venerdì 13 maggio 2011

BEDTIME STORIES NUMBER 5.

C'era una volta un bambino. Questo bambino se ne stava seduto al parco da solo a farsi i cazzi suoi. La sua amica Caimana lo aveva lasciato da solo perchè aveva appena scoperto di avere l'urgenza di rincorrere un cazzo che si è appena palesato da quelle parti. Il bambino, perso nei suoi peccaminosi pensieri, aveva l'assurda convinzione di aver già visto tutto nella vita. Ma si sbagliava, perchè ad un certo punto vede passare davanti a se un bellissimo signore. Correva. Aveva nella mano destra un paio di pantaloncini neri e in quella sinistra una bomboletta di panna spray. Aveva una maglietta bianca e le scarpe da corsa. Per il resto era totalmente nudo. E correva. Aveva anche un enorme cazzone che penzolava. Così il bambino, giusto per raccontare questa storia, decise che l'avrebbe chiamato Cazzone Sushi. Cazzone Sushi si fermò un secondo davanti al bambino, giusto il tempo di farsi vedere bene, e poi riprese la sua corsa. "Sogno o son desto?" si chiese il bambino. Arrivava dal lavoro ed era sicurissimo di non aver preso nessun acido allucinogeno... non sognava. Subito il bambino si accorge che stava arrivando Bongo, il terribile mostro peloso e sposato dei boschetti incantati, e gli disse: "Sti gran cazzi! E questo con il cazzo all'aria chi diavolo era?". Bongo rideva ed aveva la bava alla bocca, come al solito, diede un occhio al bambino e rispose in fretta e furia: "Ma cazzo questo corre, corre e non si ferma più! Dov'è andato???". Il bambino indicò a Bongo la retta via e Bongo la seguì. Il bambino allora si accese la solita sigaretta e la fumò. Dopo decise che doveva comunque soddisfare la sua curiosità, si alzò e percorse, con molta calma, la strada che prima aveva indicato a Bongo. Percorse il piccolo sentiero, percorse la piccola discesa che si affaccia sul grande prato e finalmente si fermò vicino al grande albero dell'amore. Fu allora che vide Cazzone Sushi. Se ne stava piegato a 90° e che con una mano si masturbava allegramente, mentre il fido Bongo prima gli infilava la bomboletta panna spray formato famiglia tutta su per il colon, e poi, non dico un braccio intero... ma quasi. Cazzone Sushi aveva un'espressione a dir poco estasiata mentre Bongo in ginocchio dava, in ogni senso, tutto il meglio di sè. Sull'espressione del viso di Bongo però, credetemi, è meglio non soffermarsi affatto. Il bambino, inutile dirlo, davanti ad uno spettacolo del genere rimase veramente bianchino. Prima sgranò gli occhi incredulo, sebbene grazie all'aiuto di Gaytube si era preparato ad un attacco visivo del genere, ma dal vivo a stento riusci a trattenere le risate. Così dopo qualche minuto passato ad osservare i due dementi, senza accorgersene si trovo a ripetere a voce alta la domanda: "Ma sto quà chi cazzo è? Ma ce la fa?". Non passò un solo attimo dopo la sua domanda che una nuvoletta brillante si materializzò davanti ai suoi occhi e da quella nuvoletta spuntò la sua amica, la Fatina Naomi Campbell, ovvero la pantera nera e cubana del parco che, con voce sibillina, rispose: "Oh, vanvino, quello es el Biktor! No te recordi? Ja te abebo parlato de lui, no? Che te abebo detto che biene qui en el parco siempre con una botteglia de qualcosa e se la fa mettere en el culo, dai, bambino.... anche el otro dia te abebo detto che se biene con un sachetto de solito ai dentro le tiene un casso muy grande de gomma! Es un mama verga, mio bambino, no te precupes che no te farà nulla de male porque a lui le piacciono becchi e brutti... miralo, el Bongo que te parece? Caxxo es un monstruo orroroso mio amor...". Il bambino allora ebbe tutto chiaro. Si ricordò dei racconti fiabeschi che la Fatina Naomi insieme alla sua amica Caimana gli avevavo fatto tempo addietro e disse: " Ma allora è lui? E' quel Vicktor che era finito in ospedale con in culo la bottiglia della Coca-Cola?". La Fatina Naomi accennò un sorriso e disse: "Si, proprio lui, el maricon de mierda!".

Il bambino di cui parlo in questo racconto è ancora David, quello che mi porto dentro da una vita e non sopporto più, La Fatina Naomi in realtà si chiama Alex e vive nella mia città.

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