martedì 22 febbraio 2011

SNOB 2

SNOB 
(Seconda parte)


Nutella.
Quando ero piccolo aspettavo sempre l'estate.
Come tutti del resto, chiaro. Ma io avevo un motivo in più rispetto ai bambini che facevano parte del mio piccolo mondo a quei tempi. Niente scuola, ok, e quindi niente compiti. Niente scuola, ok, e quindi si va al mare e/o si risiede in campagna... almeno io si, vi ho già detto che ero un bimbo snob? Si, ve l'ho già detto. Comunque, così vedo di farla breve, per me la parola estate era strettamente collegata al fatto che per 3 lunghi mesi io avrei avuto la possibilità di stare in compagnia della mia amata cuginetta che arrivava da Milano, quindi fascia top, che odiava tutti gli altri cugini in maniera assoluta, perchè lei a soli 6 anni aveva già capito tutto, e per tutto intendo l'importanza della ricchia.... e che di conseguenza adorava solo me, voleva stare solo con me, e per una naturale successione delle cose, schiavizzava solo me, ma quello non era affatto un problema, anzi, non faceva altro che dare al mio animo snob motivi validi e concreti per rimanere sul filo rosso, e comunque poi il giochetto dello schiavo è stato attuato durante i miei vari match sessuali nella cosiddetta età dell'adolescenza e con grande successo, quindi perchè lamentarsi adesso? Vedi che la gavetta serve sempre? Insomma in quel preciso momento della mia vita niente e nessuno mi avrebbe mai fermato dall'intento di essere il primo ed unico bambino snob del circondario. Sentii Madonna Ciccone urlare al mondo, molti anni dopo, che l'unico modo per ottenere quello che vuoi è lavorare sodo, crederci e non fermarsi per nessun motivo al mondo. In breve Madonna Ciccone credeva di aver scoperto l'acqua calda a quanto pare... ma i suoi consigli su come fare si che un pompino risultasse un ottimo prodotto in relazione alla qualità ed al prezzo, devo dire, mi son stati molto utili. Ma meglio non distrarsi. Dicevamo? Si mia cugina, che arrivava da Milano, e che ovviamente portava con sè mamma, papà e nonna.
Solo dopo capii che in realtà erano loro tre a portarsi dietro lei. Il fatto che adesso mi accingo a raccontarvi si svolge proprio nella camera da letto della sua nonna. Mia zia. Mia zia ci manda entrambi in camera da letto perchè lei doveva assolutamente vedere la sua Telenovelas Argentina preferita, e siccome grazie all'aiuto di TVSorrisi&Canzoni sapeva già che una delle protagoniste sarebbe morta, voleva godersi lo spettacolo in santa pace, noi per lei eravamo il primo elemento di disturbo, dopo di noi... la vicina di casa ultrasettantenne con Alzheimer galoppante che continuava a suonare alla porta ogni 10 minuti per chiedere se era per caso passato il figlio a chiedere di lei...
Ragazzi negli anni 80 prima venivano le telenovelas e poi la salute. La gente avrebbe tranquillamente venduto un rene, se non tutti e due per una session di pissing, anche brevissima, con Veronica Castro. Credo non ci sia altro da aggiungere, se non che solo chi ha vissuto il periodo può capirmi. Ovvio che mi riferisco a Danila Proserpio. E sottolineo vissuto, e sottolineo capirmi. Bene... cosa fa la zia? Ci spedisce in camera da letto. A giocare. E indovinate che gioco scelse mia cugina? Non cominciate a sognare perchè non giocammo al dottore e l'infermiera, anche perchè io avevo già le idee molto chiare, per giocare a quel gioco volevo un dottore vero, si avevo 5 anni, quindi? Giocammo alla maestra, la maestra ovviamente era lei perchè più figa e perchè essendo più grande di me di un anno aveva appena finito la prima elementare, sapeva già scrivere la A, la B, la C e bla bla bla.


Mi disse:
"E' un gioco bellissimo! Io sono la maestra e ti do i compiti. Tu fai i compiti!"
Risposi:
"Che bello! Cosa sono i compiti?"
Mi disse a sua volta:
"I compiti sono delle cose che scrivi, come dei disegni, ma non sono dei disegni, sono dei compiti. Giochiamo?".
Risposi a mia volta:
"Si dai giochiamo! Giochiamo ai compiti!!!".


Da quel momento cominciò a scrivere su dei fogli, un sacco di fogli, un sacco di cose, non sono del tutto sicuro che si trattasse delle lettere dell'alfabeto, ma dovevo copiare e ricopiare tutto e alla perfezione. Cioè se lei disegnava una merda io dovevo copiare la merda. Se disegnava la Gioconda io dovevo ricopiare la Gioconda. Ma la cosa bella del gioco, non ho avuto modo di dirvela... Sbagli una sola virgola?
PUNIZIONE ATROCE!!!!
Adesso racconterei una marea di balle, ma io sinceramente, in questo momento le punizioni non le ricordo. Quindi non starò qui ad elencare, mi toccherebbe inventarle ed io non invento nulla...
L'immagine chiarissima che ho in mente è quella di un neofrocietto curvo sulla scrivania, grondante di sudore che cerca di copiare tutto alla perfezione per non ricevere la punizione mentre nell'attesa che io finisca, la mia cugina maestra ballava davanti allo specchio con un mocio che secondo lei era il suo principe azzurro. Mi chiederai cosa penso ancora oggi di mia cugina? Presto detto.
E' una puttana!!!!
Ma come in tutte le favole che si rispettano ecco che finalmente la tipa della telenovela schiatta, la puntata finisce, mia zia si riprende dallo shock e arriva in camera.


Dice:
"Che minchia state facento?"
(mia zia/sua nonna, non ha nel suo vocabolario la lettera "D" e comunque è molto fine...)
Mia cugina
"Nonna non lo vedi? Stiamo giocando alla Maestra!".
Mia zia:
"Mamma mia che bravi!!! Maria Santissima Attolorata ma che calto fa? Vi preparo la merenta?".
Mia cugina:
"SI!!!! LA MERENDA!!!".
Io:
"SI!!!! LA MERENDA!!!".


(anch'io.... fantasia da vendere...)

Ok. dopo 5 minuti ritorna con un vassoio contenente due panini meravigliosi, pienissimi di nutella, e due bicchieri di freschissimo succo di frutta. A 5 anni tu cosa avresti mai voluto? Cos'altro?
Mia zia lascia il vassoio sul comò ed esce piangendo ancora per la tipa della telenovela.
Ricordo benissimo il suo ultimo commento:

"... ma poi, dico io, San Calogero benedetto e tutti i santi in cielo! Giusto oggi dovevano ammazzarla che domani poverina doveva dire a Juan Carlos che era incinta??? Poverina! Poverina! Ma come si fa?"

Io sentivo lei ma pensavo alla nutella...
Ma cosa vi ho detto di mia cugina? 
Che è una puttana!

Mi dice:
"Ehy! No no! Io sono la Maestra e posso mangiare! Tu hai finito i compiti? NO!!!
Allora se non finisci i compiti niente panino. Io si perchè... sono grande!".

Una gran puttana!
Mi rimetto a copiare i suoi scarabocchi cinesi che voleva far passare per la base della lingua italiana, a malincuore ovvio, anche perchè lei intanto se la godeva a scofanarsi davanti a me cotanta Nutella! E mi metto pure d'impegno per sbrigarmi prima possibile. E copio, copio, copio, fino a quando, proprio sul più bello, quando mi mancavano dipo 5 0 6 cagate da copiare, ritorna la zia. Guarda mia cugina che ha spazzolato tutto. Guarda me alla scrivania. Guarda il vassoio con il MIO panino ed il MIO succo ancora immacolati. Guarda me, di nuovo.
Fa un'espressione che posso definire come un incrocio tra lo sguardo di uno che si trova in una situazione tipo "Ho un infarto, aiuto, aiuto!" e la prima dolorosa ceretta all'inguine. Mi punta, serissima e mentre io ricambio intimorito lo sguardo lei inizia ad urlare in sanscrito delle cose che intanto la mia mente cercava di tradurre. 

Eccone un sunto:
"Minchia!!! Ma allora tua madre ha ragione quando si lamenta perchè non mangi un cazzo e la fai disperare! Povera donna!!!! Ma tu devi mangiare disgraziato!!! Certo che sei un cornuto!!! Guarda tua cugina! Tutto ha mangiato, e senza farsi pregare, TUTTO!!! Oh Gesù mio... ma se non mangi manco la Nutella, la cosa è grave. Gravissima!!! Ma io lo dico a tua madre stasera, come no! Disgraziato! Ti metti co' sta faccia d'angelo, ma non mi fai fessa. Adesso per punizione puoi crepare, un cazzo ti dò, manco se piangi dalla fame, manco se svieni!!! E questo..."
(ragazzi ha il mio panino in mano adesso)
"... me lo mangio tutto io alla faccia tua!!!"
(Noooooooooooooooooo!!!!).

Ormai i miei sogni stavano bruciando davanti ai miei occhi e non avevo più speranze. Ero un bimbo gay e snob senza futuro... ma ci provai lo stesso.

Io dissi:
(copiando con cura la voce di uno dei figli di Veronica Castro, che furono adottati da una famiglia bene di Buenos Aires e che solo all'età di 6 anni ritrovano la Castro in una pizzeria mentre lei si dispera per cercare di mandare avanti la baracca... beh una delle telenovelas era tipo così... era per dire che volevo a tutti i costi impietosire quel travone di mia zia...)
"Io volevo mangiarlo lo giuro ma non avevo finito i compiti e lei mi ha detto che non potevo, ma io lo giuro volevo mangiarlo... lo giuro. Volevo".

E non mi son fermato lì, no. Ho pianto disperato per ore ed ore. Ho mostrato le prove. Ho ricostruito tutto l'accaduto nei minimi dettagli, ho spiegato, mi sono giustificato, ho calcolato il tempo, la temperatura. Nulla.
Non è servito a nulla.

E sai perchè?
Perchè lei, come la più dolce delle nonne/zie mi guarda.

Mi dice:
"Minchia!!! Ma pure bugiardo??? E dai anche la colpa a tua cugina? Sfacciato! Cattivo! Non si fa così, cattivo!!! Ma pensa te, roba da matti, ma da chi hai preso! Vergognati! VERGOGNA!!! AHHH Santa Rosalia ma come devo fare, come!!!??? Ora guai a te se chiedi il gelato più tardi! Te lo do io il gelato. Maleducato! Maleducato!!"

Guarda mia cugina (che immagino avesse la fessa bagnata dal godimento, perchè, vediamo di non dimenticarlo, ad oggi... è una puttana!!!).

Le dice:
"Tu gioia mia vieni con me e lascialo qui da solo sto grandissimo maleducato, sfacciato, senza vergogna e lazzarone!!!! Bugiardo!!! Ecco cos'è un bugiardo schifoso!!! Andiamo!!!".

E se ne vanno.
Mia cugina  mi guarda con un ghigno diabolico e sparisce insieme alla zia.
Io senza forze.
Aspetto che arrivi la mia mamma.

Adesso, non per dire....

Questa storia ha tre morali:
Morale 1
Mia cugina ce la fa e anche se oggi ha due figli non ha un filo di cellulite. Ma comunque rimane una puttana!
Morale 2
Tutti mi vogliono ma nessuno mi piglia.
Morale 3
Non importa quanto tu faccia per dimostrare che stai dicendo la verità. La verità è una semplice utopia. Nessuno mi crede.
Ma avremo modo di approfondire...



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