sabato 18 dicembre 2010

M'AMA. NON M'AMA...

Gli Ex. No vabbè, possiamo parlarne un attimo se proprio vi va. Quando non sono ancora tali  fanno di tutto per diventarlo. 
E giù scenate, lacrime, disperazione, tagli di vene con contorno di corna a tutto spiano e bla bla bla. Poi una volta esser diventati tali, cominciano, con una puntualità talmente "svizzera" da far paura alla Clerici (1) che tutti santi i giorni  è lì all'ora di pranzo per spaccare i maroni a tutti, aspettano giusto il momento in cui a te non può più fragartene di meno per riapparire. Non importa se nel mentre tu cambi numero telefonico. Loro riescono a rintracciarti lo stesso. Sempre detto io che la Mafia (2) a volte è una risorsa.
Non in questo caso. Non per me. 
Quindi, ritornano e cominciano questo calvario telefonico per non essere più "Ex". Mi spiego? 
Allora poi non devo meravigliarmi se al mio ritorno a casa, da solo sotto la pioggia comincio per caso a cantare "La tortura" di Shakira (3). Un peso. Che dico un peso.... un mutuo (4) al 100%, ma senza il garante. Piattole (5) che stanno li a gironzolarti tra i coglioni e non se ne vanno. E di certo, visto la location scelta, come noto a tutti, non per procurarti piacere... 
E non mollano. 
Allora io mi chiedo, ma non sarebbe meglio evitare e magari pensarci un po' su prima di mettere sottosopra la vita di un altro essere umano. Una relazione comunque è un investimento, anche se breve. Perchè poi uno ad un certo punto quattro conti deve farseli, e i preservativi (6)... costano!!! 
Adesso qualcuno capirà come mai mi vanto di essere single per MIA scelta, e se in tutto ciò non sono stato chiaro cercherò di darvi una mano con Wikipedia (7).


(1)
Antonella Clerici. Nata a Legnano, 6 dicembre 1963, è una giornalista e conduttrice televisiva italiana. Fa cantare i bambini, fa cucinare i cuochi, se la ride con la borra, e non potrebbe mai vivere senza "cazzo" (lo ha detto lei.... ma non è l'unica comunque.)


(2)
Mafia. Termine diffuso ormai a livello mondiale con cui ci si riferisce ad una particolare tipologia di organizzazioni criminali.


(3)
Mutuo. Il mutuo è un contratto mediante il quale una parte, detta mutuante, consegna all'altra, detta mutuataria, una somma di denaro o una quantità di beni fungibili, che l'altra si obbliga a restituire successivamente con altrettante cose della stessa specie e qualità.


(4)
Shakira. No. Lasciamo stare va....


(5)
Piattola. Il pidocchio del pube (Pthirus pubis Linnaeus, 1758), volgarmente noto anche come piattola per la sua forma schiacciata, un insetto parassita dell'uomo.


(6)
Preservativo. Il profilattico o preservativo (chiamato anche con il termine inglese condome, in alcune regioni del nord Italia, gondone o goldone uno strumento contraccettivo che ha anche funzioni di protezione nei confronti di malattie sessualmente trasmissibili, ed eventualmente di raccolta del seme maschile eiaculato durante il coito.


(7)
Wikipedia.  Wikipedia è un'enciclopedia multilingue collaborativa, online e gratuita, nata con il progetto omonimo intrapreso da Wikimedia Foundation, una organizzazione non a scopo di lucro statunitense. Etimologicamente Wikipedia significa cultura veloce, dal termine hawaiano wiki (veloce), con l'aggiunta del suffisso di origine greca
pedia (cultura).



lunedì 13 dicembre 2010

SMS

SMS 1 
"Ciao caro! Non mi son più fatto sentire dall'ultima volta, ma volevo dirti che  stato bello e mi piacerebbe beccarti  ancora..."


SMS 2 

"We! Allora? Stasera se vuoi potrei passare da te per una cosa e.... magari anche per l'altra. Che dici?"


SMS 3 
"Ciao ciccio! Io sono in giro e se sei libero tra 20 minuti potrei essere da te. Ti ricorda qualcosa?"


SMS 4 

"Ti va un pompino adesso? Se si fammi uno squillo. Poi per il resto si decide insieme ovvio... uahhahahhaha".

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V 


Ne ho selezionati solo 4 a caso perchè sono pigro.
Devo bere un caffè e non ho voglia di star qui a copiare tutta la merda che mi arriva sul cellulare, ma ovvio che un motivo c'è, ed in questo caso è una domanda. 
Eccola...
Qualcuno di voi si  mai soffermato a pensare per un attimo a quanti modi, anche romantici o divertenti, sottili, cinici e perchè no, sfarzosi, fashion, timidi, kool e bla bla bla ci sono per dire una sola cosa:
"Scusa, me lo metti nel culo?"




Sex can be so boring sometimes...

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Dancer in the park 
2/2




Juanma Carrillo


IL PARCO GIOCHI

Dancer in the park.
1/2
Il parco  meraviglioso. Un immenso polmone verde nel cuore della città sempre pieno di mamme con i loro pargoletti, studenti intenti a leggere sulle varie panchine o distesi nei loro plaid Ikea nel pratone, punkabbestia con i loro cani punkabbestia, pieni di birre e odori sgradevoli, gente in bici o che corre su e giù per le viettine adiacenti ai vari prati, tutti rigorosamente in tuta Adidas e I-pod. Si insomma come in tutti i parchi del mondo.
E' una città pretenziosa questa. Pretenziosa come il suo parco... Ma non mi sembra il caso di star qui ad elogiare parco, alberi, foglie e quant'altro visto che non me ne pu˜ fregar di meno. E poi io non sono Banana Yoshimoto, quindi. Oddio!! Non avete mai letto un suo libro?
Per carità, un grande talento lei, nulla da dire. Ma se proprio volete conoscere la sua opera è giusto avvisarvi. Potreste invecchiare leggendo la descrizione che fà (ahimè spesso nei suoi libri) di una foglia che cade dal ramo e poi si poggia con grazia sul suolo, certo tutto accade in una giornata dove non c'è vento, e questo rende tutto molto più slow. 
Se cercavate una spiegazione al suo "Sonno Profondo".... io ve l'ho appena data. 
Ok? Dicevo? Ah! Si, il parco...
La gente va al parco fondamentalmente per rilassarsi ed io non faccio eccezione. 
Non è proprio il modo più classico il mio ma vi assicuro che si, mi rilasso. 
Tanto. 
Ricordo la prima volta che ci misi piede grazie ad un pic-nic tra amici. Fu proprio quel giorno che il mio amico D. mi chiese se volevo esplorare una zona particolare del parco e me lo chiese con uno strano ghigno a cui non riuscii a dire di no. 
Io e D. ci allontaniamo dal gruppo con la scusa della passeggiata e ci dirigiamo verso il battuage, solo che una volta arrivati a destinazione lui mi dice: 
"Hai 30 minuti a disposizione! Ci vediamo qui allo scadere del tempo, vai sempre dritto e divertiti!". 
Ecco quella zona che solo dopo ribattezzai Fashion Stage, perchè solo dopo mi resi conto che tra tutte le zone era/è quella che faceva/fa da vetrina ecco... succede tanto nel Fashion Stage, ma non tutto. 
Insomma la zona di cui parlo era, ed  tutt'ora divisa in due parti. D. non aveva ancora finito la frase che si era già quasi dileguato, verso la zona A. Non mi restava che andare nella zona B, quindi... sempre dritto. 
Incontro subito due adorabili checchine che mi chiedono quasi in coro: 
"Scusa, per la Madonnina?". 
La Madonnina, ovvio, altro non è che una statua sita al centro della zona A, ma io non lo sapevo e fù così che in automatico risposi:
 "Non è a Milano?"
... e rimasi un paio di secondi con il viso perplesso guardandoli andar via. 
Ridevano come delle disperate. 
Solo dopo capii il perchè.
Bisognerebbe far sapere al Papa dell'esistenza di questa statua, che secondo me un po' ci protegge, ma magari in un altro momento. 
Lo sanno tutti che sono devoto e non è uno scherzo. Per i vari commenti vi rimando al titolo del mio Blog.
Cammino un po' e mi accorgo che i vari personaggi che becco si infrattano tutti nello stesso punto. 
Vuoi vedere che c'è una festa? 
Seguo il popolo. 
Quanta gente! 
E chi sapeva dell'esistenza di questa discoteca immersa nel verde e senza musica. 
Tengo a precisare che fino ad allora l'esperienza parco per me ero solo notturna, mai mi sarei immaginato che alla luce del sole avrei potuto trovare un posto a due passi da casa dove giacevano indisturbate delle DarkRoom piene di foglie e che soprattutto non necessitano del pagamento di un biglietto per l'accesso. E poi visto che posso dire di esser stato giovane anch'io lo confesso. Ero molto, ma molto timido. Forse anche un po' impaurito. Ma non codardo, ecco, e dopo un bel respiro mi son messo da solo ad esplorare le varie aree. 


Primo incontro. 
(Il mio futuro migliore amico).
Un tipo tutto nudo con i capelli lunghi e bianchi che si incula un ragazzo. Il ragazzo  piegato a novanta con i pantaloni abbassati e mentre il tipo dietro lo monta alla grande lui fa dei versi assurdi che mi provocano delle risate che a stento riesco a trattenere. Giuro che  stata l'unica volta in cui mi son fermato a guardare due mentre scopano solo per il gusto di ridere. 
Finiscono. 
Si ricompongono e il ragazzo viene verso di me, che peraltro non ero l'unico spettatore, e mi dice con una voce nasale potentissima ed un forte accento meridionale: 
"La prossima volta invece di guardare puoi contribuire se vuoi. Siamo quà apposta, no?".
Mi strizza l'occhio e se ne va. Quella voce non la scorderò mai... men che meno adesso che dopo anni, e sono convinto che lui manco si ricorda di questo episodio, lui che si chiama G.  diventato uno dei miei migliori amici
(... o forse  meglio dire compagni di merenda?). Ad ogni modo io continuo ad esplorare e mi accorgo subito di un festino a cui prendono parte 3 persone, giusto a pochi metri di distanza. 

Secondo incontro.
(Il Chiatto, il Vecchio e il Ragazzino).
Il chiatto è seduto su una specie di roccia completamente nudo, la testa in alto e geme come una donna che sfrutta gli ultimi anni pre-menopausa. Sotto di lui in piedi ci sono un vecchietto basso e un ragazzo dall'aria un po' hippy che succhiano a vicenda il cazzo del chiatto. Se lo passano di bocca in bocca mentre ad intervalli giocano con i suoi capezzoli (del chiatto) che dopo un po' viene in bocca ad uno dei due pagetti. Si riveste in fretta e furia e sparisce mentre i due rimangono lì e si menano i cazzi a vicenda. Di fianco a me un ragazzino con gli occhi verdissimi mi guarda ma non fa nessuna mossa. Decido di continuare il mio giro con la speranza che mi segua, anche perchè ormai son bello che eccitato e non sarebbe male come primo trofeo. E' veramente carino. Non mi segue. Scoprirò col passare del tempo che va solo con i vecchi. Ti pareva! Bene!
Andiamo avanti

Terzo incontro.
(Santa Claus)
Due tipi dietro un albero si slinguano in maniera dura e si strusciano mentre un vecchio viscido da lontano li guarda e si continua a toccare il pacco in maniera ossessiva. I due cominciano finalmente a spogliarsi e la cosa si fa calda calda, solo che intanto il viscidone si fa venire la brillante idea di avvicinarsi a me intanto che continuava a toccarsi sto pacco! Adesso è proprio di fianco a me e mi guarda ripetendo a ruota continua :
"Voglio venire! Voglio venire! Voglio venire!!!". 
Che tenero!
Se non fosse che ad occhio e croce ha tipo 90 anni e li porta pure male, ecco io in quel momento non so perchè ma, visualizzo nella mia mente la scena di un film che vidi anni prima. Sono quasi 5 secondi di scena ma di una potenza impressionante. La scena più struggente in assoluto di quella mezza sega di film che  "Nothing Hill". Ecco a cosa serve il cinema. Serve a farti uscire con classe e dignità da qualsiasi situazione. In un attimo divento la Giulia Roberts de noantri. I miei capelli per magia si allungano e diventano rossi, guardo il nonnino in faccia e ripeto con voce pacata, quasi sofferente "Sono tentato ma... No!". Sorriso di circostanza. Arrivederci e grazie.
Ecco il telefono squilla proprio ora mentre mi allontano da Babbo Natale. D. ha già dato e mi aspetta.
"Sbrigati troietta!"
Vado. 
Veramente a malincuore. 
A volte il tempo vola. 
Per un attimo ho creduto di essere Alice nel paese delle meraviglie. 
Questo è quello che pensavo di me ai tempi. Naturalmente come in tutte le cose c'è sempre il bisogno di fare una certa gavetta e maturare esperienza. 
Io l'ho fatto.
Oggi SONO Alice nel paese delle meraviglie.

domenica 12 dicembre 2010

MI STAVO CHIEDENDO...

TRA ME E ME.

Vuoi veramente sapere cos'è che sto pensando in questo momento?
Allora, se uno è così tranquillo 2 sono le cose. 
O a letto si scatena come un dannato, della serie che le tipe le fa urlare come delle quaglie senza ali che tentano di prendere il volo, ma non ce la fanno... oppure, ha voglia di farlo. Solo che non riesce a liberarsi perchè ha paura di far vedere qual è la sua vera natura e quindi si sente come una gallina imprigionata in un ovile (ATTENZIONE, ho detto ovile, non pollaio...) che è stata obbligata a tentar di covare un uovo che, tra le altre cose,  non è neanche il suo...
E la poverina deve farlo per forza, se no la fine migliore che altrimenti le può capitare è proprio la stessa fine che fece, prima di lei, Maria Antonietta la regina di Francia.
DECAPITATA.




Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo Lorena, figlia di Maria Teresa d’Asburgo e Francesco I di Lorena, andata sposa, in giovane età, al debole e indeciso Luigi XVI re di Francia, venne chiamata con disprezzo “l’austriaca”. Derisa dalla corte, odiata dal popolo, travolta dalla Rivoluzione del 1789, Maria Antonietta, non fu né una santa né una bagascia della Rivoluzione e oggi la sua figura, lungamente disprezzata e biasimata, torna ad essere rivalutata. Per lungo tempo la frase “ Se non hanno pane, che mangino le brioches!” riferita al popolo francese sempre più affamato ed esausto, le fu attribuita da una storiografia ingiusta ed inesatta perché quella frase pare che Marie Antoinette non la pronunciò mai. E’ vero: amava circondarsi dal lusso, amava tutto ciò che fosse godereccio, il cibo, i dolci, le fragole con la panna, lo sfarzo in ogni sua forma, ma Maria Antonietta aveva in fondo il carattere di una donna comune, anche mediocre secondo lo scrittore Stefan Zweig: “non troppo intelligente, non troppo stolta, né fuoco, nè ghiaccio, senza energie speciali per il bene, e senza la minima volontà al male". Eppure, questa bella donna senza un carattere forte, senza estremismi e genialità e quindi apparentemente inadatta alla tragicità della sua sorte, divenne all’apice del dramma, una vera eroina involontaria che, dal trono al patibolo, trasfigura la sua immagine, raggiungendo tragiche proporzioni all’epilogo della sua breve esistenza

lunedì 6 dicembre 2010

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COMING SOON
"SNOB SECONDA PUNTATA"


Riassunto della puntata precedente.

Sono adulto. E gay. 
Sono stato piccolo. E gay. 
Ma non me sono accorto io per primo. La mia comitiva di eterelli omofobi ha aiutato il cammino della consapevolezza. 
Come? 
Facendomi fare la parte dello zio defunto se giocavamo alla famiglia o della sedia se giocavamo alla scuola. 
Emarginato e apostrofato per quell'incontenibile parte femminile del piccolo me che avrei poi furbamente rivenduto come "allure"
Reazione dell'infanzia al gaysmo: derisione.
Reazione gay alla testosteronica derisione collettiva: 
snobismo.

domenica 5 dicembre 2010

POST IT N°0

"Assente, il tuo volto si dilata tanto da colmare l'universo. Passi allo stato fluido, quello dei fantasmi.
Presente, si condensa; e raggiungi la concentrazione dei metalli più pesanti, l'iridio, il mercurio.
Mi fa morire quel peso, cadendomi sul cuore".

Margherite Yourcenar

Fedra o della disperazione.
Fuochi (Bompiani 1993)

ON THE ROAD...

"Allora io sono già qui. Esattamente sono di fronte la banca"
L'orso bruno è arrivato. L'ho beccato oggi in un sito per gay pelosi in calore. Uno dei tanti.
"Bene - dico io - sei a 100 metri da casa mia. Io sono al 22, quindi aspetto che suoni il citofono."
Arriva. Non è niente di che ma sa di orso. Grosso, enorme.
Mi guarda dalla testa ai piedi e poi esclama:
"Però! Carino sei carino. Ho fatto bene a passare? Beh, adesso lo scopriremo..."
Scontato come la peggio merce invenduta....
Io lo invito ad accomodarsi e lui mi fa subito:
"Ti spiace se prima faccio una doccia? Sai arrivo dal lavoro e quindi... Ah dimenticavo..." - apre la sua borsa tutto sorridente e mi passa un pacchetto invitandomi a metterlo in frigo.
"Fai pure, il bagno è di quà" - io rispondo in maniera automatica. 
Non so, mi sento come se stessi facendo la fila in posta o aspettando in clinica per un prelievo.
Tutto è automatico.
Ovvio che ho di fronte una persona che non mi piace affatto.
Ma è sesso. Non si guarda in faccia nessuno.
Si spoglia.
Entra nel box doccia e sento che l'acqua comincia a scorrere.
Non so neanche perchè. 
Io non sto pensando a lui.
Sto pensando al mio lui. 
Il mio lui non sa nemmeno che io lo stia pensando così ardentemente, non immagina neanche di noi. Perchè non c'è un noi. E convivo ormai da mesi con il pensiero fisso ad un miraggio.
Ma non importa adesso.
Mi spoglio.
"Ti scoccia se ne approfitto?" dico a lui entrando in doccia con il cazzo che è già durissimo.
Figurarsi se per lui è un problema.
Ci insaponiamo. 
Lingua mia. 
Lingua sua. 
Mi tocca ovunque.
Continuiamo a Toccarci e masturbarci insieme sotto il getto di acqua calda e la sua lingua arriva in ogni posto disponibile del mio corpo insaponato.
Poi decidiamo di passare al letto e tutti bagnati ci dirigiamo in camera. Li comincia il match. Non si scopa però. Mi spiego meglio, non mi scopa però. Mi abbraccia forte e continua a ravanare il mio buchetto.
"Che bel culo! Che bel culo!!!"
Tu cosa ti aspetti?
Scordatelo non va affatto come credi.
Essere scopati da un gay dichiarato di questi tempi è una vera utopia. E ci credo a ciò che dico. Ciecamente.
Il futuro? I bisessuali.
Mi rigira, afferra il mio cazzo e se lo schiaffa tutto in bocca.
Geme. Succhia. Succhia e geme. Poi per un secondo si stacca e mi fa:
"Cazzo io non ho molto tempo! Dai fai fare a me!"
Inghiotte ancora tutto il mio cazzo e comincia a farsi strada con la sua mano in direzione retto. Lo allarga e tenta di farci entrare un dito. Adesso sono io che gemo. Lui spinge e succhia. Io vengo. Esplodo dentro la sua bocca grande, talmente grande che non vedo il mio cazzo mentre erutta. Sta bevendo tutto. Non ho mai visto uno godere così tanto nell'ingoiare il mio seme. Ha finito adesso. Si siede su di me e comincia a masturbarsi velocemente pregandomi di strizzargli i capezzoli. Solito clichè. Non sopporto i clichè.
Ma tra i due è lui che sopporto meno adesso. 
Voglio che se ne vada prima possibile e strizzo più forte che posso. 
Viene sul mio petto. 
Lo mollo li e ritorno in doccia.
Al mio ritorno lui è già vestito e tutto contento perchè crede che ritornerà qui uno di sti giorni. Faccio in modo che ci creda. Lo accompagno e rimango qui da solo. Ancora. 
Con ancora in mente il viso di lui. Il mio lui.
Poi penso al pacchetto in frigo. 
Lo prendo e lo scarto.
E' una torta sacher, ed è buonissima.
La sera per me continua al telefono. 
Ho sempre in testa il mio lui.
Domani lo chiamerò, con una scusa banale e cercherò di rallegrarmi di quei pochi minuti che avrò a disposizione per parlare con lui. Solo che io continuo a non aver pace. Da quando ho immaginato questa storia non trovo pace.
Non trovo il coraggio di fargli sapere di me.
Non vedo una soluzione. Vedo solo una grande scatola che deve essere riempita per sopprimere il pensiero di lui che continua a sbattere all'impazzata nelle fragili pareti di cartone. Non ce la faccio più. 
Ne a vivere in questo limbo, ne a rinunciarci. Ho deciso che andrò fuori. 
Cercherò ancora un po' di amore nelle strade di notte.
Faccio una lunga sosta su un marciapiede dove ho deciso di accasciarmi mentre passo le ultime informazioni della mia vita all'amico fidato che è dall'altra parte della città, ma è vicinissimo a me adesso. Questa invenzione si chiama telefono cellulare. In alcuni casi è proprio indispensabile.
Le macchine vanno e vengono. 
Io sono un ragazzo normale. 
Non mi prostituisco.
Diciamo che mi rallegro della compagnia di uomini che ad un certo orario sono li a gironzolare per la città.
Non so perchè, riesco sempre a beccare qualcuno.
Fa così strano vedere un ragazzo solo di notte? Si, a dire il vero si, e questa città sotto sotto è così sporca che non posso meravigliarmi quando chi si accosta con una scusa banale poi sembra già sapere cosa voglio.
Stasera a quanto pare è il turno di un 22enne. Si ferma.
Mai visto. Sta fermo con la macchina davanti a me. Basta.
Mi fissa. Lo faccio anch'io. Alla fine si decide e mi chiede se voglio un passaggio. Sono le 3.00 adesso. Non è il passaggio quello che voglio.
"Volevi forse chiedermi se ho voglia di fare un giro con te?"
"Beh, si è lo stesso" - e accenna un sorriso. 
Sono già sulla macchina. 
Mi dice qualcosa. 
Nome, età, lavoro.
"Poi ho questo!" - alza la polo bianca che gli copre il pacco, Il suo cazzo, enorme, era li fuori ed eretto fin da prima che io salissi in macchina ed io non me ne ero accorto. Eppure non mi si addice la parte dello sprovveduto, strano.
"Scusa, se è così accostiamoci invece di girare a vuoto..."
"Hehehe... certo, certo. Fammi trovare un posto tranquillo."
La mia mano comincia ad accarezzare il cazzo che è duro come il marmo. Grande, perfetto.
"Io trovo sempre qualcuno a quest'ora"- mi dice.
Deja vu? Sono io che uso queste parole di solito...
Quindi non sono l'unico a pensarla in questo modo.
E' più facile scopare in questa città che trovare un euro a terra... l'ho sempre detto io.
"Ma scusa vista la direzione da cui sei arrivato, scopi anche con le trans?" - io chiedo, le trans sostano vicinissime alla zona dove di solito mi metto a gironzolare. Indisturbate per altro. Sono esaurite, ma mi stanno simpatiche, e poi di qualcosa dovrò pure parlare visto che un posticino ancora non lo troviamo.
"No no!" - sembra pure scocciato- 
"Per favore, non vado a trans io, assolutamente... che schifo!!! Dai toccalo un po', che aspetti?"
Oramai siamo fermi. E' veramente grande, a fatica riesco a farlo stare in bocca. Lui, ovvio, come da copione con una mano asseconda i movimenti della mia testa con l'altra cerca di far entrare il suo dito medio dentro di me.
"Io voglio scoparti. Ti faccio divertire stasera prometto!"
Questa frase è talmente rara oggi giorno che detta così suona quasi come una minaccia. Non ho un preservativo.
Non dovrei. Ma mi lascio girare e lui dopo aver ispezionato accuratamente il mio buchetto con la sua lingua comincia a massaggiarlo e poi mi punta l'arma dietro.
Tanto lo so che non riuscirò a prenderlo. Faccio quattro fusa nella speranza di aumentare la sua eccitazione e di fatti questo succede. Adesso sta cercando di scoparmi.
E' un illuso non sa di avere a che fare con un professionista.
Invece per pochi secondi riesce ad entrare.
Piano piano. ma è dentro.
Sono in pericolo ma non posso fermarmi.
Non voglio, ecco.
A tratti riesce anche a farmi male, è letteralmente incollato a me, crede di scoparmi seriamente ed invece non e tutto dentro. Non lo è sempre e le sue mani menano il mio membro.
Io sono fuori di me. No, non lo sono.
Ma fingo e appena mi accorgo che l'atto sta per concludersi lo prego con una voce affannata e goduriosa:
"Non venire dentro, ti prego non venire dentro, non venire dentro, ahhh non venire..."
"Sono venuto"- sussurra.
La sua sborra scende sulle mie chiappe. E' uscito e mi ha irradiato di caldo seme. Sbatte il suo membro  tra le mie cosce e sento la sborra scendere.
Sono un porco.
Sono sporco.
Ci rimettiamo apposto. 
Lui continua a seguire il copione. 
Un copione che so a memoria.
In fretta e furia è già sistemato ed ha già acceso la macchina. 
Corre. 
Si dirige velocemente verso la strada dove mi ha beccato. Non parla. Non mi aspettavo lo facesse e non lo faccio manco io.
Accendo una sigaretta. Arriviamo.
Sforza un semisorriso, si ferma e mi dice:
"Ciao bello e grazie."
Rimango fermo vicino alla mia bici aspettando di finire la sigaretta e con le mutante tutte bagnate.
Devo andare a casa.
Rivedo il volto del mio uomo, mentre sto fermo lì.
Sono le quattro.
Devo rifare un'altra doccia.
Questa casa diventa ancora più vuota quando ci metto piede.

venerdì 3 dicembre 2010