sabato 29 ottobre 2011

venerdì 28 ottobre 2011

HO UCCISO MIO MARITO

"THE LAST CHAPTER"
LE COSE CHE NON TI HO MAI DETTO
(Prima parte)
Che le donne siano sempre state un passo avanti agli uomini, questo è più che risaputo. Una donna sa sempre cosa vuole, cosa fare per ottenerlo e, fidati, lo ottiene. Sempre e comunque. Una donna non perde mai la testa. Mai. Ma se per caso, dovesse mai dovesse mai succedere allora, fidati ancora, è stato tutto calcolato prima e di sicuro con largo, larghissimo anticipo. Per una donna non esista la minima defaillance. Anzi no, esiste, solo ed esclusivamente se la defaillance è stata prima con cura inclusa, ad arte, nel suo eventuale piano d’attacco. Ma io non sono una donna. Io ho perso la testa. Senza volerlo. Senza accorgermene. Quando quella sera, decisi di far fuori mio marito, accadde tutto così in fretta che, giuro, quasi non riuscivo a crederci. Ricordo solo quella strana, doppia sensazione che dapprima non riuscivo neanche a scindere tanto ero fuori di me. Fumavo. Continuavo a fumare e quasi “ammiravo” l’orrore che si presentava a me e di cui io ero l’unico artefice. Si, stavo fermo, immobile e impassibile sulla scena del crimine, quella che con cura avevo reso viva solo pochi minuti prima. Fu tutto quel sangue che mi aiutò a capire, a realizzare, ad elaborare quelle due forti emozioni che stavano facendo a cazzotti dentro di me. In un certo senso posso dire che per un periodo di tempo che non saprei quantificare, mi son ritrovato a contemplare, letteralmente, quel palcoscenico in cui l’attore principale perse la vita in maniera così tragica, che poi, altri non era che il salotto di casa mia. Se non altro, mi ero trovato un ottima scusa per cambiare il divano. No, perché dobbiamo dare a Cesare quel che gli appartiene, quel divano faceva proprio cagare. L’ho sempre detto io che non tutto il male viene per nuocere. Ad ogni modo io, non ho paura a confessarlo, mi sono sentito, per la prima volta in vita mia, totalmente libero. Questa volta si, ero totalmente, indiscutibilmente libero. Avevo fatto veramente un ottimo lavoro ed ero più che soddisfatto. Poi presi il coltello. Passai sulla lama un fazzoletto. Un fazzoletto di cotone che gli apparteneva, e mi diressi in cucina, per lavare  quel coltello che ormai era diventato l’arma con cui ero riuscito a riscattarmi. Un gioiello preziosissimo a cui volevo riservare le cure che meritava. Mentre passavo per il corridoio però fu inevitabile per me fermarmi. Mi fermai preso d’assalto da queste due voci che, dentro la mia testa, si alternavano e mi ripetevano all’infinito “Ora sei libero!” e subito dopo ”Ora sei solo!”. Che pena! Che pena, si. 

(continua)

sabato 22 ottobre 2011

POST.IT




Fare un bilancio della mia vita in questi giorni, sarebbe come offrire una cotoletta alla milanese ad un vegano convinto. Il processo di smaltimento in cui, mio malgrado, mi ritrovo... è più lungo e più faticoso di quanto io mi sarei mai aspettato. Continuo, anche se con tutta la mia forza non voglio, a rimanere attaccato ad una speranza che non è mai esistita. Credo di odiarmi. Credo di far bene ad odiarmi. 
Ho piantato i semi del fiore più bello. 
Non è mai sbocciato.
Ho aspettato senza mai stancarmi. 
Invano.
Sono forse io quello che dovrebbe ritornare alla base?
Qual è la base?


APATIA



L'apatia (dal greco a-pathos, letteralmente "senza emozione") è una riduzione dei comportamenti finalizzati, dovuta a mancanza di motivazione. Si distingue dalla depressione in quanto il paziente apatico non prova disagio per la sua condizione, mentre la depressione correla con stati ansiosi e provoca un tono negativo dell'umore che può arrivare fino al desiderio di morire.
Condizione caratterizzata da una diminuzione o dall'assenza di qualsiasi reazione emotiva di fronte a situazioni, eventi della vita di tutti i giorni. Si esprime sotto forma di indifferenza, di inerzia fisica oppure di mancanza di reazione di fronte a situazioni che normalmente dovrebbero suscitare interesse o emozione, di una riduzione dei comportamenti finalizzati, di una assenza di spirito di iniziativa, di una sottomissione nelle scelte quotidiane.
Il soggetto apatico limita la produzione di pensieri legati ad obiettivi, al punto da trascurare persino se stesso, oltre a mostrare gravi segni di distacco verso l'ambiente che lo circonda, e provare indifferenza e ritrosia nei confronti di eventuali nuove esperienze. Ma non è detto, poiché dipende molto dalle caratteristiche caratteriali del soggetto.

giovedì 20 ottobre 2011

CONTINUO A SENTIRLO OVUNQUE...

PREVIEW



"Perchè sei venuto oggi e non prima. Perchè?"
"Perchè prima non avresti capito. Questo è il momento giusto e devi fartene una ragione. E' così e basta."
"E se io la ragione dovessi perderla?"


sabato 15 ottobre 2011

I LOVE MY JOB 5.



THE BARTENDER
Quando lavori in un locale notturno è naturale scambiare due chiacchiere con un collega prima che si aprano le danze. Siamo al bancone e tra qualche minuto il locale sarà pieno zeppo ed io rivedrò il mio collega tra 7 ore esatte. Gli dico che ho sete e lo invito a passarmi qualcosa da bere, ma prima di allontanarmi verso le salette, per accendere le ultime candele...

Lui: Lo sai che una volta ho scopato con una tipa alta come me dentro una Mini Cooper bianca?
Io: Era figa?
Lui: La Mini o la tipa?
Io: La tipa.
Lui: No.
Io: Ma com’è andata?
Lui: Un vero disastro! Scomodissimo, figa!
Io: Ah...
Lui: Non riuscivo a muovermi tanto eravamo scomodi e... son venuto subito. Subito, giuro!
Io: Si?
Lui: Si si. Un disastro, figa! Un disastro. Mai più!
Io: Ma pensa te... io invece una volta ho scopato con un tipo basso come me su una Fiat Punto nera...
Lui: E com’è andata?
Io: BENONEEEE!!!!

DANCER IN THE PARK (INEDITO 2)

LA RELAZIONE
Oggi ho scopato con uno. Ci scopo di tanto in tanto. E' carino. Ha 27 anni. Ha un bel cazzo e ogni volta che scopiamo mi dice sempre le stesse cose:

1 Come baci tu... nessuno!
2 Mamma mia! Faccio fatica ad immaginare cosa saresti capace di fare su un letto...
3 Mi eccito da matti quando mi tocchi.
4 Ti posso leccare le palle?
5 Posso leccarti il buchetto?
6 Adesso ti faccio urlare di piacere...
7 Ti piaccio?
8 Cazzo! Ma perché non ti fai scopare?
9 Sai che ti scoperei per ore senza mai stancarmi?

Più o meno questo è il resoconto ufficiale. Io mi limito ad ascoltare e cerco di rispondere sempre allo stesso modo. A lui piace. A me non costa nulla e... ridendo e limonando son passati un po’ di mesi. L’ultima volta però qualcosa di nuovo, di molto “nuovo”, si stava aggiungendo al copione.

Lui: Senti...
Io: Dimmi tutto...
Lui: No, scusa... ma io e te non potremmo “farci” una relazione?
Io: Come scusa???
Lui: No, voglio dire... si, insomma, pensa che bello! Io e te insieme, tranquilli, a scopare a casa mia o a casa tua, senza il bisogno di beccarci qui con il rischio che ci veda chiunque, no?
Io: Rischio? Pensavo ti piacesse il fatto che qualcuno potesse vedere cosa combiniamo e magari unirsi al gioco...
Lui: Certo che mi fa piacere!
Io: E allora?
Lui: No, nulla... era per dire che... non capisco come mai io e te non stiamo insieme... penso che di feeling ce ne sia... o è una mia impressione?
Io: Ok. C’è feeling, ma...
Lui: Ma cosa?
Io: Non so. Non so che dire.
Lui: Devi solo dire si o no...
Io: Boh! Certo che sentirsi fare una proposta del genere. Mi sembra un tantino impegnativa come cosa, ecco. Non so...
Lui: Insomma vuoi metterti con me?
Io che lo guardo: O_0
Io che penso: “Ce la fai?”.
Io che rispondo: Beh. Così su due piedi non saprei. Certo sarebbe carino visto che limoniamo e giocherelliamo da mesi ma... non so, ci sono tante cose che non sappiamo l’uno dell’altro e questo potrebbe essere un problema, ecco. Non lo so, non lo so... per esempio... come ti chiami?
Lui che dice il suo nome: Roger.
Io che rifletto sulla sua pronuncia: O_0
Lui che pronuncia il suo nome con una leggera, anzi no... “leggerissima” inflessione sarda: Rooooger.
Io che prendo finalmente una decisione: Ah, ok. In questo caso la mia risposta è NO!

giovedì 13 ottobre 2011

DANCER IN THE PARK (INEDITO 1)

LIMONIAMO COME DIO COMANDA!

Lui: Ciao...
Io: Ciao...
Lui: Che ci fai qui?
Io: Sono venuto a cercare i funghi...

Sorride.
Si avvicina.
Comincia a ravanare.
Comincio a ravanare.

Lui: Che ne dici se ti bacio?
Io: Che ne dici se mi baci?

Limoniamo.
Limoniamo e ansimiamo.

Lui: Ahhh... ahhh... è la prima volta che vieni qui? Ahhh... ahhh...
Io: Ahhh.. ahhh... no, a dire il vero passo spesso da queste parti. Ahhh... ahhh...
Lui: Ahhh... ahhh... ma, sarà... io non ti ho mai visto. Ahhh... ahhh...
Io: Ahhh... ahhh... ma si, chissenefrega! Ahhh... ahhh...
Lui: Ahhh... ahhh... già, uhmmm... chissenefrega! Ahhh... ahhh...

Cazzi in mano.
Limoniamo.
Ansimiamo.
Poi...

Lui: Uhmm... Ahhh... Ahhh... ma, come ti chiami? Ahhh...
Io: Uhmmmm... David. Ahhh... ahhh... tu? Uhi... ahhh...
Lui: Ahhh... ahhh... io, io... Marco... uhmmm... e di dove sei? Ahhh...
Io: Ahhh... io, vivo... uhmmm... ahhhh... vivo qua, si, uhmmm... tu? Ahhh... ahhh...
Lui: Ahhh... ahhh... io no, no... uhmmm... io vivo a Trezzo... uhmmm... uhmmmm...
Io: Ahhh... ahhh... a Trezzo? Uhmmm... a Trezzo??? Ahhh...
Lui: Si si, uhmmm, si, a Trezzo... ahhh... ahhh...
Io: Ohi! Uhmmm... ma che figata! Trezzo! Cazzo non ci credo... ahhh... ahhh...
Lui: Si si, così! Si, così... continua... ahhh... si, vivo da Trezzo, perché non ci credi? Uhmmm...
Io: Ahhh... Si, perchè mi eccita un casino Trezzo! Uhmmm... uhmmm...
Lui: Uhmmm... uhmmm... in che senso ti eccita Trezzo? Ahhh... ahhh...
Io: Si, scendi dai... ahhh... ahhh... si mi eccita troppo... ahhh...
Lui: Uhmmm! Ma, ahhh... come fa ad eccitarti Trezzo? Ah! Ah! Ahhhhh.... Uhhhh...

Intanto se lo mette in bocca.
Ciuccia con gusto.
Io invece...

Io: Uh! Ahhhh... Uh! Uh! Si, continua si! Uhmmmm... ah, si! Trazzo! Mi eccita Trezzo... ahhh... perchè ho la fissa per la geografia... ahhh... ahhh... così bravo! Continua, dai cazzo! Uhmm... ahhh...

Si stacca perplesso.
Torna su.
Face to face.

Lui: Cos'è la fissa per la geografia???
Io: Ahhh... no, nulla, non mi ero mai fatto uno di Trezzo prima... ahhh... ahhh... capisci? Uhmmm... Uhmmm...
Lui: Ohhh!!! Si!!! Dai! Vieni qua... limoniamo come Dio comanda!!!
Io: Uhmmm! Uhmmm...
Lui: Uhmmm... Uhmmm...
Io: Ohhh... ohhh...
Lui: Oh cazzo, hai un tocco fantastico! Ohhh...
Io: Ahhh... ahhh...
Lui: Ohhh... ohhh... stai per venire? Ohhh... ohhh...
Io: Ahhh... ahhh... no no, non sto per venire, no...
Lui: Ahhh... sei sicuro? Non stai per venire? Ahhh...
Io: No, non sto per venire... ahhh... no... stai tranquillo, dai... ahhh... ahhh...
Lui: Dai, non venire, dai... Ahhh... ahhh...
Io: MA NON STO PER VENIRE!!!
Lui: Ahhh... ok. Ok, ti prego... ahhh... ahhh... se non stai per venire, ti prego fallo adesso!!! Ahhh... ti prego...
Io: Ohhh... si, si... ooohhhh...
Lui: Oh, si! Ti prego fallo!
Io: Si, si... ohhh... si, si...
Lui: Si!!! Adesso, ti prego fallo!!!
Io: Ahhh... si, si ahhh... si... cosa? Cosa devo fare??? Ahhh... ahhh...
Lui: Oh! Si!! Ahhh! Ahhh! Dai! Oh! Si!!! Ti prego, fallo adesso!!!
Io: Cosa??? 
Lui: Scopami!!!
Io: NO!!!

giovedì 6 ottobre 2011

DEMONI

Oggi ho capito qual è l'unico modo che abbiamo a disposizione per liberarci dei nostri demoni. Cercare di scacciarli via non porta a nulla. I demoni che si nascondono dentro di noi, nutrendosi delle nostre stesse vite, hanno solo bisogno di una via che consenta loro di esprimersi e quella via è una e una sola: l'Arte. Qualsiasi forma di Arte.



GIUDITTA E OLOFERNE

Artemisia Gentileschi

1617-18