mercoledì 23 marzo 2011

Ingresso posteriore e patata rasata.

PERCHE' NO, PERCHE' NOOOO!!! 
PERCHE' NO?

Gli uomini etero sono diventati davvero monotematici. E' ormai scientificamente provato sul campo che TUTTI prima o poi arrivano a chiedere due cose che, sinceramente, hanno anche un po' rotto: l'ingresso posteriore e la patata rasata. Basta!!!!! 
Ma vi spiego anche il motivo, tranquilli! Non sono affatto bigotta e confesso di aver sperimentato non poche cose a questo riguardo.
L'INGRESSO POSTERIORE
Ok, ok, vi ammazzate di porno dall'età di docidi anni e la maggior realizzazione della vostra identificazione con Siffredi o Trentalance è quella di affondare fieramente la spada nell'ingresso meno visitato (?) e più impervio... pensateci bene. Quando vi sarete abituati a utilizzare l'uscita sul retro, a forza di usarla, prima o poi, diventerà un bel portone a vetri come quello che si trova sull'altro lato della palazzina! E voi, mi spiace dirlo, non sarete mai nè Rocco nè Franco (nemmeno con una videocamera portatile e un armadio con ante a specchio).
LA PATATA RASATA
NOOOOO! Avete rotto i coglioni con sta' patata rasata! Ma dico io e la buona vecchia Fenech? La Bouchet? Volete metterle con tutte le plasticone che girano ora? 
Rivoglio gli anni '70!
Intento, per la cronaca, avere i peli lì e come averli sulle labbra (quelle della faccia).
Immaginatevi di radervi l'interno del labbro e poi di avere spuntoni fastidiosissimi all'interno della bocca che prudono e grattano.
E' una tortura! Mi direte che ci si può depilare dall'estetista con la ceretta. 
Ah bè, si. Fate una prova: stendete un velo di cera bollente all'interno del labbro e poi strappate (più di una volta, mica vengono via subito tutti!). Vi spiegherete come mai ogni volta che chiedete alla vostra donna di farla "tutta bella liscia" alza gli occhi al cielo e impreca come un muratore bergamasco.
Non provateci nemmeno ad addurre motivazioni del genere: se tu te la rasi io me lo raso.
No. Per intenderci: rasarsi le gengive non è come rasarsi le ascelle. Provare per credere.
Katy Kattrall



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