sabato 14 aprile 2012

TRUE STORY


PROLUSIONE
- Ho bisogno di una bella introduzione per il tuo pezzo... ma mi sono bloccato. Idee?
- Mmm David, non ho idea. dipende un po' dal contesto in cui la inserisci. Non so se resta un post isolato o se hai intenzione di raccogliere altri "tranches-de-vie" reali da pubblicare. Se così fosse basterebbe fornire le istruzioni per l'uso, che diventano a loro volta un invito a chi ha qualcosa da raccontarti, a farlo... Due righe stringate penso possano bastare.
- Ottimo! Vediamo che succede...


G./1.
La vita di G. era iniziata con una disgrazia.
Da bambino, dormiva sempre nel letto con la madre, il babbo non c'era mai a casa.
Una notte, la madre morì nel sonno e lui si risvegliò accanto al suo cadavere e la vegliò finche non arrivò qualcuno a casa. 
Non avere nemmeno coscienza dell'esistenza della morte e scoprirla in quel modo.
G. crebbe un ragazzo fragile, cresciuto da una sorella attivista di sinistra che dovette fargli da madre e da padre insieme.
G. scelse di frequentare una scuola dove il bizzarro e l'inconsueto erano la regola. Ma questo non gli servì. 
G. Viveva in un mondo tutto suo, dove inventava cose e persone. Un giorno mi insegnò il mio lavoro, perchè me lo ritrovai come collega. Ci impiegaì anni a smontare l'eccesso di idealizzazione che metteva nei progetti, e che mi aveva trasmesso.
Un giorno decise di andare a lavorare in un supermercato e non lo vidi più. Di lui sapevo solo che si innamorava continuamente e segretamente di soggetti impossibili ed inavvicinabili. 
Più qualcosa era improbabile e più ne rimaneva affascinato.
G. non accettava i cambiamenti. Voleva cambiare lui le cose. Aveva il rifiuto del computer che gli venne imposto di imparare ad usare e finiva in malattìa perchè somatizzava questo odio per il pc con terribili mal di testa.
Ciononostante al lavoro era apprezzato e gli era stato costruito intorno un ambiente che gli rendeva possibile imporre la sua inflessibilità, così come nelle piccole cose pratiche di ogni giorno, anche nel sostenere le sue invenzioni e progetti, frutto esclusivo della sua immaginazione di artista integrale.
Un giorno G. commise l'errore di innamorarsi dell'ennesimo personaggio impossibile, che però questa volta era un collega.
Il collega simulò interesse ed arrivò a dargli un appuntamento che G. accettò. In questo appuntamento si dichiarò in modo grottesco ed ingenuo con questo soggetto che era solo interessato a scardinare l'imperscrutabilità del suo superiore.
Il giorno dopo, il disastro: G. era messo alla berlina da tutti i subordinati che era riuscito a gestire col suo modo distante di fare, che lo aiutava tuttosommato ad essere sìa autorevole che temuto. Il collega lo aveva sputtanato.
La vita all'interno del supermercato era diventata per lui impossibile.
Un giorno una facoltosa zia di G. morì lasciandogli una somma cospicua. Questa fu la sua disgrazia. G. si licenziò immediatamente, forte di questa sicurezza materiale.
Poco per volta, senza un lavoro, il suo mondo interiore ed immaginario, presero il sopravvento. Era completamente staccato dalla realtà e non riusciva o non voleva più ne reinserirsi in un ambito di lavoro, ne cercare relazioni.
G. seppe che io non stavo bene ed avrebbe voluto chiamarmi, ma non lo fece.
G. si è suicidato. Lo hanno trovato in casa con un sacchetto di plastica in testa. Nessuno tra quelli che aveva vicino aveva saputo cogliere il suo disagio: era stato spinto ancora più in basso da chi dava ragione ai suoi racconti circa l'ambiente di lavoro dove in realtà, i superiori, venuti a conoscenza dell'accaduto, gli avevano offerto un trasferimento ed anche vantaggi economici che lui rifiutò. 
Non ci fu un funerale per G., solo la cremazione. Aveva lasciato tutto scritto.
Fu possibile salutarlo solo immaginandolo nella sua bara già chiusa attorno la quale c'erano alcune sue foto da bambino ed i suoi ultimi lavori, quelli che faceva in casa nel periodo in cui sprofondò in se stesso: maschere. Visi muti e sordi. Le persone che aveva immaginato, forse, quelle di cui si era innamorato, o quelle che semplicemente lo avevano osservato senza mai capire chi fosse veramente.
Non gli perdonerò mai di non avermi chiamato quando sapeva che stavo male. Non lo aveva fatto per paura di disturbarmi.
Fu il suo ultimo errore.



P.S.
Ai più attenti lettori capiterà di leggere dei post con iniziale e numero. Storie vere di persone che ho avuto la fortuna di conoscere e di altre che non ho mai conosciuto personalmente ma che hanno segnato il cuore di gente a me cara. Non si vuole giudicare niente e nessuno con queste testimonianze, ma credo che  sia importante perlomeno mettere nero su bianco l'esperienza individuale di persone che come me, o noi, si ritrovano ancora oggi ad affrontare giorno dopo giorno problematiche inerenti alla loro sfera sessuale. Per la storia di G. ringrazio di cuore un carissimo amico che non citerò per rispetto della sua privacy, ma ci tengo a sottolineare la mia sempre più grande stima. Se qualcuno di voi volesse contribuire potrà farlo inviandomi una mail alla pagina Facebook. 
Aspetto?



martedì 10 aprile 2012

PUBBLICITA'


COMING SOON...
"Conversations on the dance floor"
Uno sproloquio storico tra Bes e David Bliss!
(seconda parte)




STAY TUNED! :)

lunedì 9 aprile 2012

MDNA



Non mi pronuncio mai in merito. Se lo faccio però vorrei mettere 2 cosine in chiaro ed ho delle buone motivazioni, perchè come è già stato detto in precedenza: "Mettete pure in dubbio la mia intelligenza ma non il fatto che io sia fan di Madonna!". Ecco, la notizia che Lady Gaga paga i suoi mostriciattoli per far cliccare loro "mi piace" su ogni suo video/status/foto è vecchia come il cucco oramai. Come altrettanto vecchia è un'altra notizia e cioè quella notizia riguardante la patetica nascita sulla rete di questo sito web di Gaghiana appartenenza che, quasi come una moderna setta, inneggia, prega e spera disperatamente per raggiungere un unico obiettivo: la morte di Madonna. Io dico, ma quanta malattia c'è in tutto questo? A parte il fatto che "sperare che qualcuno muoia" credo sia una cosa ripugnante a priori. E questo che insegnano a questa nuova gioventù scappata di casa? Adesso, va bene tutto, io posso anche giustificare la crisi, la mancanza di lavoro e tutto quello che volete ma quando è troppo è troppo! E poi, voglio continuare a dire, il giorno che Madonna morirà (che non sarà di sicuro uno dei giorni a venire visto lo stato attuale di salute della mia pupetta ma coinciderà sicuramente con il giorno in cui probabilmente il mondo intero non si ricorderà - a parte Meteore o I Migliori Anni - di chi cazzo sia Lady Gaga) sarà il giorno in cui finalmente Madonna otterrà, una volta per tutte, il rispetto e l'adorazione che veramente si merita in quanto già MITO ASSOLUTO da viva. Oggi la gente pensa a lei "as a legend" del calibro di Beatles, Michael Jackson etc etc... La sua morte la catapulterebbe immediatamente nella stratosfera. Nessuno dovrebbe permettersi di dire che c'è chi, con 2 album e 4 parrucche, sia al di sopra di lei, Madonna. Solo ed esclusivamente per un piccolo, semplice motivo: è una totale, enorme mancanza di rispetto.


Fatemi citare Madonna che giusto qualche tempo fa disse:
"Quando morirò finalmente potranno baciarmi il culo!!!"
Lunga vita alla regina!




CONVERSATIONS ON THE DANCE FLOOR...
Questo è il risultato di una conversazione fatta tra il sottoscritto e Bes, ovvero il più grande "devoto" (non fan) dell'entità. Enjoy!


Prima parte
Bes : Sai qual è la cosa che più mi da fastidio in tutto questo delirio?
Io: No, qual è?
BesQuesto continuo darmi del "fan", a me!!! Cioè, nomini lei e l'altra ti guarda stupita dicendoti "Ah, ma sei un suo fan!". 
Io: Perché. non sei un suo fan?
BesFan??? Io un suo Fan??? Ma qua stiamo dando i numeri! Io non sono un volgare, comune "fan"!
Io: ????
Bes: Io??? Io sono....... Devoto!!! Sono un Devoto, capisci?
Io: Ah...
Bes: Tesoro i fan sono altri! Sono le ragazzine che nel 2006 hanno incontrato l'entità per la prima volta grazie a "Confessions on the dance floor". "Hung up", "Sorry", ... hai presente?
Io: Si si, certo...
Bes: Certo. Io invece ho fatto un percorso completamente diverso. Nel 1983 con l'uscita del suo primo album ho avuto questa fortissima sensazione che Lei mi parlasse, vuoi capirlo? Il mio è un vero e proprio pellegrinaggio che va avanti da allora, dalle prime esibizioni al... come si chiamava il locale dove si esibiva a New York?
Io: Danceteria?
Bes: Bravo! Il Danceteria, ecco! Erano i tempi di "Everybody", chi se lo scorda?
Io: Che ridere!!!
Bes: Ricordo ancora, rimasi come folgorato dal video "Like a Virgin". Cioè, non puoi capire. Passai le giornate incollato alla radio in attesa di registrare qualche canzone... no, album non era ancora fuori. Giorni di adrenalina adoescenziale chè fu il principio attivo della mia devozione. Mentre i miei amici saltavano ascoltando i Clash, io cercavo di imparare il testo di "Into the groove". Alle superiori mentre dovevamo affrontare le partite di basket in un torneo io anziche allenarmi ripassavo Vogue. In mezzo c'è stato tanto altro: i capelli tinti, i collant di mia sorella usati come braccialetti e i lacetti flou che mi facevano sentire tanto "Borderline". Capisci? Non potendo mettermi il tacco a spillo verde flou per andare a scuola... infilavo i lacci flou nelle sneakers. Lei ormai era ovunque. Era diventa la soundtrack della mia vita. E poi ti dicono che sei un fan. Ma scoppiate grasse!!!


(to be continued...)

"NO SECOND'S"


"No Seconds" è il titolo della serie di foto, scattate da Henry Hargreaves, che ricrea gli ultimi pasti serviti ad alcuni detenuti nel braccio della morte.
Henry Hargreaves si lascia affascinare dall’edonistico piacere dell’uomo, diverso dai suoi soliti soggetti da copertina di “Vogue”, perché quello a cui rivolge l’obiettivo è un condannato a morte, l’infima categoria sociale americana. Il passo è breve, perché se l’edonismo è l’assunzione del valore morale al piacere, come fine ultimo dell’uomo, lo è soprattutto la sua ultima, rassegnata scelta, in questo caso, un pasto.
E’ difficile riassumere l’estro di Henry Hargreaves in poche righe, i suoi scatti sono continue sperimentazioni di materiali, modelli e colori. Fotografo di origine statunitense, ha alle spalle numerose collaborazioni nel settore della moda: alucuni tra i nomi più noti sono Prada, Yves Saint Laurent, Ralph Lauren. Come molti altri artisti prima di lui, anche Hargreaves di recente ha iniziato a flirtare con il cibo, producendo degli insoliti ritratti con il pane tostato. Fa parte di questa nuova ispirazione anche la serie di junk food in technicolor, che si vede girare spesso in Rete ultimamente.
(fonti sparse in giro per il web)










sabato 7 aprile 2012

IO

Ho imparato che bisogna sempre dare agli altri quello che vogliono perchè tanto a loro non interessa quello che tu vorresti dare, le tue cose, i tuoi pensieri, a loro non servono. Gli altri hanno solo bisogno di sapere che quello che pensano di te "è" giusto. Nulla potrà mai far cambiare l'immagine che si son fatti di te. Accontentarli è il modo migliore per sopravvivere.



venerdì 6 aprile 2012

VORREI DIRE...

...una cosa che penso, ma utilizzando però le parole di qualcun altro, e cioè che "Alla fine sarai tu che starai zitto, non io, perché... non abbiamo più bisogno di te da queste parti. Posso parlare, mangiare e cacare da solo." Non perché non riesco a trovarne di diverse per esprimere lo stesso concetto, anzi, è solo che mi piacciono più queste.





Pasto nudo (Naked Lunch) è un romanzo dello scrittore statunitense William S. Burroughs.
Si tratta del terzo romanzo da lui scritto, ma solo il secondo ad essere effettivamente pubblicato. Il libro fu pubblicato con il titolo Le Festin nu in Francia nel 1959 da una casa editrice minore, la Olympia Press; un'edizione statunitense pubblicata da Grove Press seguì quella francese nel 1962. L'edizione statunitense fu intitolata Naked Lunch e fu totalmente differente da quella francese: era infatti basata su una revisione precedente del 1958, oggi in possesso di Allen Ginsberg.
Pasto Nudo è il primo volume di una tetralogia che comprende anche La macchina morbida (1961), Il biglietto che esplose (1962) e Nova Express (1964).
Il titolo fu un'idea di Jack Kerouac che prese una frase di una poesia dal titolo -Sul lavoro di William Burroughs- dell'amico Allen Ginsberg. Erroneamente "Naked Lunch" viene tradotto ed interpretato come "La pera del tossico", in realtà "il pasto nudo" è un'esperienza che segna un punto nella vita di un uomo.
Si tratta di un libro con frasi apparentemente senza senso e scorrelate tra loro, in realtà il filo conduttore dell'opera è il controllo sulle menti che lo Stato può attuare sugli individui (in questo libro infatti paragona due Stati immaginari, Anexia e Terra Libera, con diversi gradi di controllo sulla mente umana) e la telepatia quale strumento per sfuggire al controllo e alla censura attuata sulle menti umane.
Il romanzo è stato portato sullo schermo nel 1991 da David Cronenberg nel film "Il pasto nudo".
(thank you so much wikipedia)



ROSEMARY'S BABY E LE IDENTITA'...


La leggenda narra che in un qualsiasi giorno di Aprile, una bambina "un po' fuori dal comune" e definitivamente "un po' fuori e basta", decide di far sclerale il suo insegnante di sostegno con l'ennesima trovata perditempo. Quale leggenda? Quella che sto per raccontarvi, no? Eh, calma! Ok, era un normalissimo lunedì e la mia collega cercava di arrivare al suo diabolico scopo, quello cioè di far si che l'inglese divenisse per i suoi alunni come una seconda lingua madre. Erano anni, cinque per la precisione, che la mia meravigliosa collega cercava di far entrare in testa ai suoi alunni le regole basilari di questa meravigliosa lingua straniera. Purtroppo, come in ogni favola che si rispetti, non ci era riuscita ed era rimasta da sola lì, in quel normalissimo lunedì, seduta alla cattedra ad interrogarsi su quale potesse essere la sua ultima carta da giocare. Dentro al suo piccolo cuoricino terrone lei sapeva che poteva trovare un'ultima soluzione anche se questo le avrebbe potuto far correre un enorme rischio: perdere tutto. Fu così che dopo la ricreazione le balenò in testa l'unica possibilità che le era rimasta. Si, lei capì che non c'era nient'altro da fare se non prendere i suoi alunni per sfinimento. Torturarli fino alla fine, fino, appunto, allo sfinimento. Conscia o no del fatto che in classe oltre ai suoi 21 alunni lei in quel momento stesse ospitando anche la bambina che nacque da un rapporto sessuale tra Mia Farrow ed il Diavolo in persona. Non per intromettermi ma, ci tengo a sottolineare una cosa. Anche se la mia amata collega il 99% delle volte dimentica che io sono in classe, io che in classe, dolente o nolente ci sono, non lo dimentico. Come dire: trovo molto affascinante questo meccanismo mentale per cui la gente che ha poco stima di te faccia così tanta fatica a capire che tu di loro stima non né hai affatto. Però è la vita, e come si dice, se "The show must go on".... figuriamoci la lezione.
Come dicevo prima, la mia terrosissima collega ha finalmente trovato il modo per far entrare 4 paroline di lingua inglese in testa a quei poveri 21 alunni. Sottolineo anche un fatto per me di grande importanza: lodi, lodi, lodi a quei 21 alunni, che già per il fatto di essere stati 5 anni in quella classe si meritano di diritto un posto in fila gold in paradiso. Durante la lezione, per farla a breve, mi ritrovo tra due giganteschi fuochi:
Fuoco Numero 1: la collega che continua a ripetere all'infinito le parole "Between" e "Below" con una leggerissima inflessione salentina e una pronuncia che... Dio mio tappami la bocca!!!
Fuoco Numero 2: la mia amata Rosemary's Baby che dall'altra parte mi sussurra all'orecchio la frase "Ho mal di testa" una cosa come 10.000 volte, a bassa voce, senza mai fermarsi in un inarrestabile e sincopatissimo ritmo che si alterna nelle pause tra un "Below" e un "Between" Della collega. 


Una vera e propria tortura cinese, tipo quella della goccia in fronte. Tipo quella della goccia in fronte? No, peggio. Ve lo assicuro. Sfortunatamente, dopo una cosa come 35 interminabili minuti, cominciai a vedere nero ovunque fino a quando una luce fortissima  esplose davanti ai miei occhi. Riconobbi subito quella luce e mi ricordo di aver giusto pensato che vista l'assenza di musica questa doveva sicuramente essere la Madonna. Quella di Nazareth, non la Ciccone... si sa che la Ciccone prima di apparire in questo periodo manda in onda uno sneak peek di "Gang Bang". 
Mi sbagliavo. Non era la Madonna. Era Anna Maria Franzoni che con una calma invidiabile si avvicina a me dicendomi...


Anna Maria Franzoni: Perché non approfitti del fatto di essere un cittadino italiano e le fai fuori entrambi? Tanto nel nostro paese cosa vuoi che ti facciano?
Io: Anna Maria non è giornata!!!
Anna Maria Franzoni: No, seriamente...
Io: No, seriamente lo dico io! Fuori dalle balle!!!


Scomparve. Grazie al cielo Anna Maria Franzoni scomparve immediatamente, perché forse non tutti lo sanno ma... con me non attacca e lei lo capii immediatamente. Non scomparvero però le mie due croci, ed in quel momento continuavo a trovarmi in mezzo a questa assurda scena...


Collega: Ready?
21 alunni: Yes teacher!
Collega: Repeat... Below - ad alta voce - BEEELOOOWWW! 
21 alunni: BEEELOOOWWW!
Rosemary's Baby: Ho mal di testa! - sussurrando - Fa qualcosa!
Io: Mollami! - sussurrando - Chiudi quella fogna di bocca!
Collega: Between - ad alta voce - BEEETTTEEEEEEWWW! 
21 alunni: BEEETTTEEEEEEWWW! 
Rosemary's Baby: Ho mal di testa! - sussurrando - Fa qualcosa!
Io: Stai zitta!
Collega: Below - ad alta voce - BEEELOOOWWW! 
21 alunni: BEEELOOOWWW!
Rosemary's Baby: Ho mal di testa! - sussurrando - Fa qualcosa!
Io: Ti prego basta!
Collega: Between - ad alta voce - BEEETTTEEEEEEWWW! 
21 alunni: BEEETTTEEEEEEWWW!
Rosemary's Baby: Ho mal di testa! - sussurrando - Fa qualcosa!
Io: Gesù mio, ti prego, portami lassù con te, adesso...
Collega: Below - ad alta voce - BEEELOOOWWW! 
21 alunni: BEEELOOOWWW!
Rosemary's Baby: Ho mal di testa! - sussurrando - Fa qualcosa!
Io: Basta!!!!

Stai forse pensando "Questo come cazzo fa a vivere in questo modo?", vero? Beh, io ho una marcia in più che poi è la stessa marcia in più che mi consente di essere favoloso  e di superare momenti difficili come questo o altri che sono forse peggiori: sono un fan di Madonna! Fu in quel preciso istante che capii che non potevo fare altro che rivolgere un ultimo disperato appello a lei e sperare in un miracolo. Come visualizzai nella mente la copertina di "Girls gone wild" ecco che il miracolo avvenne. Essendo, in quel momento, seduto di fianco alla mia amata/odiata pupilla... casualmente mi cadde la l'occhio su una delle sue manine. Rosemary's Baby aveva fasciato l'intera mano sinistra con delle salviette umidificate e non voleva assolutamente che né io, né la collega né tutto il resto dell'umanità vedesse quella mano in cui, a sentire lei, erano spuntate delle tremende "identità".
Cosa sono le "identità"? Secondo voi a me poteva fregarmene qualcosa? No, ma capii subito che quello poteva essere uno spunto geniale per salvarmi, una volta per tutte, da:
- La sua interminabile litania "Ho mal di testa/Fa qualcosa"
- Below/Between
- Arrivare al suono della campanella con ancora in corpo un briciolo di sanità mentale senza per forza buttarmi giù dalla finestra.
Un'intervista! Questo dovevo fare, un'intervista con la vampirella! Mi alzai, dissi alla collega che dovevo recuperare un lavoro e portai Rosemary's Baby in un'altra aula fingendomi interessato ai suoi inesistenti problemi. 
"Dai, - le dissi con un ghigno diabolico ma alquanto rassicurante - ti porto di la prima che suoni la campanella, così potrai dirmi che ti è successo alla mano, sai, sono molto preoccupato...".
(Bugiardo!!!) 

L'INTERVISTA
Io: Quante identità hai?
Rosemary's Baby: Sulla mano tre…
Io: Come si chiamano?
Rosemary's Baby Identità!
Io: Identità? Sei sicura? Non vorrai dire per caso entità?
Rosemary's Baby: Identità! Identità! Sono delle identità!!!
Io: Va benissimo, calmati. Identità...
Rosemary's Baby: Identità gne gne gne…
Io: Dai!
Rosemary's Baby: Sono piena di identità! Le ho su tutto il corpo!
Io: Quando le hai viste per la prima volta?
Rosemary's Baby: Sulla mano una l’avevo vista quando ero piccola. Poi, la seconda l’anno scorso ma non mi ricordo quando e la terza l’estate scorsa all’oratorio e quando l’ho vista all’oratorio ho pensato: “Passerò la vita piena di identità!”
Io: Ma le tue identità, ti parlano?
Rosemary's Baby: No, questa è magia e la magia non esiste!
Io: Ma tu da cosa capisci che sono identità? Come fai a riconoscerle? Come sono fatte?
Rosemary's Baby: Sono tutte uguali. 
Io: No, devi ascoltare bene la domanda: Ma tu da cosa capisci che sono identità? Come fai a riconoscerle? Come sono fatte?
Rosemary's Baby: NOOOOOOOOOOO!!!! Shhhhhhhhhh!!!!
Io: Ma perché? Non si può dire come sono?
Rosemary's Baby: Perché se no si capisce cos’è l’identità!
Io: Scusa, ma non era questo lo scopo di questa intervista? 
Rosemary's Baby: Nooo!!! E’ un segreto questo dell’identità! Teresa però mi ha scoperto.
Io: E che cosa ha scoperto Teresa?
Rosemary's Baby: Non posso dirtelo ho detto, perché se no capisci anche tu cosa sono queste identità!
Io: Ok, ma sono pericolose?
Rosemary's Baby: No, ma sono pericolose da vedere, cioè, no sono pericolose. No, non sono pericolose ma mi vergogno a farle vedere! IO MI VERGOGNO!!!
Io: Ma io non voglio vederle, assolutamente! Vorrei che tu mi svelassi questo mistero e cercare di capire, se è possibile, a cosa servono e come mai le puoi vedere solo tu…
Rosemary's Baby: Mi vergogno!
Io: Quindi? Hai intenzione di andare avanti per tutta la vita con la mano sinistra fasciata da salviette umidificate? Dai, per cortesia, fammi vedere la mano, su!
Rosemary's Baby: Tu non devi vederle!!! Io mi vergogno!!!
Io: Ma non voglio vederle, voglio sapere a cosa servono! Tu hai detto che anche su altre parti del corpo hai le identità e non solo sulla mano…
Rosemary's Baby: Sul piede!!! Poi, uno sulla schiena e uno sulla spalla e poi non ho finito! Ne ho sei sulla pancia e sei sulla gamba!
Io: Ma le identità… ti succhiano il grasso?
Rosemary's Baby: Mi fan vergognare!
Io: Perché?
Rosemary's Baby: Non so rispondere.
Io: Queste identità ce le abbiamo tutti o solo tu?
Rosemary's Baby: Tutti!!!
Io: Quindi le ho anche io?
Rosemary's Baby: Adesso che ti guardo in faccia e sulle mani, no! No! No! Nooooo!!!!
Io: Le identità ti provocano prurito?
Rosemary's Baby: No.
Io: Puoi sbarazzertene?
Rosemary's Baby: No, purtroppo no!
Io: Ehy?
Rosemary's Baby: Cosa???
Io: NON CE LA FACCIO PIU'!!!!