giovedì 19 maggio 2011

JEAN COCTEAU 2/2

L’Amore, quello vero, fa capolino e rischiara l’orizzonte. 
“All’obbedienza passiva io contrappongo l’obbedienza attiva”, consiglia l’amato, l’“eretico” H., perché “Dio ama l’amore”.


"Il sole affretta l’evoluzione dei sentimenti. Bruciammo le tappe, e grazie ai ripetuti incontri in piena natura, lontani dalle cose che distraggono il cuore, finimmo con l’amarci senza aver mai parlato d’amore. H. lasciò la sua locanda e si trasferì nel mio hotel. Egli scriveva. Credeva in Dio, ma ostentava una puerile indifferenza verso il dogma. La Chiesa, ripeteva quell’amabile eretico, esige da noi una prosodia morale equivalente a quella di un Boileau. Avere un piede nella Chiesa, che pretende di restare immobile al suo posto, e l’altro piede nella vita moderna, significa aver la volontà di vivere lacerati. All’obbedienza passiva io contrappongo l’obbedienza attiva. Dio ama l’amore. Col nostro amore dimostriamo a Cristo di essere capaci di leggere fra le righe della necessaria severità del legislatore. Rivolgersi alle masse obbliga a proibire ciò che alterna il volgare e il prezioso. Si faceva beffe dei miei rimorsi, che trattava alla stregua di debolezze. Disapprovava le mie riserve. Vi amo, ripeteva, e sono ben lieto di amarvi".



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