudere il ciclo per aprirne uno nuovo di zecca. Almeno so che non dovrò più vedere chi si è sempre messo in competizione senza nessun motivo. Chi ha fatto finta di volermi bene e poi, se non ero presente rabbrividiva solo a sentire il mio nome, chi urlava di gioia a saper che ho scelto altro e poi vedendomi casualmente in giro mi pregava di ritornare. Senza la minima vergogna. Chiudo questo capitolo dicendo solo che non mi interessa di chi legge né tantomeno di chi poi, da quello che legge, farà un rapporto privato senza alcuna connessione con l'essenza del mio discorso, sempre e comunque a mio sfavore. Avevo investito su alcune persone ed avevo investito in sentimenti, che sono ciò che più costa. Peccato accorgersi che sarebbe stato meglio investirle e basta. Non riuscirò a far finta, come loro, quindi se non hanno saputo rispettare una privacy, una confidenza o più semplicemente "una persona" ecco, da quella persona non si aspettino la stessa falsa moneta. Preferisco morire senza soldi a questo punto. Io vado. Vado a dormire perchè non si sa mai, magari mi sveglierò domattina e senza aspettarmi nulla riceverò un premio. Se me lo meriterò, se no, pazienza. Lascio i premi a chi li aspetta. Io sicuramente domani mattina cercherò di meritarlo un premio. Anzi no, prenderò ancora tutto quello che arriva, come ho sempre fatto e continuerò a fregarmene dei premi. Sia mai, dovesse arrivare un cuore.
"Speriamo sia un cuore..."

sabato 8 settembre 2012

AVEVO IN TESTA QUESTO DISCORSO.



FATICO AD ADDORMENTARMI PER COLPA DI QUESTA COSA.
Quello che più vorrei evitare non è tanto l'incontro e la naturale sensazione di imbarazzo che ne scaturirebbe, no. La cosa che più mi fa paura è la certezza del regalo. Il regalo che di lì a pochi mesi mi farebbe, lo stesso regalo che per un paio d'anni ho aspettato come gesto di amore incondizionato non capendo invece, anzi non volendo a tutti i costi capire, che si trattava solo ed esclusivamente di un gesto rituale, di cortesia o forse abitudine. Cosa mai dovrei fare io a quel punto per rimanere coerente con la mia linea? Prendere l'inutile regalo, perchè quello è, scartarlo davanti a lui e poi ridarglielo subito dicendogli chiaramente in faccia, con il tono più antipatico che riesco ad esprimere: "Grazie ma non so che farmene. Tienitelo. Riciclalo. Si trova sempre l'occasione per riciclare un regalo fatto con tanta attenzione ma privo di emozione. Non ho bisogno di cose che arrivino da te. Ne ho già abbastanza. Di te, delle tue cose. Sono anni oramai che mi sforzo con tutto me stesso di eliminare il pensiero di te dalla mia mente e se non ti spiace preferire continuare fino a che quel pensiero non troverà spazio neanche tra i più remoti ricordi. E tu, in tutto questo tempo, che hai fatto? Cosa fai? Mentre io divento pazzo tu... Corri. Beh, continua così, corri. Si, corri. Almeno una sola cosa finalmente è chiara. Adesso sappiamo tra noi due chi è quello che riuscirà, prima o poi, ad arrivare da qualche parte.




mercoledì 29 agosto 2012

IL COLORE DEL VETRO

"Delittuosa è stata l'opera di discriminazione sulle minoranze tale da distorcere, nel tempo, l'organizzazione sociale, l'interazione tra i gruppi. Ad esempio, quella che oggi definiamo "cultura gay" è l'adattamento, l'eredità di una subcultura che ha alimentato negli anni più oscuri delle esigenze volte alla realizzazione di ciò che appariva scandaloso. Ancora oggi, trascina con sè quei detriti c
ulturali che incastrano gli omosessuali, li privano dei propri diritti senza che essi se ne accorgano. Ma ancora peggio, sono ostaggi delle meraviglie del sesso di largo consumo. Pionieri, avanguardisti dell'incontro mordi e fuggi, dai boschetti prima ai computer poi.
E' una madre che alleva mostri, esseri disadattati, in silenzio ne distorce il futuro e costringe alla stessa pena quelli che non vi appartengono."


G.R.

sabato 25 agosto 2012

L'ALTRA...


Nel 2001 Alejandro Amenábar mi chiese in ginocchio di essere il protagonista principale del suo film The Others. Certo, avrei dovuto mettermi una parrucca bionda, ma a questo io ero più che abituato e Alejandro lo sapeva benissimo. Ad ogni modo, a me non piaceva il copione e ricordo benissimo, quella sera ci trovammo alla stazione di Monza, in un bar per sorseggiare una lemonsoda e discutere sul personaggio, io gli dissi secco: "Occhio Ale! Questo film sarà un totale fracasso!". E come sanno tutti, così fu. E ci credo! Dovevo fare la parte di una donna secca secca, bionda si, ma con un carrè orrendo, che viveva in un casermone vittoriano costantemente circondato da nebbia e pieno di merda? Certo, che poi per pulire tutte quelle camere ci sarebbe stato da impazzire!!! E poi quei bambini che non potevano essere esposti alla luce del sole, ma stiamo scherzando? Un continuo "chiudere la porta per poter aprire l'altra porta... ". Mamma mia! Non potevo farcela!! E ancora, perchè il personaggio che avrei dovuto interpretare teneva nascosto nello sgabuzzino un cazzo di manichino di Zara? Bah! E in più non faceva che meravigliarsi del perché il suo caro maritino preferisse starsene in guerra piuttosto che tornare a casa da lei? E con quale coraggio doveva tornare in quella casa di pazzi? Con tanto di giardiniere centenario, cuoca esaurita ed aiuto cuoca muta? E poi, come la mettiamo con le chiavi? Vivere in continua simbiosi con un mazzo di chiavi più grande di un mio polmone? Vivere con la paura che prima o poi tua figlia diventi Michael Jackson? Grazie Michael Jackson, ma anche no! Maria!!!! Alla fine, dopo settimane di stress psicologico, il mio personal stylist mi convinse. "Cosa ti costa presentarti ai provini? Fallo per non sembrare il solito maleducato. Vai, dai un occhio e quando non ne puoi più dici ad Alejandro che non stai bene e te ne vai...". Maledetto il giorno che gli diedi retta. Insomma era un lunedì, io mi presentai ai provini cercando, con tutte le mie forze, di mantenere la calma. Solo che: la continua pressione di Amenàbar ("Ti scongiuro - mi piagnucolava all'orecchio - questo ruolo è fatto su misura per te!"), l'odore di frittelle alla crema, il rumore, il caffè della macchinetta, il via vai di gente, tutte le mie colleghe che non vedevano l'ora di recitare i poveri monologhi che avevan preparato... Insomma, ad un certo punto mi salì un nervoso che guarda, urlai come una pazza alla mia assistente: "Chiamami subito un Taxi! Io sono più da dramma quotidiano!!! Via, fuori dai coglioni!!!". Morale della favola: affibbiarono la parte, dopo il mio no, a Nicole Kidman. Certo, grazie alle scene patetiche che fece davanti a tutta la truppe, minacciando di togliersi la vita, perchè aveva appena divorzato da Tom ed era disperata per il mutuo...
Ipocrita. Di merda!

venerdì 24 agosto 2012

IL MIO REGNO PER UNA MARGHERITA!

"Il mio regno per una margherita!". Questo ho urlato stamattina appena sveglio! Ah, si! Una margherita è quello che mi serve! Una margherita per poterle togliere un petalo alla volta sospirando le parole magiche: "M'ama? Non m'ama? M'ama?... Si, si, si!!! Allora parto alla ricerca del fiore della felicità. Quadri, libri, dvd, pentole, latte, fragole, preservativi, olio: qualsiasi tipo di olio... Deve esserci una margherita in questa merda di casa!!! A quanto pare invece no, niente margherita. Deve essere un segno divino. No margherita? No party! Allora che faccio? Dovrò inventarmi qualcosa con l'unica pianta che ho trovato: il rosmarino. Bene, meno male che non mi lascio mai abbattere dagli agenti, esterni ed interni, che fanno di tutto per distruggere il mio equilibrio mentale, fisico e soprattutto psichico. Quindi, rosmarino? Detto, fatto. Anzi, no, forse in questo caso sarebbe meglio dire "Cotto e Mangiato!".
Voilà!

PETTI DI POLLO ALLA SENAPE E ERBE AROMATICHE.
Ingredienti per il pollo:
Burro (30 gr.)
Olio di oliva 2 cucchiai
Pangrattato (q.b.per impanare il pollo)
Pepe (bianco a mulinello)
Pollo (petti in fettine, 600 gr.)
Prezzemolo (1 ciuffo)
Rosmarino (1 rametto)
Salvia (2 foglie)
Senape

Ingredienti per la marinata:
Limoni ( il succo di 1)
Olio (di oliva 3 cucchiai)
Sale (1 pizzico)

Bene. Per preparare i petti di pollo alla senape ed erbe aromatiche iniziate preparando la marinata: sbattete in una ciotola il succo di limone con 3 cucchiai di olio extravergine di oliva e un pizzico di sale. Tritate finemente le erbe aromatiche e aggiungetene metà nella marinata.
Mettete in un contenitore le fettine di pollo e versatevi sopra la marinata; lasciateli così per circa 30-40 minuti.
In una padella aggiungete una parte del liquido di marinatura e poi il pollo che avrete sgocciolato e farlo insaporire e ben dorare su entrambi i lati e aggiustate di sale.
A doratura avvenuta sgocciolate i petti di pollo e spalmateli con la senape con l'aiuto di un coltello, poi passateli nel pangrattato e fateli rosolare in una padella contenente 30 gr di burro e 2 cucchiai di olio. Quando saranno pronti aggiungete il pepe bianco macinato e le erbe aromatiche che avete tenuto da parte. Servite i petti di pollo alla senape ed erbe aromatiche ben caldi!
Allora? Che aspettate, ragazze! Tutte in cucina!!!



Ah, care le mie topine! Come vi vedo tutte lì a sbattervi al massimo per cercare di soddisfare il vostro smisurato ego gay nella speranza di battere il maestro! Ah! Vi sento tutte! "Se ce l'ha fatta quel ricchione di Bliss, posso farcela pure io!". Già, immagino.... solo che non avete ancora fatto i conti con la mia bi-polarità. Si care mie, perchè a me il rosmarino fa proprio cagare e allora sai che c'è? C'è che metto sul fuoco un litro di latte intero con 300 gr. di zucchero, un po' di vaniglia e meno di un pizzico di bicarbonato, lascio cuocere a fuoco lento il tutto per due ore ed intanto corro giù dal fiorista e sta' fottuta margherita me la compro! Così al mio ritorno potrò finalmente recitare il mio "M'ama? Non m'ama?" non calcolando i "Non m'ama" ovviamente. Perchè signore mie, bisogna fare il possibile per essere felici, anche a costo di illuderci: sognare è GRATIS! Ora, il latte l'ho messo sul fuoco, quindi, non mi resta che attendere il mio squisito Dulce De Leche e correre dal fiorista! Magari,  se sarò fortunato, quizas, quizas, quizas... incontrerò anche il mio Jimmy!
Ciao Passive!!!




lunedì 20 agosto 2012

CHE CALDO! BRAVO!

Mamma mia! Fare sesso in questi giorni è un'impresa quasi... edile! Si, mi vengono in mente tutti quei poveri operai che per guadagnarsi il pane devono stare sotto il sole tutto il giorno a fare degli sforzi pazzeschi per mantenere le loro famiglie e, soprattutto, i loro corpi perfetti. Ad ogni modo è appena andato via Marco. E' strano ma, ecco ieri, quando l'ho abbordato in centro, si chiamava Stefano. Che pazzo mondo!

"Allora Marco, direi che puoi permetterti il lusso di metterti un attimino comodo, visti i 60 gradi all'ombra di oggi..."
"Marco?"
"Si, non ti chiami Marco?"
"No..."
"Beh, ieri ti chiamavi Marco, ne sono certo..."
"No, mi chiamo Stefano..."
"Ma... - mia espressione del viso allibita, come se lo conoscessi da tipo quindici anni - da quando???"
"Da sempre!"
"Ok, Stefano... perchè mi hai detto di chiamarti Marco?"
"No, in realtà quando sono in giro e conosco gente, tipo te..."
"Quando cerchi una scopata?"
"Eh, si, no, cioè si... insomma mi presento come Luca..."
"Bene, non che la cosa sia di mio interesse ma a questo punto: Marco, Luca o Stefano, insomma uno dei tre è in grado di togliersi i jeans una volta per tutte?".

Che stupidina è la gente moderna? 2000 anni di evoluzione per arrivare a che? Comunque dal divano alla camera da letto il passo è stato brevissimo. Stefano, Marco e Luca ci hanno dato dentro tutti e tre e devo sinceramente dire che è stata bella scopata. Si, una bella scopata da dimenticare. Per certi versi acrobatica e molto, molto... umida. Mai sudato tanto in vita mia. Scopatone mancato. E pensare che se non avesse fatto certi versi, certe richieste e soprattutto certe espressioni si,  poteva veramente essere la scopata dell'anno. Ma siccome non c'è mai limite al peggio, a na' certa lui, rivestendosi, mi guarda fiero e spara...

"Sono stato bravo!?"
"E' una domanda?"
"No, dico che sono stato proprio bravo!"
"Quindi è un'affermazione?"
"Si, dico che son troppo bravo a letto. Perché? Secondo te non sono stato troppo bravo?"
"Oddio, adesso..."
"Se ti fossi fatto scopare saresti il primo ad ammetterlo!"
"Idem"
"Ma tu mi hai scopato."
"Ma non come volevo..."
"Però mi hai scopato."
"Per un totale di 47 secondi..."
"Potevi continuare, a me piaceva..."
"Si, se solo non avessi fatto tutte quelle smorfie..."
"Che smorfie?"
"Ah, lascia stare dai... secondo me sei stato proprio bravo..."
"Lo pensi davvero?"
"Si si, lo penso davvero,  - bugiardo io - solo che non so, non ero in forma. Deve essere questo caldo bestiale. Scusa Stefano, Marco o Luca... sei bravo!"
"Vedi? Vedi che lo dici anche tu? E che io a letto, non lo so, mi viene naturale, mi piace. Si, sono Proprio bravo!"
"Già..."

Bisogna sempre dare ad ognuno quello che vuole. Credo sia questa la ricetta della felicità. Una volta che hai capito chi hai davanti, cosa ti costa accontentarlo? Lo so, potrebbero passare per bugie queste... ma alla fine, hai visto? Luca,  o Marco, o Stefano, voleva solo delle conferme ed io non ho fatto altro che esaudire il suo desidero. Perchè la discussione poteva durare fino all'alba ed ognuno sarebbe rimasto sul proprio punto di vista, fermamente. Invece, dando a Luca quel che non è di Luca, o di Stefano, o di Marco non ho fatto altro che una buona azione ed ho evitato di perdere tempo con qualcosa che un ego sottosviluppato non avrebbe mai capito, ed in più se ne è andato subito fuori dai coglioni. Perchè è vero: l'ospite è come il pesce dopo 3 giorni puzza. Questo tipo di pesce però a me rompe il cazzo già dopo 3 quarti d'ora. Si, bisogna sempre dare ad ognuno quello che vuole. Credo sia questa la ricetta della felicità. Della mia felicità, s'intende.
Mi sa che è meglio ritornare alla ricerca di Jimmy.
La direzione questa volta è più che chiara...

martedì 7 agosto 2012

DESPERATELY SEEKING...

Solo ieri riflettevo su quanto mi pare che questa stupida estate mi stia scivolando tra le mani troppo velocemente. Giusto,no? Ma si sa, le riflessioni sono spesso vane, e quando dico vane voglio dire che "vanno e vengono", quindi non credo ci sia molto da fidarsi di una riflessione come questa, come dire, fatta a cazzo. Ma comunque, ieri è oramai andato ed è quindi giusto che io oggi mi scervelli con una affermazione nuova di zecca. E' da un po' di tempo che cerco di scrivere il pezzo giusto per il mio grande ritorno sul blog, ma non ce l'ho fatta e quindi mi sa che dovrete accontentarvi di questo. La verità è una sola: non capisco perché, ma scrivere in questo periodo è la cosa che più mi pesa in assoluto. Non so perché e non so quanto durerà questa pesantezza. La porto in giro con me e spero solo che prima o poi si stanchi e decida di lasciarmi in pace, allontanandosi. A volte, nel più profondo della notte, mentre cammino per le strade buie in questa piccola città, penso a quante cose potrei fare e non faccio ed a quante cose faccio che invece potrei benissimo non fare... e strafaccio. Questo pensiero mi stravolge: non c'è una sola cosa che mi piace, niente che mi incuriosisca e nulla che mi faccia solo minimamente pensare di mettermi in gioco. Mille flash si susseguono nella mia mente, in continuazione, senza mai fermarsi. Mi confondono e spesso mi tocca fermarli su un foglio di carta, siamo esse parole o volti o corpi, le abbozzo su pezzetti di carta anonimi e stropicciati, e poi li lascio lì, ovunque, in giro per  tutta la casa. Non so se serva tutto questo appuntare, non lo so. Lo faccio e basta. A volte ho come la sensazione di aver baciato troppi rospi ed il triste constatare che mai nessuno di essi si è trasformato in un principe mi stanca ancora di più. Tanto. Credo di essere malato, di stanchezza cronica. Però disegno, immagino, sogno ma: può una persona nella mia condizione "creare"? 
Anche questa è una cosa che non so. Quante cose non so...
Io voglio ancora innamorarmi, credo. Forse no, forse non è così: io non so innamorarmi e non voglio accettare questo mio handicap. Perché deve per forza essere un handicap se no vorrebbe dire che tutto ruota veramente intorno alla sfiga e non posso concepire una vita che scorre solo in funzione della sfiga, sarebbe troppo anche per me. Posso dire che non so innamorarmi ma mi fisso e se mi fisso e dico che sono innamorato finisce sempre che alla fine ci credo davvero anche se nulla giova a mio favore, anche se i fatti che si susseguono finiscono sempre sulla solita strada chiusa che ha quell'enorme muro di mattoni di cemento con su attaccato quel cartello gigante che stampato a caratteri cubitali quell'antipatico "NO!". Anche uno dei miei due stalkers ufficiali ha mollato il colpo. Ah, non vi ho mai parlato dei miei due stalkers? Beh, sono carini. Veramente. Uno di loro ha mollato il colpo dopo una settimana. L'altro però non si da per vinto e dopo due anni di corte sfrenata è ancora lì che continua ad invitarmi per una cena, quattro chiacchiere e un limone durissimo. Devo dire che merita veramente un grande applauso...
A volte, rileggendomi, mi trovo a dir poco antipatico. La cosa che però mi da più fastidio in assoluto è quando mi accusano di essere insensibile. Si, in particolar modo la gente con cui scopo, quando mi accusa di essere insensibile, poco affettuoso, poco capace di immedesimarmi nell'altro, di capire i suoi bisogni, di essere tenero, coccolone si, cioè, insomma sembra che io abbia in mente solo il sesso, e vi assicuro non è così! Io ho tante cose in testa e siccome la mia testa funziona benissimo ho anche deciso che non vale la pena perder tempo cercando di far capire agli altri il proprio punto di vista quindi di solito rispondo così:
"Io? Io insensibile? Io insensibile??? Ma che cazzo dici! Ma almeno le capisci le parole che escono da quella fottuta bocca di merda che hai? Io insensibile? Ma fammi il piacere, ricchione! Senti lascia stare! Lascia stare e per favore comincia a spogliarti, su!"
Perché accusare me di insensibilità sarebbe come giurare in tribunale sulla verginità di Cicciolina!
Ma io sono veramente sensibile e sono qui per dimostrarlo!
Infatti ho deciso, Maya permettendo, che il prossimo obbiettivo per l'anno che verrà sarà uno e uno solo: la relazione. Si, quella seria, serissima. Quella in cui due persone si vedono sempre, vanno al cinema insieme, fanno shopping insieme, organizzano insieme le cene con gli amici di entrambi, vanno a bere una cosa insieme e con gli amici di entrambi, fanno i week-end in montagna, al mare, in collina, in pianura, vanno insieme e o con gli amici di entrambi a Sharm El Sheik con un'offerta all-inclusive che ovviamente comprende gli alcolici, litigano tre o quattro volte al giorno, si cornificammo almeno due volte a settimana, ma la domenica passeggiano felici per le strade affollate della loro città con stampato un sorriso in faccia che a dir poco urla: "Eccoci, siamo una coppia come potete vedere, quindi non guardateci come si guarda in genere una coppia di sfigati perché noi non lo siamo: noi siamo una coppia e basta!".
Si, definitivamente, questo è quello che voglio. Voglio innamorarmi e far finta di essere una bella persona, far finta di rispettare il mio partner, giurare al mondo intero che mai e poi mai userò Grinder. Voglio essere l'unico al mondo per il mio partner e voglio che lo stesso sia per lui: solo io. Addio sesso facile dichiarato, da oggi sarai solo un lontano ricordo! Voglio che il mio prossimo uomo sia pazzo di me e farò di tutto, da oggi in poi, perché questo sogno si realizzi, e si realizzerà, credimi. 
Adesso mi basterà solo trovarlo e organizzare bene le basi di questa mia futura relazione monogama, come per esempio: voglio assolutamente che porti anche me in Ruanda o in Congo per il suo "Genoicide Tour". Voglio che mi porti a Darfur su un camion, che mi porti ovunque vada. Voglio libero accesso al suo telefono satellitare. Voglio portarlo in un posto caldo e sicuro dove potrà avere il meglio di me, e per il meglio di me intendo: scopare come due ricci pazzi ad ogni ora del giorno e della notte. Principalmente però voglio una cosa sola e su questo questa volta non ho il minimo dubbio: se è vero che la mia parte femminile si chiama Kala, lui dovrà assolutamente chiamarsi Jimmy! 
Aaja!




lunedì 6 agosto 2012

CHAVELA

"Ho dovuto lottare per essere me stessa e per essere rispettata. Portare i segni di questa lotta è, per me, un orgoglio. Essere chiamata lesbica. Non mi vanto, non lo dico ai quattro venti, ma non lo nego. Ho dovuto scontrarmi con la società, con la Chiesa che maledice gli omosessuali… È assurdo. Come si fa a giudicare chi è nato così? Non ho studiato per essere lesbica e nessuno mi ha insegnato a esserlo. Sono nata così. Da quando sono venuta al mondo. Mai sono andata a letto con un uomo. Mai. Immaginate come sono pura, non devo vergognarmi… I miei dei mi hanno fatta così."



Chavela Vargas, al secolo Isabel Vargas Lizano 
(San Joaquín de Flores, 17 aprile 1919– Cuernavaca, 5 agosto 2012)

sabato 2 giugno 2012

ILARITA'...

Tempi duri questi. Infatti, nel vedere questa foto si, sorrido, ma solo perché spontaneamente mi viene da dire... "Magari bastasse prendere il sapone!!!"



Ilarità [i-la-ri-tà] s.f. inv.
1 Stato d'animo gioioso SIN "gaiezza"
2 Risata: suscitare l'i. generale.
• sec. XIII

sabato 26 maggio 2012

LOVELESS

‎- Sei single?

- Incallito.

- Come mai?



                                   COMING SOON
                                      (July2012)

lunedì 21 maggio 2012

VENIA

L'hai combinata grossa e non sai come farti perdonare??? Ti devi urgentemente riconciliare con qualcuno??? Questo post fa per te: qui troverai le parole giuste per chiedere umilmente perdono!!! In bocca al lupo!!! Ah, mi raccomando, ricorda che in tutto questo puttanaio di introduzione la parola chiave è "Bocca"....


LA MACCHINETTA DEL CAFFE'
(JOIE DE VIVRE)
Fu così che un giorno la vidi arrivare. Stavo al telefono ma non ero in linea con nessuno. Nel mio lavoro capita spesso che devi contattare qualcuno che non ti risponde mai. Ero lì, in attesa di lasciare l'ennesimo messaggio in segreteria. Lei si fermò al mio fianco. Mi stava aspettanti credo, anche perché aveva finito il suo turno. Cosa vorrà da me? Questo non lo so. So che non ho mai avuto problemi con lei e il suo sguardo benevolo mi dice che non c'è niente di cui preoccuparsi. Metto giù la cornetta. Mi guarda. Sorride. Ecco...
- Posso offrirti un caffè?
- No, grazie... ma ti faccio compagnia.
- Ok, senti volevo chiederti una cosa...
- Spara.
- Allora verrai o no con noi?
- Si, verrò. Perché?
- No, perché abbiamo fatto il calcolo e se non vieni tu siamo in merda... 
- Io non so nulla del numero specifico che si deve raggiungere per partire, ma verrò. Non capisco perché tutto questo problema, e poi così all'improvviso, tutto questa mattina. Me lo hanno chiesto ieri ed ho detto di si. Non capisco.
- Beh, hai sempre detto che non saresti venuto e quindi la gente, ora che manca poco, si è messa in allarme...
- Ok, ma io non ho mai detto che non sarei venuto. Ho sempre detto che avrei preferito non partecipare... e Dio solo sa che fatica farò! Ma lo sai meglio di me, non sono cose che uno sceglie di fare o no. 
- Certo.
- Io non posso alzarmi la mattina e decidere per conto mio cosa fare e cosa no, ti pare? Voglio dire, ammesso che veramente il mio scopo fosse stato quello di non partecipare, non pensi che mi sarei organizzato meglio, chiedendo un permesso a chi di dovere? E poi si sarebbe già saputo, no? Allora mi chiedo, è normale che questa mattina tutto gira intorno al fatto che io possa o no prendere parte a questa pantomima? Manco fossi Megan Gale! E la cosa che più mi fa incazzare è che mi è stato chiesto, ieri sera durante le riunione, più volte e da più persone di fronte ad un mio superiore ed io ho risposto "SI". Devo pensare che a questo punto valga di più l'insinuazione di persone che lavorano con me che la mia stessa parola? Come se non fossi a conoscenza del fatto che se manco io salta tutto? Mi credono veramente così idiota? Queste sono le domande che si mettono in coda alle precedenti: "chi siamo, da dove arriviamo e perché siamo qui", ecco, questo a me continua a girare in testa. Tre anni qui dentro e di colpo sei la persona meno credibile del mondo.
- Non è così, David, te lo assicuro.
- Non ho detto che il problema sia questo. Dico solo che il problema, per me, è che così mi fanno vivere ed è pesante. Odio quando ti dicono che devi imparare a "farti scivolare le cose addosso". Solo una persona senza spina dorsale può farsi scivolare le cose addosso, io non sono così, non faccio le cose a caso e non mi importa di quello che dice o pensa la gente, ammesso che non siano delle palle enormi come quelle che girano al momento. Come faccio a farmi scivolare le cose addosso santa pazienza! Questo è il posto in cui lavoro, non sono in discoteca! Quello che faccio e che ho fatto in questi mesi è giustificato e segue una logica, anche nell'errore. Non ho mai passato un anno così pesante, giuro, un vero calvario. Perché?
- Io credo di sapere il perché...
- Si?
- Tu sei troppo plateale. Ecco è così. Io ti ammiro e ti stimo da sempre però è anche vero che la gente qui si basa sulle tue affermazioni o comunque interpreta le cose che dici sempre e comunque a suo favore e, spesso, come puoi vedere sempre e solo a tuo discapito. Mi spiace essere così dura ma è la verità, seppur io sia e sarò sempre dalla tua parte.
- Quindi, solo perché non faccio che strammatizzare su cose a mio avviso penosissime, devo ringraziare le persone che sono qui per avermi fatto passare un anno d'inferno solo perché loro hanno seri problemi di comprensione?
- In teoria si.
- E a quanto pare anche in pratica.
- Devi fregartene.
- Ma io passo la vita fregandomene.
- Non credo sia vero, o almeno non è vero fino in fondo, ecco.
- Dici?
- Si, l'atteggiamento che hai la dice tutta. E' vero che te ne freghi ma non diresti che la gente che c'è qui ti ha fatto "passare un anno di merda". Almeno secondo me...
- Ok, infatti io continuo a dire che me ne frego di tutto l'entourage, non delle azioni che sono state commesse a mio sfavore, sia chiaro. Ognuno di noi ha un metro e con quello misura cose, persone e soprattutto, nel mio caso, citazioni. Specialmente quando queste diventano "diffamazioni" che come hai potuto vedere da sola, ci mettono un attimo in questo ambiente.
- Dai, si vede lontano un miglio che non ci stai bene in questo circo. Continuo a dire che qui sei sprecato, ma tu non mi ascolti...
- Ma uno è sprecato dove si sente sprecato ed io non mi sento affatto così, no, mi sento preso in giro, demotivato, declassificato, non a norma ecco, ma non è così. 
- Certo che non è così, dai! Senti, io il prossimo anno non sarò qui, ma voglio darti un consiglio. Evita di fare della tua vita un libro aperto. Vali, e secondo me vali molto, non lasciare che questa gente, così "piccola" ti rovini la voglia di sorridere. Hai un sorriso bellissimo e contagioso, sarebbe un vero peccato!
- Si, lo so.
- Bravo!
- No, so di avere un sorriso bellissimo, quello lo so!
- Scemo! 
- Posso sperare che questa conversazione ti faccia perlomeno riflettere un po'?
- Certo, anzi, ti ringrazio. Credo di aver già capito cosa dovrò fare nei prossimi giorni per ristabilire la pace con tutto e tutti. Si, anche perché se tu il prossimo anno non sarai qui non è detto che io ci ritorni...
- Questo non lo so. Comunque, seriamente, cos'hai intenzione di fare? Sentiamo...
- Chiederò venia. Pubblicamente.
- Ma non c'è ne bisogno!!!
- Oh, si si invece!
- Cosa ti frulla in testa adesso? Temo, giuro, temo!!!
- Niente, chiederò pubblicamente scusa a tutti. Tutti, persino a quelli che non ci sono più, li contatterò e dirò "Scusate ma sono un'enorme merda ed è bene che lo sappiate anche voi". Non so, potrei contattare Barbara D'Urso ed andare da lei in trasmissione per chiedere scusa a tutto il mondo, no? Dev'essere facile come cosa a giudicare dalla facilità con cui si fa spuntare le lacrime anche per una singola televendita. 
- Su David, lo so che stai straparlando e ti capisco...
- Oppure no, aspetta, ancora meglio. Lo farò durante l'ultima riunione, quella che ci renderà tutti liberi. Si, farò il mio ingresso vestito da agnello e mi farò sacrificare su una delle cattedre della sala riunioni al piano superiore, pensa che figata? Potrei anche far riprendere il tutto e poi le generazioni future vedranno il video sulle nuovissime LIM? 
- Ahahhahahahahahahahahahahahah....
- No, seriamente. Faccio una cosa più da "elite"? Mi presento vestito di nero, con gli occhi gonfi di pianto e maledico il giorno in cui sono nato, davanti a tutti, in una riunione più intima. Poi laverò i piedi di tutte le mie colleghe ed infine mi inginocchierò e urlerò grazie a Dio Padre per avermi concesso il perdono... sempre che me lo conceda. Ma le mie colleghe si, mi perdoneranno, perché è questo che loro vogliono e di cui si nutrono. L'umiliazione pubblica del precario, il fatto di poter mostrare al mondo che si, loro sono magnanime e perdonano un povero culattone bi-polare. Ed io sarò felice! Sarò la pecorella che torna all'ovile, urlando di gioia. E poi, mi inchinerò ancora una volta al loro cospetto e metterò i puntini sulle "i" una volta per tutte!
- Cioè???
- Cioè prima di salutarle dirò che anche io, come loro, faccio i pompini. Non li faccio spesso ma è capitato e non escludo possa capitare ancora. E dirò anche che sinceramente potrei farne anche una dozzina al giorno se non fosse che sono un po' pigro e perché sono uno che preferisce scegliere e non si accontenta facilmente. E che sono anche molto bravo, se ci basiamo sulla risposta del pubblico, vedi? Anche io so usare la statistica, hai capito? E faccio i pompini! Si, dei pompini spettacolari, a differenza dei pompini che fanno loro... ammesso che ci sia ancora qualcuno che glieli chieda con quelle fogne incancrenite che si ritrovano al posto della bocca!!! 
- Ma... dai!!!
- Meglio non continuare, non ne vale più la pena.
- Vedi? Sei troppo plateale! Alcune persone sono attratte da te ma allo stesso tempo le metti in imbarazzo. Si vergognano, è brutto da dire ma è così. Capisci?
- Capisco solo una cosa. Farò come Mina. Mi ritirerò continuando a cantare. Ma col cazzo che mi trasferisco a Lugano!
- Che???
- Non voglio più essere messo in mezzo a questa competizione, che per quanto mi riguarda non è mai esistita e soprattutto non voglio più vedere queste perone. Credo sia la cosa migliore da fare.
- Ma così gliela dai vinta! Non devi! Non devi assolutamente.
- Beh, se vincono io ne sarò felice. Anche perché io non posso vincere, è logico. Non vinci se non giochi ed io non ho mai giocato. 
- No, David...






sabato 12 maggio 2012

SPERANZA PUÓ ATTENDERE...

Anche se non è "inarrestabile" come Silvio Berlusconi, torna il nostro unico, vero, grande mentore a rallegrare le pagine di questo blog! SignorI e SignorI ecco a voi l'Inarrivabile, Irresistibile, Inestimabile Vittorio!!!
PRAISE JESUS!!!


SPERANZA PUÓ ATTENDERE...

«Sei esattamente come Hope».
«Ora chi è Hope?»
«Hope, quella poverina che, come se non bastasse l’averla Brooke battezzata Speranza-in-un-futuro-migliore, da quando s’impasticca è soprannominata Dope dalle commentatrici cattive del sito americano di Beautiful».
«Sono come una che s’impasticca?»
«Ma no, non intendevo quello. E’ che lei s’impasticca perché Liam si è sposato con Steffy, e ci vogliono sei mesi per il divorzio.»
«Da quando in Beautiful si divorzia in più di una puntata e mezza?»
«In effetti questa è un’incoerenza narrativa di cui le commentatrici dovrebbero chiedere conto agli autori, invece di prendersela con quella poverina che s’impasticca. Comunque, siccome gli ormoni fremono e sei mesi sono lunghi, alla fine Hope va a vivere con Liam in attesa del divorzio, e quindi le sue fan le danno della poco di buono che se la fa con un uomo sposato».
«Sono una poco di buono?»
«Uffa, no, cosa c’entra, sono le fan invasate di Hope for the future che non si fanno una ragione del fatto che la loro eroina abbia tradito la causa della verginità prematrimoniale».
«Ma Hope for the future non era lo slogan delle scorse presidenziali?»
«Oddio, non mi ricordo. Dici che Obama ha preso l’idea da Beautiful?»
«Me lo renderebbe molto stimabile, finalmente un politico che valorizza la capacità dei Forrester di essere la più solida classe dirigente che l’occidente abbia visto negli ultimi decenni. Ma continuo a non capire cosa c’entro io».
«Hope, esattamente come te, dà la colpa all’altra donna».
«Capirai che originalità. Sono alcuni secoli che per le donne, qualunque cosa combini un uomo con un’altra, è colpa di quella sfasciafamiglie di lei e mai di quel debosciato di lui».
«Lo vedi che il meccanismo ti è chiaro! Eppure ci caschi! Anche per te lui è una povera vittima di quella psicopatica!»
«Con la differenza che lei è psicopatica davvero. Lui è un pirla, per carità, però non è che possiamo colpevolizzare Michael Douglas quando Glenn Close va a bollirgli il coniglio».
«In realtà sì. Primo, se lui non le avesse dato corda non sarebbe mai successo niente. Cioè, cosa c’è, una specie di tacita convinzione che gli uomini non sappiano tenersi i pantaloni abbottonati e quindi se incappano in una matta è un danno collaterale dovuto alla loro natura di incontenibili sciupafemmine? Cosa sono, gli anni Cinquanta?»
«Mi sono persa: stai parlando del cretino interpretato da Michael Douglas o del cretino che mi ritrovo in casa io?»
«Non lo so, ho perso il filo. E comunque nessuno ha colto il vero messaggio di quel film, e decenni dopo è ora di dire che Glenn Close riempiva il vuoto pedagogico di genitori troppo rammolliti per negare l’animale domestico ai figli».
«L’animale domestico è il coniglio o Michael Douglas, in questa possente metafora?»
«E’ il cane che porti fuori all’alba dopo aver promesso ai figli che, se non se ne fossero occupati, l’avresti riportato immediatamente al canile. Ricordami un po’: per quanti quarti d’ora se ne sono occupati?»
«Forse potrei lasciare tutto il pacchetto alla psicopatica: padre, figli e spirito canino».
«Amen».



Vittorio Matonti




Hope è la figlia di Brooke Logan e Deacon Sharpe, nata da una relazione proibita avvenuta nel periodo in cui Deacon era il genero di Brooke e quindi sposato con la figlia Bridget Forrester. La bambina ha sempre saputo l'identità del suo vero padre e nonostante Brooke cercasse in tutti i modi di tenere la figlia lontana da lui, Hope non si è mai tirata indietro nel chiamare l'uomo "papà", anche se ha usato questo termine sia con Nick Marone e Ridge Forrester a seconda dei matrimoni della madre con entrambi. Deacon tuttavia rinuncia ai diritti di genitore e Ridge adotta la bambina diventando ufficialmente suo padre adottivo... Oddio! Ragazzi non ce la faccio!!!!

domenica 6 maggio 2012

DANCER IN THE PARK

SNIPPED
- Dammi un bacio...
- No! E' da gay!
- Va bene, tranquillo. Ma, almeno hai capito che quella che ti sei messo in bocca due minuti fa non era la mia vagina?



Ok. Da quando lo "Stalking" è un reato... non posso più innamorarmi seriamente.



sabato 14 aprile 2012

TRUE STORY


PROLUSIONE
- Ho bisogno di una bella introduzione per il tuo pezzo... ma mi sono bloccato. Idee?
- Mmm David, non ho idea. dipende un po' dal contesto in cui la inserisci. Non so se resta un post isolato o se hai intenzione di raccogliere altri "tranches-de-vie" reali da pubblicare. Se così fosse basterebbe fornire le istruzioni per l'uso, che diventano a loro volta un invito a chi ha qualcosa da raccontarti, a farlo... Due righe stringate penso possano bastare.
- Ottimo! Vediamo che succede...


G./1.
La vita di G. era iniziata con una disgrazia.
Da bambino, dormiva sempre nel letto con la madre, il babbo non c'era mai a casa.
Una notte, la madre morì nel sonno e lui si risvegliò accanto al suo cadavere e la vegliò finche non arrivò qualcuno a casa. 
Non avere nemmeno coscienza dell'esistenza della morte e scoprirla in quel modo.
G. crebbe un ragazzo fragile, cresciuto da una sorella attivista di sinistra che dovette fargli da madre e da padre insieme.
G. scelse di frequentare una scuola dove il bizzarro e l'inconsueto erano la regola. Ma questo non gli servì. 
G. Viveva in un mondo tutto suo, dove inventava cose e persone. Un giorno mi insegnò il mio lavoro, perchè me lo ritrovai come collega. Ci impiegaì anni a smontare l'eccesso di idealizzazione che metteva nei progetti, e che mi aveva trasmesso.
Un giorno decise di andare a lavorare in un supermercato e non lo vidi più. Di lui sapevo solo che si innamorava continuamente e segretamente di soggetti impossibili ed inavvicinabili. 
Più qualcosa era improbabile e più ne rimaneva affascinato.
G. non accettava i cambiamenti. Voleva cambiare lui le cose. Aveva il rifiuto del computer che gli venne imposto di imparare ad usare e finiva in malattìa perchè somatizzava questo odio per il pc con terribili mal di testa.
Ciononostante al lavoro era apprezzato e gli era stato costruito intorno un ambiente che gli rendeva possibile imporre la sua inflessibilità, così come nelle piccole cose pratiche di ogni giorno, anche nel sostenere le sue invenzioni e progetti, frutto esclusivo della sua immaginazione di artista integrale.
Un giorno G. commise l'errore di innamorarsi dell'ennesimo personaggio impossibile, che però questa volta era un collega.
Il collega simulò interesse ed arrivò a dargli un appuntamento che G. accettò. In questo appuntamento si dichiarò in modo grottesco ed ingenuo con questo soggetto che era solo interessato a scardinare l'imperscrutabilità del suo superiore.
Il giorno dopo, il disastro: G. era messo alla berlina da tutti i subordinati che era riuscito a gestire col suo modo distante di fare, che lo aiutava tuttosommato ad essere sìa autorevole che temuto. Il collega lo aveva sputtanato.
La vita all'interno del supermercato era diventata per lui impossibile.
Un giorno una facoltosa zia di G. morì lasciandogli una somma cospicua. Questa fu la sua disgrazia. G. si licenziò immediatamente, forte di questa sicurezza materiale.
Poco per volta, senza un lavoro, il suo mondo interiore ed immaginario, presero il sopravvento. Era completamente staccato dalla realtà e non riusciva o non voleva più ne reinserirsi in un ambito di lavoro, ne cercare relazioni.
G. seppe che io non stavo bene ed avrebbe voluto chiamarmi, ma non lo fece.
G. si è suicidato. Lo hanno trovato in casa con un sacchetto di plastica in testa. Nessuno tra quelli che aveva vicino aveva saputo cogliere il suo disagio: era stato spinto ancora più in basso da chi dava ragione ai suoi racconti circa l'ambiente di lavoro dove in realtà, i superiori, venuti a conoscenza dell'accaduto, gli avevano offerto un trasferimento ed anche vantaggi economici che lui rifiutò. 
Non ci fu un funerale per G., solo la cremazione. Aveva lasciato tutto scritto.
Fu possibile salutarlo solo immaginandolo nella sua bara già chiusa attorno la quale c'erano alcune sue foto da bambino ed i suoi ultimi lavori, quelli che faceva in casa nel periodo in cui sprofondò in se stesso: maschere. Visi muti e sordi. Le persone che aveva immaginato, forse, quelle di cui si era innamorato, o quelle che semplicemente lo avevano osservato senza mai capire chi fosse veramente.
Non gli perdonerò mai di non avermi chiamato quando sapeva che stavo male. Non lo aveva fatto per paura di disturbarmi.
Fu il suo ultimo errore.



P.S.
Ai più attenti lettori capiterà di leggere dei post con iniziale e numero. Storie vere di persone che ho avuto la fortuna di conoscere e di altre che non ho mai conosciuto personalmente ma che hanno segnato il cuore di gente a me cara. Non si vuole giudicare niente e nessuno con queste testimonianze, ma credo che  sia importante perlomeno mettere nero su bianco l'esperienza individuale di persone che come me, o noi, si ritrovano ancora oggi ad affrontare giorno dopo giorno problematiche inerenti alla loro sfera sessuale. Per la storia di G. ringrazio di cuore un carissimo amico che non citerò per rispetto della sua privacy, ma ci tengo a sottolineare la mia sempre più grande stima. Se qualcuno di voi volesse contribuire potrà farlo inviandomi una mail alla pagina Facebook. 
Aspetto?



martedì 10 aprile 2012

PUBBLICITA'


COMING SOON...
"Conversations on the dance floor"
Uno sproloquio storico tra Bes e David Bliss!
(seconda parte)




STAY TUNED! :)

lunedì 9 aprile 2012

MDNA



Non mi pronuncio mai in merito. Se lo faccio però vorrei mettere 2 cosine in chiaro ed ho delle buone motivazioni, perchè come è già stato detto in precedenza: "Mettete pure in dubbio la mia intelligenza ma non il fatto che io sia fan di Madonna!". Ecco, la notizia che Lady Gaga paga i suoi mostriciattoli per far cliccare loro "mi piace" su ogni suo video/status/foto è vecchia come il cucco oramai. Come altrettanto vecchia è un'altra notizia e cioè quella notizia riguardante la patetica nascita sulla rete di questo sito web di Gaghiana appartenenza che, quasi come una moderna setta, inneggia, prega e spera disperatamente per raggiungere un unico obiettivo: la morte di Madonna. Io dico, ma quanta malattia c'è in tutto questo? A parte il fatto che "sperare che qualcuno muoia" credo sia una cosa ripugnante a priori. E questo che insegnano a questa nuova gioventù scappata di casa? Adesso, va bene tutto, io posso anche giustificare la crisi, la mancanza di lavoro e tutto quello che volete ma quando è troppo è troppo! E poi, voglio continuare a dire, il giorno che Madonna morirà (che non sarà di sicuro uno dei giorni a venire visto lo stato attuale di salute della mia pupetta ma coinciderà sicuramente con il giorno in cui probabilmente il mondo intero non si ricorderà - a parte Meteore o I Migliori Anni - di chi cazzo sia Lady Gaga) sarà il giorno in cui finalmente Madonna otterrà, una volta per tutte, il rispetto e l'adorazione che veramente si merita in quanto già MITO ASSOLUTO da viva. Oggi la gente pensa a lei "as a legend" del calibro di Beatles, Michael Jackson etc etc... La sua morte la catapulterebbe immediatamente nella stratosfera. Nessuno dovrebbe permettersi di dire che c'è chi, con 2 album e 4 parrucche, sia al di sopra di lei, Madonna. Solo ed esclusivamente per un piccolo, semplice motivo: è una totale, enorme mancanza di rispetto.


Fatemi citare Madonna che giusto qualche tempo fa disse:
"Quando morirò finalmente potranno baciarmi il culo!!!"
Lunga vita alla regina!




CONVERSATIONS ON THE DANCE FLOOR...
Questo è il risultato di una conversazione fatta tra il sottoscritto e Bes, ovvero il più grande "devoto" (non fan) dell'entità. Enjoy!


Prima parte
Bes : Sai qual è la cosa che più mi da fastidio in tutto questo delirio?
Io: No, qual è?
BesQuesto continuo darmi del "fan", a me!!! Cioè, nomini lei e l'altra ti guarda stupita dicendoti "Ah, ma sei un suo fan!". 
Io: Perché. non sei un suo fan?
BesFan??? Io un suo Fan??? Ma qua stiamo dando i numeri! Io non sono un volgare, comune "fan"!
Io: ????
Bes: Io??? Io sono....... Devoto!!! Sono un Devoto, capisci?
Io: Ah...
Bes: Tesoro i fan sono altri! Sono le ragazzine che nel 2006 hanno incontrato l'entità per la prima volta grazie a "Confessions on the dance floor". "Hung up", "Sorry", ... hai presente?
Io: Si si, certo...
Bes: Certo. Io invece ho fatto un percorso completamente diverso. Nel 1983 con l'uscita del suo primo album ho avuto questa fortissima sensazione che Lei mi parlasse, vuoi capirlo? Il mio è un vero e proprio pellegrinaggio che va avanti da allora, dalle prime esibizioni al... come si chiamava il locale dove si esibiva a New York?
Io: Danceteria?
Bes: Bravo! Il Danceteria, ecco! Erano i tempi di "Everybody", chi se lo scorda?
Io: Che ridere!!!
Bes: Ricordo ancora, rimasi come folgorato dal video "Like a Virgin". Cioè, non puoi capire. Passai le giornate incollato alla radio in attesa di registrare qualche canzone... no, album non era ancora fuori. Giorni di adrenalina adoescenziale chè fu il principio attivo della mia devozione. Mentre i miei amici saltavano ascoltando i Clash, io cercavo di imparare il testo di "Into the groove". Alle superiori mentre dovevamo affrontare le partite di basket in un torneo io anziche allenarmi ripassavo Vogue. In mezzo c'è stato tanto altro: i capelli tinti, i collant di mia sorella usati come braccialetti e i lacetti flou che mi facevano sentire tanto "Borderline". Capisci? Non potendo mettermi il tacco a spillo verde flou per andare a scuola... infilavo i lacci flou nelle sneakers. Lei ormai era ovunque. Era diventa la soundtrack della mia vita. E poi ti dicono che sei un fan. Ma scoppiate grasse!!!


(to be continued...)